-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 19099 del 19 settembre 2011
«In tema di appalto, il regime probatorio delle variazioni dell'opera muta a seconda che queste ultime siano dovute all'iniziativa dell'appaltatore o a quella del committente; nel primo caso, l'art. 1659 c.c. richiede che le modifiche siano...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20982 del 12 ottobre 2011
«In tema di circolazione stradale, la regola posta dall'art. 2054, secondo comma, cod. civ. non impone di considerare uguale l'apporto causale colposo di ciascuno dei conducenti dei mezzi coinvolti in uno scontro soltanto perché non sia stato...»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 27197 del 16 dicembre 2011
«Il ricorso per cassazione conferisce al giudice di legittimità non il potere di riesaminare il merito dell'intera vicenda processuale, ma solo la facoltà di controllo, sotto il profilo della correttezza giuridica e della coerenza logico-formale,...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1716 del 7 febbraio 2012
«Poiché il principio di autosufficienza del ricorso per cassazione, di cui all'art. 366 nn. 3 e 4 c.p.c., impone al ricorrente la specifica indicazione dei fatti e dei mezzi di prova asseritamente trascurati dal giudice di merito, nonché la...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25058 del 7 novembre 2013
«Ai fini dell'applicabilità dell'art. 2050 cod. civ., relativo alle responsabilità per l'esercizio di attività pericolose e, quindi, ai fini della sussistenza della presunzione di colpa, posta dall'art. 2050 cod. civ. e della conseguente inversione...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16745 del 23 luglio 2014
«In tema di giudizio di appello, l'art. 345, terzo comma, cod. proc. civ., come modificato dalla legge 26 novembre 1990, n. 353 (nel testo applicabile "ratione temporis"), nell'escludere l'ammissibilità di nuovi mezzi di prova, ivi compresi i...»
-
Cassazione civile, Sez. VI-lav., sentenza n. 19507 del 16 settembre 2014
«La conoscibilità della fonte normativa si atteggia diversamente a seconda che si versi in un'ipotesi di violazione del contratto collettivo nazionale di lavoro privatistico rispetto a quella in cui le questioni attengano ad un contratto collettivo...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 21426 del 10 ottobre 2014
«In tema di attività di polizia, svolta per la tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza pubblica, spetta al soggetto danneggiato, che invochi la responsabilità della P.A. per l'intrinseca pericolosità dei mezzi effettivamente adoperati,...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22078 del 17 ottobre 2014
«La parte, che intende valersi di una scrittura privata disconosciuta, nel chiederne la verificazione, ai sensi dell'art. 216, primo comma, cod. proc. civ., deve proporre i mezzi di prova ritenuti utili e produrre o indicare le scritture di...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22534 del 23 ottobre 2014
«Nel rito del lavoro, il mancato esercizio da parte del giudice dei poteri ufficiosi ex art. 421 cod. proc. civ., preordinato al superamento di una meccanica applicazione della regola di giudizio fondata sull'onere della prova, non è censurabile...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17322 del 31 agosto 2015
«Il principio di infrazionabilità e contestualità della prova testimoniale, ricavabile dall'art. 244 cod. proc. civ. nel testo vigente prima delle modifiche apportate dalla legge n. 353 del 1990 (applicabile "ratione temporis"), coordinato con la...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3122 del 17 febbraio 2015
«In tema di efficacia probatoria delle riproduzioni informatiche di cui all'art. 2712 cod. civ., il "disconoscimento" che fa perdere ad esse la qualità di prova, pur non soggetto ai limiti e alle modalità di cui all'art. 214 cod. proc. civ., deve...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 19568 del 30 settembre 2016
«Nel regime processuale introdotto dalla l. n. 353 del 1990, il giudice che ritenga la causa matura per la decisione, senza necessità di assunzione di mezzi di prova, può rinviarla alla fase conclusiva, non dovendo obbligatoriamente fissare...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19915 del 5 ottobre 2016
«In materia di prova testimoniale, poiché nel rito del lavoro i fatti da allegare devono essere indicati in maniera specifica negli atti introduttivi, affinché le richieste probatorie rispondano al requisito di specificità è sufficiente indicare,...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 21235 del 20 ottobre 2016
«Il giuramento suppletorio ai sensi dell'art. 2736, n. 2, c.c. è deferibile d'ufficio ed è quindi oggetto di un potere pienamente discrezionale del giudice, il cui esercizio la parte può solo sollecitare, sicchè il giudice d'appello può sempre...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23652 del 21 novembre 2016
