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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2518 del 25 febbraio 1999
«In materia di diffamazione, perché l'esimente del diritto di cronaca possa trovare riconoscimento — anche sotto il profilo della putatività — occorre che il divario tra fatti narrati e fatti accaduti sia riconducibile ad una percezione difettosa o...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 36987 del 13 ottobre 2001
«In tema d'impedimento del difensore per concomitanza di altro impegno professionale, spetta al difensore, oltre all'onere di prospettare in modo tempestivo e motivato le ragioni che gli impediscono di presenziare, quello di fornire specifica...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1472 del 4 febbraio 1999
«Il difensore che assuma formalmente l'incarico a favore di un assistito, ma in realtà su impulso e mandato sostanziale di altri soggetti, che provvedono materialmente al compenso, al solo scopo di venire a conoscenza delle dichiarazioni del suo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6660 del 9 luglio 1997
«In tema di rinuncia del difensore al mandato difensivo, qualora un difensore, nominato in primo grado dall'imputato congiuntamente ad altro difensore, non abbia partecipato ad alcuna udienza del giudizio di primo grado, in cui era stato invece...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9478 del 13 agosto 1998
«Nel caso in cui, l'imputato, senza revocare espressamente il precedente difensore, nomini durante il giudizio d'appello altro difensore di fiducia, e solo di questi in concreto si avvalga, concentrando su di esso la propria scelta, a lui affidando...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7928 del 23 agosto 1993
«Il criterio interpretativo formatosi in relazione al codice di rito del 1930, secondo cui non poteva ritenersi la permanenza della qualità di difensore nell'avvocato che, pur regolarmente avvisato, non si fosse presentato all'udienza del giudizio...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38238 del 15 novembre 2002
«Tutti gli atti processuali compiuti, in un territorio nel quale è insediata una minoranza linguistica riconosciuta, nella lingua, diversa da quella italiana, ivi dominante, devono essere tradotti in italiano, a pena di nullità, in caso di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1400 del 3 febbraio 1999
«La sentenza che conclude il giudizio di appello rientra fra gli atti che devono essere tradotti nella lingua del cittadino appartenente alla minoranza linguistica slovena se costui ne abbia fatto richiesta. Tuttavia, in caso di mancata traduzione,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 36541 del 24 settembre 2008
«È inammissibile l'impugnazione redatta in lingua straniera, interamente o in uno dei suoi indefettibili elementi costitutivi indicati dall'art. 581 c.p.p., proposta da soggetto legittimato (nella specie, estradando ) che non conosca la lingua...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 675 del 21 marzo 1996
«In materia di riesame o di appello in materie di misure cautelari legittimato a partecipare al procedimento camerale è il Procuratore della Repubblica presso il tribunale e non quello presso il giudice della sede che ha emesso il provvedimento...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3986 del 31 gennaio 2012
«Il parere "pro veritate" allegato all'atto di appello equivale ad una consulenza tecnica di parte e, come tale, spetta al giudice valutarlo ed eventualmente utilizzarlo ai fini della decisione, anche in mancanza del previo esame del consulente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1662 del 4 luglio 1995
«Il divieto, posto dall'art. 270, comma 1, c.p.p., di utilizzare i risultati delle intercettazioni in procedimenti diversi da quelli nei quali tali intercettazioni sono state disposte, (salvo il caso della loro indispensabilità per l'accertamento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29731 del 16 luglio 2003
«La rinuncia, anche parziale, all'impugnazione, può essere formulata dalla parte personalmente o a mezzo del difensore munito di procura speciale che, ai sensi dell'art. 122 c.p.p., deve contenere, tra l'altro, la determinazione dell'oggetto per...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6948 del 12 giugno 2000
«In tema di rinuncia alla impugnazione da parte dell'imputato, essa deve essere fatta personalmente dalla parte privata, oppure a mezzo del difensore munito di procura speciale, che, ai sensi dell'art. 122 c.p.p., deve, tra l'altro, contenere la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13301 del 17 dicembre 1998
«È ammissibile l'impugnazione (nella specie ricorso per cassazione) presentata dall'imputato detenuto al direttore dell'istituto nel quale lo stesso si trova, a nulla rilevando che la legge processuale colpisca, in generale, con la sanzione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 858 del 13 gennaio 2012
