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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17542 del 22 maggio 2006
«In tema di pene accessorie, nel caso di condanna per reato continuato, nel commisurare la durata della pena accessoria a quella principale deve farsi riferimento alla pena base inflitta per la violazione più grave e non a quella complessiva,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11383 del 11 marzo 2003
«Qualora la condanna inflitta per i delitti di cui agli artt. 314 e 317 c.p. sia inferiore ai tre anni di reclusione, la pena accessoria da irrogare è la interdizione temporanea, commisurata alla pena principale.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16038 del 18 dicembre 1978
«Quando la condanna comprende congiuntamente e la pena detentiva e la pena pecuniaria e comporta l'applicazione di una pena accessoria, per la determinazione della durata di questa si deve tenere conto, a norma dell'art. 37 c.p., anche della pena...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 32822 del 11 agosto 2007
«Il conducente di uno scuolabus ha il dovere di adottare tutte le necessarie cautele suggerite dalla ordinaria prudenza in relazione alle specifiche circostanze di tempo e di luogo al fine di garantire la sicurezza dei minori che gli sono affidati...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 51526 del 20 dicembre 2013
«Rientra nella nozione di pena accessoria non espressamente determinata dalla legge, quella per cui sia previsto un minimo ed un massimo, sicché, in tali casi, la durata della pena accessoria va parametrata dal giudice a quella della pena...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3253 del 28 aprile 1986
«È legittima la scissione del reato continuato ai soli effetti dell'applicazione di pene accessorie istituite in tempo intermedio ai fatti continuati. (Fattispecie in tema di pene accessorie per il reato di emissione di assegni a vuoto).»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1337 del 6 febbraio 1987
«Nel caso che a più condanne per emissione di assegni a vuoto venga applicata la continuazione, la pena accessoria del divieto di emettere assegni bancari o postali non può superare quanto alla durata quella inflitta per la violazione più grave e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4507 del 7 agosto 2000
«Ai fini dell'esecuzione di pene concorrenti, vanno inserite nel cumulo non solo tutte le pene che non risultano ancora espiate dalla data di commissione dell'ultimo reato, ma anche quelle già espiate, che possono comunque avere un riflesso sul...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5522 del 12 maggio 1992
«Il richiamo operato dall'art. 117 c.p. alle condizioni o qualità personali del colpevole o ai suoi rapporti con l'offeso non si riferisce ad uno qualsiasi dei concorrenti, ma ad un concorrente che agisca in maniera analoga a quella che, nei casi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10258 del 12 luglio 1989
«Ai fini dell'esclusione del delitto di frode nell'esercizio del commercio, di cui all'art. 515 c.p.p., non rileva che alla consegna della cosa (una caldaia per impianto di riscaldamento) diversa da quella pattuita si accompagni la relativa...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23819 del 9 giugno 2009
«Il delitto di frode nell'esercizio del commercio è configurabile anche nel caso in cui l'acquirente non effettui alcun controllo sulla merce offerta in vendita, essendo irrilevanti sia l'atteggiamento, fraudolento o meno, del venditore, che la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6436 del 13 giugno 1975
«L'elemento psicologico del delitto di frode in commercio consiste nel solo dolo generico, ossia nella coscienza e volontà di consegnare cosa diversa da quella pattuita. I moventi dell'azione criminosa sono, invece, estranei ed irrilevanti ai fini...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2148 del 31 gennaio 2014
«Il coerede che abbia goduto in via esclusiva dei beni ereditari è obbligato, agli effetti dell'art. 723 cod. civ., per il fatto oggettivo della gestione, sia al rendiconto che a corrispondere i frutti agli altri eredi a decorrere dalla data di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11729 del 26 maggio 2014
«Le norme che regolano la compensazione, ivi compresa quella concernente il divieto di rilevarla di ufficio, riguardano l'ipotesi della compensazione in senso tecnico, che postula l'autonomia dei contrapposti rapporti di credito, ma non si...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8886 del 16 aprile 2014
«Le "spese accessorie" della vendita, che l'art. 1475 cod. civ. pone a carico del compratore, sono quelle necessarie alla conclusione del contratto, non anche quelle relative ad attività prodromiche che non siano in rapporto di strumentalità e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6203 del 18 marzo 2014
