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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7435 del 21 maggio 2002
«In tema di divorzio, l'art. 5, nono comma, della legge 1 dicembre 1970, n. 898 non impone al tribunale in via diretta ed automatica di disporre indagini avvalendosi della polizia tributaria ogni volta in cui sia contestato un reddito indicato e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 336 del 14 gennaio 2004
«Il diritto alla corresponsione dell'assegno di divorzio, in quanto avente ad oggetto più prestazioni periodiche, distinte ed autonome, si prescrive non a decorrere da un unico termine costituito dalla sentenza che ha pronunciato sul diritto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2273 del 18 marzo 1996
«In tema di adeguamento automatico dell'assegno di divorzio, poiché l'art. 5, comma 7, della L. 1 dicembre 1970, n. 898, nel testo modificato dall'art. 9 della L. 6 marzo 1987, n. 74, dispone che l'adeguamento deve essere stabilito «almeno» con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8654 del 29 agosto 1998
«I provvedimenti di cui all'art. 9, primo comma, L. 898/70 in tema di assegno di divorzio devono ritenersi pronunciati “allo stato degli atti”, attesane la funzione di bilanciamento e riequilibrio degli interessi contrapposti degli ex coniugi, con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17320 del 25 agosto 2005
«Ai sensi dell'art. 9 legge n. 898 del 1970 (così come modificato dall'art. 2 legge n. 436 del 1978 e dall'art. 13 legge n. 74 del 1987), le sentenze di divorzio passano in cosa giudicata «rebus sic stantibus», rimanendo cioè suscettibili di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 126 del 5 gennaio 2001
«La corresponsione in unica soluzione dell'assegno divorzile esclude la sopravvivenza, in capo al coniuge beneficiario, di qualsiasi ulteriore diritto, di contenuto patrimoniale e non, nei confronti dell'altro coniuge, attesa la cessazione, per...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18367 del 23 agosto 2006
«Ove, a sostegno della richiesta di revisione nel senso della diminuzione o della soppressione dell'assegno di divorzio, siano allegati sopravvenuti oneri familiari dell'obbligato (derivanti, nella specie, dalla nascita di due figli, generati dalla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4202 del 23 marzo 2001
«Una volta che nel giudizio con il quale sia stata chiesta la cessazione degli effetti civili di un matrimonio concordatario venga accertata la spettanza, ad una delle parti, dell'assegno di divorzio, ed una volta che su di essa si sia formato il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4615 del 7 maggio 1998
«Nel procedimento per lo scioglimento degli effetti civili del matrimonio, la domanda per l'attribuzione dell'assegno divorzile (art. 5, quarto comma, legge 898/70) ne presuppone la tempestiva proposizione secondo le ordinarie norme processuali,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2657 del 12 luglio 1976
«L'attribuzione di un assegno ai sensi del quarto comma dell'art. 5 della L. 1° dicembre 1970, n. 898, in materia di scioglimento del matrimonio, non può essere disposta d'ufficio, ma deve essere oggetto di specifica domanda. A tal fine non è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3330 del 8 ottobre 1976
«Il giudice non può concedere l'assegno di divorzio senza che vi sia stata domanda della parte interessata. Tuttavia, se nel giudizio di scioglimento di matrimonio il convenuto, opponendosi, insista per il mantenimento del vincolo e dei relativi...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 8627 del 28 marzo 2019
«In tema di ICI, la detrazione di cui all'art. 8, comma 2, del d.lgs. n. 504 del 1992 non è necessariamente correlata alla residenza anagrafica del contribuente, essendo consentito a quest'ultimo di dimostrare che l'abitazione principale si trova...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9238 del 23 ottobre 1996
«Quando nel corso di una fase di impugnazione di capo della sentenza di divorzio — passata in giudicato quanto alla cessazione degli effetti civili del matrimonio — relativo alla quantificazione della misura dell'assegno stabilito, per il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4205 del 24 febbraio 2006
«Il ricorso introduttivo del giudizio di divorzio rappresenta l'atto di riscontro della tempestività delle domande proposte dal ricorrente, cosicché la domanda del ricorrente, non contenuta nel ricorso introduttivo ma avanzata nella fase dinanzi al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7249 del 27 giugno 1995
«Il coniuge titolare dell'assegno di divorzio non ha diritto di conseguire una quota dell'anticipo del trattamento di fine rapporto dell'altro coniuge, ai sensi dell'art. 12 bis della L. 1 dicembre 1970, n. 898 (introdotto dall'art. 16 della L. 6...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 159 del 12 gennaio 1998
