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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 12063 del 27 novembre 1998
«L'art. 46 c.p.c. che, nel testo risultante dal coordinamento imposto dall'art. 39 della L. 121 novembre 1991, n. 374, istitutiva del giudice di pace, prevede l'inapplicabilità nei giudizi davanti a tale giudice delle disposizioni di cui agli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 502 del 26 gennaio 1982
«L'obbligo della sospensione del processo a norma dell'art. 48 c.p.c. deriva non già dal fatto che una parte abbia proposto una qualsiasi istanza alla Corte di cassazione, ma dal fatto che la parte predetta abbia impugnato un provvedimento, avente...»
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Cassazione civile, Sez. III, ordinanza n. 19591 del 29 settembre 2004
«Pertanto, onde evitare che la sua designazione sia ulteriormente posta in discussione nell'ambito della stessa controversia, l'esame della Corte regolatrice si estende anche a profili diversi da quelli espressamente devoluti dalla parte ovvero...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8723 del 31 maggio 2012
«Ove il giudice, sia pure erroneamente, dichiari la propria incompetenza "ratione materiae" e fissi un termine per la riassunzione del processo dinanzi al giudice indicato come competente, essa deve avvenire con le forme e nei termini prescritti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5117 del 25 novembre 1989
«A differenza della riassunzione della causa nel giudizio di rinvio, nelle ipotesi di cui all'art. 383 c.p.c., che va fatta con citazione notificata personalmente alla parte a norma dell'art. 392 stesso codice, la riassunzione della causa davanti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10692 del 18 settembre 1992
«Quando, a norma dell'art. 50 c.p.c. la riassunzione della causa - l'attuazione della quale attraverso la citazione, invece che nella forma dell'apposita comparsa, non prevista a pena di nullità, è ugualmente utile allo scopo di consentire la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5030 del 5 marzo 2007
«...con il quale i ricorrenti avevano lamentato la nullità della sentenza di appello per aver fatto parte del collegio giudicante del tribunale lo stesso magistrato che aveva raccolto la prova per testimoni nel corso del processo di primo grado).»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 565 del 12 gennaio 2007
«...celerità e semplicità di forme, ad essi non sono applicabili le disposizioni proprie del processo di cognizione ordinaria e, segnatamente, quelle di cui agli artt. 189 (Rimessione al collegio) e 190 (Comparse conclusionali e memorie) c.p.c.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 70 del 4 gennaio 2001
«Né sono riferibili al processo civile le considerazioni relative alle incompatibilità del giudice nel quadro dell'art. 34 c.p.p., attese le profonde differenze strutturali e funzionali tra il modello penale e quello civile; e ciò ancor più con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13667 del 22 luglio 2004
«La terzietà-imparzialità del consulente tecnico d'ufficio significa che il consulente non deve essere legato a nessuna delle parti del processo, analogamente a quanto è prescritto per il giudice. Tale imparzialità è garantita dalla legge sotto un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3400 del 2 aprile 1998
«L'art. 52 ultimo comma c.p.c., secondo cui «la ricusazione sospende il processo», deve essere interpretato, alla stregua delle finalità perseguite da tale norma, nel senso che la sospensione non discende dalla mera presentazione di istanza di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1285 del 1 febbraio 2002
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 53 c.p.c., in riferimento agli artt. 3, 24 e 111 Cost. e in relazione all'art. 41, primo comma c.p.p., nella parte in cui dichiara non impugnabile l'ordinanza che...»
