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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 24231 del 4 giugno 2003
«Ai fini del reato di cui all'art. 217 comma primo n. 2 l. fall., operazioni di grave imprudenza sono quelle caratterizzate da alto grado di rischio, prive di serie e ragionevoli prospettive di successo economico, le quali, avuto riguardo alla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21081 del 5 maggio 2004
«Integra gli estremi del delitto di cui all'art. 232, comma terzo, n. 1, legge fallimentare (ricettazione post-fallimentare), la condotta consistita in distrazione di merci e danaro, di una società dichiarata fallita, dei quali si abbia la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2960 del 14 aprile 1988
«Qualora il venditore, con patto di riservato dominio, chieda ed ottenga il sequestro giudiziario della cosa, e poi agisca per la convalida e per il merito, domandando la risoluzione per inadempimento del contratto e la restituzione della cosa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 753 del 4 febbraio 1981
«Per la preclusione nascente dal giudicato implicito e dall'applicazione della regola che il giudicato copre il dedotto ed il deducibile (e cioè tutto ciò che doveva necessariamente essere dedotto per giustificare l'accoglimento o il rigetto della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22013 del 19 ottobre 2007
«La domanda avente ad oggetto la prededucibilità di un credito può essere dedotta per la prima volta con lo strumento dell'insinuazione tardiva al passivo, laddove i necessari presupposti fattuali siano maturati solo successivamente al decreto con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21252 del 14 ottobre 2010
«Il terzo datore di pegno, che abbia concesso garanzia (nella specie, sulla partecipazione sociale di s.r.l.) al creditore per l'adempimento delle obbligazioni del mutuatario, è privo della legittimazione ad impugnare la sentenza pronunciata in...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 375 del 9 gennaio 2013
«In tema di sospensione del processo, qualora penda in sede di legittimità il giudizio sulla risoluzione di un contratto di locazione e, contemporaneamente, penda in primo grado un altro giudizio sulla nullità e sostituzione "ex lege" del medesimo...»
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Cassazione civile, Sez. VI-2, ordinanza n. 24412 del 29 ottobre 2013
«L'intervento in appello, recante una domanda volta ad ottenere l'esecuzione in forma specifica in proprio favore di un contratto preliminare concluso "inter alios", è inammissibile, attesi i limiti sanciti dall'art. 344 c.p.c., tendendo non ad...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5071 del 25 maggio 1999
«In caso di contratti agrari in cui sia parte una famiglia coltivatrice, la quale ha la struttura della società semplice, la domanda giudiziale relativa a rapporti che rientrano nell'oggetto sociale può essere proposta nei confronti di ciascuno dei...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12351 del 6 luglio 2004
«Allorquando un documento risulti ritualmente prodotto nel primo grado del giudizio perché indicato nell'indice del fascicolo di parte, la circostanza che al momento della decisione del giudizio di secondo grado esso non si rinvenga in detto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10617 del 26 giugno 2012
«Sebbene sia consentito al giudice d'appello qualificare il contratto oggetto del giudizio in modo diverso rispetto a quanto ritenuto dal giudice di primo grado, tale attività gli è vietata se, per pervenire alla nuova qualificazione debba prendere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13441 del 8 giugno 2007
«Il principio secondo cui la portata precettiva di una sentenza va individuata con riferimento non solo al dispositivo, ma anche alla motivazione, trova applicazione tutte le volte in cui il giudice abbia pronunciato una sentenza di merito (di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 26905 del 10 novembre 2008
«A norma dell'art. 345 c.p.c. si ha domanda nuova, inammissibile in appello, quando la modifica della domanda originale si risolva in una pretesa sostanzialmente e formalmente diversa da quella fatta valere in primo grado, mentre si è in presenza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1952 del 10 febbraio 2003
«Nell'ipotesi di versamento di una somma di denaro a titolo di caparra confirmatoria, la parte adempiente che abbia agito per la risoluzione del contratto ed il risarcimento del danno, in secondo grado, in sostituzione di dette pretese, può...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13270 del 27 novembre 1999
«I diritti reali si identificano in base alla sola indicazione del loro contenuto (ossia il bene che ne forma l'oggetto) e non in base al titolo che ne costituisce la fonte, onde l'allegazione nel corso del giudizio di rivendicazione, sia in primo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9851 del 10 ottobre 1997