«In materia di comodato, nei confronti del comodatario non può essere proposta azione di risoluzione per inadempimento attesa la gratuità del contratto, senza che assuma rilievo la presenza di eventuali pattuizioni accessorie, anche di apprezzabile...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 44023 del 18 novembre 2009
«La pronuncia della sentenza di patteggiamento per il reato di violenza sessuale comporta obbligatoriamente l'applicazione della pena accessoria dell'interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela ed alla curatela, trattandosi di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 19729 del 16 maggio 2008
«In tema di pene accessorie previste per i reati sessuali, la perdita della potestà genitoriale non è limitata al figlio vittima dell'abuso ma riguarda anche gli altri figli estranei all'abuso medesimo, in quanto, da un lato, la formulazione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 17844 del 5 maggio 2008
«In tema di reati sessuali, le pene accessorie dell'interdizione dai pubblici uffici e dall'esercizio della tutela e della curatela (art. 6, L. 20 febbraio 1958, n. 75 ) si applicano anche in caso di condanna per il delitto di prostituzione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8381 del 25 febbraio 2008
«In tema di reati sessuali, l'applicazione d'ufficio da parte del giudice d'appello delle pene accessorie previste dall'art. 609 nonies c.p. non comporta alcuna violazione del divieto di reformatio in peius in quanto tale applicazione è prevista...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43426 del 5 novembre 2004
«L'abitacolo di un'autovettura non può essere considerato privata dimora, in quanto sfornito dei requisiti minimi indispensabili per potersi risiedere in modo stabile per un apprezzabile lasso di tempo, né tanto meno appartenenza di privata dimora,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 794 del 23 gennaio 1990
«Le appartenenze, di cui al primo comma dell'art. 614 c.p., sono costituite dai luoghi accessori a quelli di privata dimora, destinati al loro servizio od al loro migliore godimento. Vi rientra, pertanto, un box in costruzione su terreno...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15358 del 5 dicembre 2001
«La qualità di litisconsorti necessari, ex art. 784 c.p.c., di tutti i condomini rispetto alla domanda di scioglimento della comunione permane in ogni grado del processo, indipendentemente dall'attività e dal comportamento di ciascuna parte. Ne...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 891 del 17 gennaio 201
«In materia di querela di falso, solo l'attuazione delle pronunce accessorie, indicate dall'art. 226, secondo comma, cod. proc. civ., è subordinata al passaggio in giudicato della sentenza, e non anche l'esecutività di ogni altro capo della...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 4038 del 20 febbraio 2014
«Non sussiste il rapporto di pregiudizialità, ai fini della sospensione necessaria di cui all'art. 295 cod. proc. civ., tra il giudizio di risoluzione contrattuale promosso dal subappaltante nei confronti del subappaltatore per l'inadempimento di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5346 del 28 maggio 1996
«Il delitto di concussione si distingue da quello di truffa aggravata dall'abuso dei poteri o dalla violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione in quanto nel primo reato l'abuso si atteggia, con riguardo alla determinazione della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3546 del 11 aprile 1996
«La distinzione tra il reato di concussione per induzione e quello di truffa aggravata dalla qualità di pubblico ufficiale sta nelle modalità dell'azione attuata da quest'ultimo. Pertanto, deve ravvisarsi concussione tutte le volte che l'abuso...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1426 del 1 febbraio 1990
«Nella truffa ai danni dello Stato, l'ingiusto profitto — inteso come realizzazione del possesso della cosa mobile o del danaro appartenente alla P.A. — si realizza per mezzo di attività strumentali (artifizi o raggiri, inducenti taluno in errore),...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15459 del 10 novembre 1989
«Il delitto di concussione per induzione mediante inganno si differenzia dalla truffa aggravata dalla qualità di pubblico ufficiale poiché nel primo l'abuso della funzione o della qualità di pubblico ufficiale assume, nel condizionamento della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4731 del 31 gennaio 2000
«In tema di condizioni per la riabilitazione, mentre, da un lato, la impossibilità di adempiere le obbligazioni civili derivanti dal reato non va intesa in senso restrittivo e cioè come conseguenza della sola impossidenza economica (ma ricomprende...»