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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 775 del 26 gennaio 1996
«La confisca, come tutte le misure di sicurezza, è regolata dalla legge in vigore al tempo della sua applicazione (art. 200 c.p.), cioè al tempo nel quale il presupposto della sua applicazione è divenuto apprezzabile o è stato apprezzato dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1313 del 14 gennaio 2003
«In materia di misure di sicurezza personale, ai fini della prognosi di pericolosità sociale il giudice non può prendere in considerazione le sole emergenze di natura medico-psichiatrica, ma deve procedere alla verifica di tutte le circostanze di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 686 del 17 maggio 1990
«L'art. 203 c.p., nella parte in cui enuncia il principio che agli effetti della legge penale è persona socialmente pericolosa quella, anche se non imputabile o non punibile, che abbia commesso un fatto dalla legge preveduto come reato, è una norma...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 854 del 6 maggio 1967
«L'applicazione della misura di sicurezza del ricovero in una casa di cura e di custodia, nel caso di condanna per delitto commesso in stato di ubriachezza abituale, non è subordinata all'accertamento nel soggetto della qualità di persona...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11160 del 24 dicembre 1996
«Il reato di cui all'art. 256 c.p. (procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato), può essere commesso anche da chi sia già detentore della documentazione sottoposta a segreto, quando tale detenzione, originariamente legittima in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11344 del 10 maggio 1993
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 307 c.p. (assistenza ai partecipi di cospirazione o di banda armata), nella nozione di «rifugio» rientra anche un luogo di cura nel quale, in assenza di immediata urgenza di trattamenti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13466 del 17 dicembre 1980
«Integra il reato di saccheggio il fatto commesso da una pluralità di persone che si impossessa indiscriminatamente di una rilevante quantità di oggetti con azione sorretta da spirito di assoluta prepotenza e non curanza per l'ordine costituito.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1 del 18 marzo 1970
«Il delitto di attentato contro l'integrità dello Stato, enunciato dalla legge nella ipotesi astratta di «un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero» (art. 241 c.p.), si...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3995 del 21 marzo 1990
«Ad escludere l'applicazione della causa di non punibilità prevista dall'art. 309 c.p. è sufficiente che uno qualsiasi dei delitti scopo sia stato commesso, a nulla rilevando la circostanza che l'autore non si identifichi con colui che abbia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10269 del 19 ottobre 1988
«La causa di non punibilità per il delitto di banda armata, prevista dall'art. 309, n. 2, c.p., è applicabile unicamente allorquando non si sia realizzata la condizione negativa della consumazione di uno dei delitti - scopo per i quali la banda...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 12228 del 14 marzo 2014
«Il tentativo di induzione indebita a dare o promettere utilità si differenzia dall'istigazione alla corruzione attiva di cui all'art. 322, commi terzo e quarto, cod. pen., perché mentre quest'ultima fattispecie si inserisce sempre nell'ottica di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9106 del 25 febbraio 2013
«Anche per il reato di corruzione internazionale, previsto dall’art. 322 bis c.p., trovano applicazione le regole dettate dagli artt. 7, 9 e 10 c.p., per cui, qualora il reato sia commesso in territorio estero, occorre, per la sua procedibilità in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7097 del 16 luglio 1981
«Il reato di violenza o minaccia a pubblico ufficiale non può ritenersi assorbito in funzione di aggravante nella complessa figura del delitto di evasione aggravato dall'aver commesso il fatto usando violenza o minaccia verso le persone, giacché la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1872 del 19 gennaio 2009
«In tema di resistenza a pubblico ufficiale, perché ricorra la circostanza aggravante della minaccia o violenza commessa da più persone riunite, di cui all'art. 339 c.p., è sufficiente che il reato sia commesso da due persone.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11848 del 4 dicembre 1995
«Il principio secondo il quale il momento intellettivo del dolo (previsione, consapevolezza) non può riguardare l'antigiuridicità del fatto — che è conseguenza dell'inescusabilità dell'ignoranza della legge penale — non ha validità assoluta. E...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16612 del 12 aprile 2013