«Il giudice di appello, che sia adito con impugnazione proposta in forza di un provvedimento di restituzione nel termine in favore del condannato contumaciale, deve motivare i provvedimenti relativi alle istanze preliminari di remissione in termini...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1309 del 4 febbraio 1994
«Non vi è inadempimento all'obbligo della motivazione qualora il giudice d'appello abbia accertato e valutato il materiale probatorio con criteri omogenei a quelli usati dal giudice di primo grado. In tal caso le motivazioni delle sentenze dei due...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9 del 8 giugno 1999
«L'applicazione della confisca non determina l'estinzione del preesistente diritto di pegno costituito a favore di terzi sulle cose che ne sono oggetto quando costoro, avendo tratto oggettivamente vantaggio dall'altrui attività criminosa, riescano...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 16886 del 9 aprile 2004
«Al giudice dell'impugnazione è consentito motivare per relationem il provvedimento gravato purchè egli si attenga al rispetto di criteri specifici in ossequio ai quali: 1) ogni riferimento risulti ad un atto legittimo del procedimento la cui...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14738 del 18 aprile 2002
«È legittima la motivazione per relationem anche quando ad essere richiamata sia la richiesta, non del pubblico ministero, ma di un'altra parte, purché, i fatti cui si fa riferimento siano conosciuti o conoscibili dall'interessato, in modo che egli...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4557 del 9 aprile 1999
«La motivazione per relationem è legittima purché sia integrata con la risposta ai rilievi critici formulati nell'atto di appello: in mancanza di specifiche controdeduzioni la mera ritrascrizione della precedente motivazione non adempie l'obbligo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 27787 del 21 giugno 2004
«A differenza di quanto si verifica nel caso della sentenza, il cui dispositivo letto in udienza costituisce l'atto con cui il giudice estrinseca la volontà della Legge nel caso concreto, l'ordinanza emessa a seguito di rito camerale presenta il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5639 del 9 febbraio 1994
«Ai sensi dell'art. 586, terzo comma, c.p.p., deve ammettersi l'immediata impugnabilità delle ordinanze in materia di libertà anche quando queste siano pronunziate contestualmente alla sentenza. In tale caso incombe al giudice l'obbligo di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 14866 del 26 marzo 2004
«L'istituto dell'impedimento a comparire del difensore, previsto dall'art. 420 ter c.p.p. in relazione all'udienza preliminare, non è applicabile al giudizio camerale di appello che sul punto resta disciplinato dall'art. 127 stesso codice,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 7007 del 1 luglio 1991
«Nei procedimenti che proseguono con il vecchio rito, trattati in appello o in sede di rinvio in Camera di consiglio a norma dell'art. 599 c.p.p. il ricorso per cassazione è regolato per quanto riguarda la forma, i termini e la trattazione dalle...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 26156 del 18 giugno 2003
«Il procedimento in camera di consiglio davanti alla Corte d'appello chiamata a deliberare sulla richiesta di revoca o sostituzione della misura coercitiva disposta nei confronti dell'estradando deve svolgersi nelle forme “partecipate” previste...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44387 del 10 dicembre 2001
«La norma dell'art. 45 bis disp. att. c.p.p., che disciplina la partecipazione a distanza dell'imputato o del condannato all'udienza nel procedimento camerale, non attribuisce all'interessato detenuto fuori della circoscrizione del giudice...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8059 del 19 luglio 1995
«Nel giudizio d'appello, la manifestazione della volontà di non comparire nella udienza camerale (art. 599, comma 2, c.p.p.) è revocabile. Tale revoca — così come la richiesta di essere sentito personalmente — deve essere tempestiva, cioè fatta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6665 del 7 giugno 1995
«Anche nel giudizio di appello avverso sentenza pronunciata nel giudizio abbreviato ex art. 442 c.p.p., in virtù del richiamo operato dall'art. 443 ultimo comma c.p.p. all'art. 599, il quale a sua volta al primo comma richiama «le forme previste...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1212 del 7 febbraio 1995
«Nel giudizio di appello avverso sentenza pronunciata con il rito abbreviato, che si svolge, ai sensi degli artt. 443 e 599 c.p.p., in camera di consiglio con le forme previste dall'art. 127 c.p.p., deve essere l'imputato, il quale sia sottoposto...»