«Il diritto al trattamento di reversibilità, previsto, dall'art. 9, comma secondo, della legge n. 898 del 1970 nel testo novellato dall'art. 13 legge 6 marzo 1987, n. 74, a favore del coniuge divorziato, in assenza di un coniuge superstite avente i...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11061 del 19 maggio 2011
«Il ricorso introduttivo del giudizio volto allo scioglimento o alla cessazione degli effetti civili del matrimonio deve contenere il "petitum" richiesto al giudice, con la conseguenza che, quando esso contenga unicamente la domanda di riduzione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17336 del 23 luglio 2010
«Con riferimento ai procedimenti di divorzio introdotti anteriormente all'entrata in vigore della legge 14 maggio 2005, n. 80, una volta instaurato regolarmente il contraddittorio la mancata comparizione di una delle parti non incide sulla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9882 del 28 aprile 2006
«Nel processo di divorzio non trovano applicazione gli artt. 183 e 190 c.p.c., venendo in rilievo la disciplina speciale di cui all'art. 4 della legge 1 dicembre 1970, n. 898 (come modificato dall'art. 8 della legge 6 marzo 1987, n. 74) volta ad...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 17825 del 22 luglio 2013
«Nel giudizio di divorzio, una volta emessi i provvedimenti presidenziali temporanei ed urgenti, questi non possono essere modificati con una decisione assunta in sede di giudizio di revisione delle condizioni di separazione.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11319 del 27 maggio 2005
«Nel giudizio di divorzio in appello — che si svolge secondo il rito camerale, ai sensi dell'art. 4, dodicesimo comma, della legge 1 dicembre 1970, n. 898 (nel testo sostituito ad opera dell'art. 8 della legge 6 marzo 1987, n. 74) — l'acquisizione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1824 del 28 gennaio 2005
«La natura e la funzione dei provvedimenti diretti a regolare i rapporti economici tra i coniugi in conseguenza del divorzio, così come quelli attinenti al regime di separazione, postulano la possibilità di adeguare l'ammontare del contributo al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10065 del 25 giugno 2003
«L'art. 110 c.p.c., secondo il quale, in caso di morte di una parte, il processo è proseguito dal successore universale o nei suoi confronti, esaurisce i propri effetti nella sfera processuale e non si estende fino alla creazione di una...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 27751 del 11 dicembre 2013
«Il consenso informato, inteso quale espressione della consapevole adesione al trattamento sanitario proposto dal medico, impone che quest'ultimo fornisca al paziente, in modo completo ed esaustivo, tutte le informazioni scientificamente possibili...»
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Cassazione civile, Sez. VI-2, ordinanza n. 29548 del 14 novembre 2019
«Lo "jus eligendi sepulchrum" rientra nella categoria dei diritti della personalità e, come tale, non può formare oggetto di trasferimento "mortis causa"; ove, tuttavia, la "electio" non sia stata esercitata dal defunto durante la sua vita, la...»
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Cassazione civile, Sez. III, ordinanza n. 24214 del 30 settembre 2019
«In tema di associazioni non riconosciute, gli organi legittimati ad esprimere la volontà dell'ente permangono in carica, in applicazione analogica dell'art. 2385 c.c. e salvo che sia diversamente stabilito dallo statuto o dall'assemblea, fino alla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12771 del 31 maggio 2007
«La domanda di determinazione giudiziale dell'indennità di espropriazione ha natura conservativa del patrimonio, in quanto volta a limitare un pregiudizio che, scaturendo da un atto autoritativo e non negoziale, l'interessato non potrebbe...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 25650 del 15 ottobre 2018
«In tema di associazioni non riconosciute, la responsabilità personale e solidale, prevista dall'art. 38 c.c., di colui che agisce in nome e per conto dell'associazione non è collegata alla mera titolarità della rappresentanza dell'associazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, ordinanza n. 3841 del 15 febbraio 2021
«La residenza della persona ex art. 43 c.c. è determinata dall'abituale e volontaria dimora in un determinato luogo, caratterizzata dalla permanenza per un periodo apprezzabile e dall'intenzione di abitarvi in modo stabile, rivelata dalle...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2784 del 28 aprile 1980
«Il potere del giudice di vietare alla moglie l'uso del cognome del marito, ai sensi e nei casi di cui all'art. 156-bis c.c., postula una richiesta del marito stesso, la quale, pur non abbisognando di formule sacramentali, deve essere contenuta...»