«Ai fini della sussistenza del delitto tentato, occorre che, sulla base di una valutazione ex ante, gli atti compiuti, anche se meramente preparatori o solo parziali, siano idonei ed univoci, ossia diretti in modo non equivoco a causare l'evento...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 36536 del 11 ottobre 2011
«Hanno rilievo, nell'ambito della fattispecie di tentativo, non solo gli atti esecutivi veri e propri, ma anche quegli atti che, pur classificabili come preparatori, per le circostanze concrete facciano fondatamente ritenere che l'azione abbia la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10496 del 20 novembre 1997
«Nella valutazione sulla responsabilità del direttore di un periodico ai sensi dell'art. 57 c.p., l'esigenza, cui tale disposizione si ispira, di evitare che con il mezzo della stampa vengano commessi reati, deve essere contemperata con il diritto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4060 del 25 gennaio 2008
«I danni non patrimoniali, rappresentati da turbamenti morali della collettività, sono risarcibili a favore degli enti pubblici esponenziali di essa, anche qualora taluno di tali enti sia stato costituito in epoca successiva alla consumazione del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 604 del 9 gennaio 2014
«La circostanza attenuante della provocazione, pur non richiedendo i requisiti di adeguatezza e proporzionalità, non sussiste ogni qualvolta la sproporzione fra il fatto ingiusto altrui ed il reato commesso sia talmente grave e macroscopica da...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4482 del 1 aprile 1980
«Ai sensi dell'art. 343 c.p. il magistrato deve ritenersi «in udienza» tutte le volte che si trovi ad amministrare giustizia con l'intervento delle parti. Deve ritenersi «udienza» qualsiasi seduta nella quale si svolge l'attività giudiziaria del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 36676 del 6 settembre 2013
«È configurabile il reato di millantato credito nella condotta di millanteria di un avvocato rivolta non al potenziale cliente ma ai suoi familiari, atteso che l'oggetto della tutela penale del reato è il prestigio della P.A. e la condotta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6191 del 15 febbraio 2001
«La decadenza del pubblico ufficiale dalla carica quale effetto della condanna ad un delitto commesso con abuso di poteri o violazione di doveri inerenti ad una pubblica funzione, pur operando di diritto dal passaggio in giudicato della sentenza —...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9821 del 25 settembre 1986
«In tema del reato di falsità ideologica in certificato commesso da persona esercente un servizio di pubblica necessità, l'ingegnere e, comunque, il tecnico tenuto a disporre gli atti necessari per il rilascio di una concessione edilizia, devono...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3100 del 27 marzo 1996
«Commette il reato di sfruttamento ed esercizio della prostituzione, aggravato dalla qualifica di pubblico ufficiale, e non il reato di omessa denuncia ex art. 361 c.p. l'agente della Polizia di Stato che eserciti il meretricio in una casa di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8437 del 2 ottobre 1985
«Sussiste il delitto di simulazione, anche nell'ipotesi in cui si faccia apparire come consumato da ignoti un reato commesso dallo stesso autore della denuncia.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13971 del 14 aprile 2005
«Ai fini della configurabilità del delitto di cui all'art. 367 c.p. la condotta dell'agente deve essere idonea a determinare l'apertura di un procedimento penale. Ciò non si verifica quando la denuncia riguardi un reato commesso all'estero, per il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12565 del 30 dicembre 1985
«Ai fini della configurabilità del delitto di simulazione di reato, il raffronto fra realtà ed apparenza non va condotto con esclusivo riguardo all'astratta definizione giuridica del fatto denunziato, dovendosi, invece, valutare anche quelle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3374 del 8 marzo 1990
«È ammissibile il concorso tra i reati di autocalunnia e falsa testimonianza ex artt. 369 e 372 c.p., avendo essi una diversa obiettività giuridica, in quanto lesivi di interessi dell'attività giudiziaria di specie diversa.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3897 del 23 marzo 1976
«È configurabile il delitto di autocalunnia mediante incolpazione implicita allorché taluno dichiari, all'autorità giudiziaria o ad altra autorità tenuta a riferire alla predetta, non rispondente al vero l'accusa precedentemente formulata nei...»