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Cassazione civile, Sez. III, ordinanza n. 9258 del 14 maggio 2004
«Una volta definito il procedimento di ricusazione del giudice (nella specie: con la declaratoria di inammissibilità del ricorso per cassazione avverso l'ordinanza di rigetto della relativa istanza), cessa la causa di sospensione del processo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 395 del 16 gennaio 1999
«In ipotesi di non rispondenza al vero dei verbali redatti nel processo, per falsità materiale o ideologica, il giudice civile ha il potere-dovere di farne rapporto al procuratore della Repubblica e, qualora egli ometta tale adempimento, le parti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3511 del 29 giugno 1979
«La mancata partecipazione del cancelliere alle udienze istruttorie e la conseguente mancata sottoscrizione dei relativi processi verbali non determina nullità della sentenza che definisce il giudizio, in quanto i processi verbali relativi a tale...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 19399 del 22 settembre 2011
«Il consulente di parte svolge, nell'ambito del processo, attività di natura squisitamente difensiva, ancorchè di carattere tecnico, mirando a sottoporre al giudicante rilievi a sostegno della tesi difensiva della parte assistita; pertanto, il suo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 19727 del 23 dicembre 2003
«Per l'osservanza delle norme che prevedono l'intervento obbligatorio del P.M. nel processo civile - come nel caso di procedimento instaurato a seguito della presentazione di querela di falso - è sufficiente che gli atti siano comunicati...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12456 del 10 novembre 1999
«Ai fini dell'osservanza del principio dell'intervento obbligatorio del pubblico ministero nel processo civile è sufficiente che questi sia informato del processo e posto in grado di parteciparvi, mentre il fatto che egli non partecipi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11338 del 15 novembre 1997
«In tema di intervento del pubblico ministero nelle cause civili a norma dell'art. 70 c.p.c., la regola stabilita dall'art. 3 disp. att. stesso codice, secondo la quale il P.M. può intervenire anche quando la causa si trova dinanzi al collegio,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 807 del 27 gennaio 1997
«In tema di intervento del pubblico ministero nelle cause civili a norma dell'art. 70 c.p.c., la regola stabilita dall'art. 3 att. dello stesso codice, secondo la quale il P.M. può intervenire anche quando la causa si trova dinnanzi al collegio,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8862 del 21 agosto 1993
«A differenza dei procedimenti di volontaria giurisdizione nei quali il parere del pubblico ministero, cui fa riferimento l'art. 738, secondo comma, c.p.c., è atto doveroso, che non può essere omesso in quanto costituisce elemento essenziale del...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3149 del 9 maggio 1983
«Il potere d'impugnazione del pubblico ministero, con riguardo ai procedimenti che avrebbe potuto egli stesso promuovere, quale quello per l'adozione da parte del tribunale per i minorenni di provvedimenti riconducibili nella previsione degli artt....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 654 del 8 marzo 1972
«In caso di inattività delle parti private, nelle cause in cui al pubblico ministero è riconosciuto soltanto un potere di intervento, al medesimo non è consentito di chiedere, in via di eccezione, il rigetto della domanda. La differenza che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23324 del 18 dicembre 2012
«...rinunciatario è privo dello "ius postulandi" in relazione al processo nel quale ha rinunciato ed è stato sostituito, non avendo più efficacia, in tale processo, l'anteriore procura generale "ad lites", seppure rilasciata per atto pubblico.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16121 del 9 luglio 2009
«Competente ad accertare e liquidare il danno derivante dall'uso di espressioni offensive contenute negli atti del processo, ai sensi dell'art. 89 c.p.c., è di norma lo stesso giudice dinanzi al quale si svolge il giudizio nel quale sono state...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5410 del 11 aprile 2001
«La revoca della procura da parte del cliente o la rinuncia alla stessa da parte del difensore, a norma dell'art. 85 c.p.c., non fanno perdere al procuratore (revocato o rinunciante) lo ius postulandi e la rappresentanza legale del cliente per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3346 del 21 aprile 1990
«...mandato, non determina l'interruzione del processo, poiché la rappresentanza processuale della parte si concentra nel procuratore superstite, che, nonostante la rinuncia, continua a rappresentarla fino alla sua sostituzione con altro procuratore.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1870 del 24 maggio 1976
«L'art. 85 c.p.c., il quale stabilisce che la revoca o la rinuncia alla procura non hanno effetto nei confronti dell'altra parte finché non sia avvenuta la sostituzione del difensore, mira ad evitare una vacatio dello ius postulandi e deve essere...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7447 del 19 agosto 1994
«...al contegno della parte nel processo, come semplice argomento di prova, ai sensi del comma 2 dell'art. 116 c.p.c., e pertanto, in quanto tale, solo come elemento aggiuntivo e integrativo rispetto alle risultanze dei veri e propri mezzi di prova.»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 520 del 19 gennaio 1991
«Ai fini di un corretto esercizio della professione forense, l'avvocato deve elevarsi al di sopra delle parti e, nel dare l'indispensabile contributo tecnico per la risoluzione della lite in favore del proprio cliente, deve mantenersi nei limiti...»