«La proprietà e gli altri diritti reali di godimento appartengono alla categoria dei diritti «autodeterminati», individuati in base alla sola indicazione del loro contenuto, rappresentato dal bene che ne forma l'oggetto, sicché nelle azioni ad essi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8564 del 29 maggio 2012
«Costituisce mutamento inammissibile della domanda invocare in primo grado l'esistenza d'un contratto preliminare e chiederne l'esecuzione in forma specifica, e qualificare, invece, in appello quel contratto non come preliminare, ma come patto di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22494 del 26 ottobre 2007
«È nuova, come tale inammissibile in appello, la domanda — nella specie in tale grado proposta con la formula «anche o alternativamente» — di esecuzione specifica dell'obbligo di concludere il contratto preliminare di compravendita di un immobile...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11760 del 6 settembre 2000
«Nell'ipotesi di versamento di una somma di danaro a titolo di caparra confirmatoria, la parte adempiente che abbia agito per l'esecuzione o risoluzione del contratto e per la condanna al risarcimento del danno ai sensi dell'art. 1453 c.c., può, in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8095 del 14 giugno 2000
«Avuto riguardo ai diversi presupposti e finalità che contraddistinguono rispettivamente le azioni di risoluzione del contratto per mutuo consenso e per inadempimento, costituisce domanda nuova, inammissibile in appello, la richiesta di risoluzione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8070 del 4 settembre 1996
«L'art. 1453 c.c. contiene una deroga al divieto generale di mutamento della domanda nel corso del processo, limitatamente al petitum e non anche alla causa petendi. Pertanto, la risoluzione di un contratto preliminare di vendita non può essere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1090 del 30 gennaio 1995
«La richiesta di risoluzione per eccessiva onerosità sopravvenuta del contratto con prestazioni corrispettive (art. 1467 c.c.) costituisce, anche quando proviene dalla parte convenuta per l'esecuzione del contratto, una vera e propria domanda, e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7668 del 6 settembre 1994
«L'azione di risoluzione del contratto in applicazione dell'art. 1456 c.c. tende ad una pronuncia dichiarativa dell'avvenuta risoluzione di diritto a seguito dell'inadempimento di una delle parti previsto come determinante per la sorte del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17257 del 12 luglio 2013
«Proposte eccezioni di nullità del contratto nel primo grado (nella specie, di abusivo riempimento dei moduli da parte della banca nelle parti riguardanti le dichiarazioni di aumento della fideiussione), è ammissibile in appello, alla stregua del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15658 del 21 giugno 2013
«Anche in materia di mediazione la non contestazione del convenuto costituisce un comportamento univocamente rilevante ai fini della determinazione dell'oggetto del giudizio, con effetti vincolanti per il giudice, che dovrà astenersi da...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 21729 del 23 settembre 2013
«Alla regola secondo cui nel giudizio di legittimità l'elenco dei documenti relativi all'ammissibilità del ricorso, che siano stati prodotti successivamente al deposito di questo, debba essere notificato alle altre parti (art. 372, secondo comma,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5974 del 18 marzo 2005
«I documenti volti a dimostrare l'adempimento dell'obbligazione oggetto del giudizio non appartengono al novero di quelli per cui l'art. 372 c.p.c. ammette la produzione per la prima volta nel giudizio di Cassazione, poiché essi comportano sempre...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6703 del 21 marzo 2007
«Dato che tutta l'attività del giudice di legittimità è caratterizzata dalla funzione nomofilattica e che, ove siano dedotte questioni attinenti pretese fondate su fonti pattizie, il controllo della Corte di cassazione investe non soltanto il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10386 del 18 maggio 2005
«In tema di giudizio di rinvio, la domanda di risarcimento del danno conseguente alla privazione del bene, dal cui godimento la parte è stata estromessa per effetto dell'esecuzione forzata o coattiva della sentenza cassata, si fonda sul criterio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 18343 del 13 settembre 2004
«Ai fini dell'applicazione dell'art. 68 della legge professionale forense 27 novembre 1933, n. 1578, mentre la nozione di transazione della lite deve essere intesa nella più ampia accezione di ogni accordo che abbia l'effetto di estinguere la...»