«Nel rito del lavoro è inammissibile la produzione in appello di documenti di formazione antecedente il giudizio, genericamente indicati e sulla cui esibizione sia intervenuta una decadenza, né in tal caso può essere esercitato il potere officioso...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24539 del 1 dicembre 2016
«La parte che produce in giudizio una scrittura privata (nella specie, un bonifico bancario) da lei apparentemente sottoscritta e della quale contesta l'autenticità deve fornire la prova, con gli ordinari mezzi, della falsità della sottoscrizione,...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4212 del 3 marzo 2016
«Nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo soggetto al rito del lavoro, attesa la posizione sostanziale di attore dell'opposto la memoria difensiva deve contenere gli elementi previsti dall'art. 414 c.p.c, sicché la mancata indicazione...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6202 del 27 maggio 1994
«Prova decisiva, la cui mancata assunzione può costituire il motivo di ricorso di cui all'art. 606, lett. d), c.p.p. secondo il tenore dell'art. 495 c.p.p. è quella che con giudizio ex ante appaia idonea a contrastare circostanze altrimenti...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1329 del 10 febbraio 1995
«Quando il complesso delle circostanze non evidenzia ictu oculi l'animus necandi, per le difficoltà di riconoscere per via diretta il proposito dell'agente, sorreggono il ragionamento fatti certi che consentono di provare l'esistenza o meno di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1657 del 28 aprile 1995
«Non legittimano la presunzione di unicità del disegno criminoso né l'omogeneità delle varie violazioni della legge penale, né la permanenza di un proposto criminoso riconducibile allo stato di tossicodipendenza ed al correlativo bisogno di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1119 del 19 marzo 1996
«In tal senso, non legittimano la presunzione di unicità del disegno criminoso né l'omogeneità delle varie violazioni (es.: furti aggravati, tentati o consumati) della legge penale, né la permanenza di un proposito criminoso riconducibile allo...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2012 del 23 febbraio 1996
«Non basta, pertanto, la presumibile attitudine dei mezzi di prova richiesti ad influire sulla decisione del punto controverso per obbligare il giudice d'appello a disporre la chiesta rinnovazione, occorrendo, invece, che egli ritenga — sul suo...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8314 del 5 settembre 1996
«Nella valutazione della prova il giudice deve prendere in considerazione ogni singolo fatto ed il loro insieme non in modo parcellizzato e avulso dal generale contesto probatorio verificando se essi, ricostruiti in sè e posti vicendevolmente in...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2584 del 8 agosto 1997
«Ai fini della formulazione del giudizio prognostico di particolare complessità, richiesto per dar luogo alla sospensione dei termini di durata massima della custodia cautelare, ai sensi dell'art. 304, comma 2, c.p.p., deve ritenersi consentito al...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3241 del 13 marzo 1998
«La circostanza che un imputato di reato associativo (nella specie, associazione a fine di terrorismo o di eversione) non sia stato condannato per alcuno dei reati «fine» dell'associazione, è del tutto irrilevante ai fini della prova della...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7530 del 26 giugno 1998
«Il giudice di merito può trarre il proprio convincimento anche da ricognizioni non formali e riconoscimenti fotografici perché, nell'ambito dei poteri discrezionali che l'ordinamento gli riconosce, può attribuire concreto valore indiziante o...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4582 del 17 luglio 1999
«Qualora,invece, l'acquisizione della prova sia avvenuta in base a decreti regolarmente emessi e trasmessi, deve escludersi la possibilità per il giudice di rilevarne di ufficio l'inutilizzabilità per asserita incongruità della motivazione, essendo...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14042 del 3 aprile 2008
«Non integra il delitto di invasione di terreni o edifici la condotta consistente nel parcheggiare su spazi pubblici veicoli sormontati da insegne pubblicitarie, perché i veicoli, seppure così equipaggiati, non perdono, salvo che sia provato il...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 24194 del 23 giugno 2010
«La prova della partecipazione all'associazione, stante l'autonomia del reato associativo rispetto ai reati "fine", può essere data con mezzi e modi diversi dalla prova in ordine alla commissione dei predetti, sicché non rileva, a tal fine, il...»