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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4434 del 24 aprile 1975
«La norma dell'art. 123 c.p. non può essere intesa nel senso che soltanto se viene accertata la colpevolezza del concorrente in seguito al giudizio deve ritenersi che esattamente la querela sia stata estesa anche a lui, ma nel senso che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13039 del 7 aprile 2005
«Il disposto dell'art. 200, comma primo, c.p. — secondo cui le misure di sicurezza sono regolate dalla legge in vigore al momento della loro applicazione — deve essere interpretato nel senso che, mentre non può applicarsi una misura di sicurezza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3391 del 6 novembre 1995
«Il disposto dell'art. 200, comma 1, c.p. — secondo cui le misure di sicurezza sono regolate dalla legge in vigore al momento della loro applicazione — va interpretato nel senso che non potrà mai applicarsi una misura di sicurezza per un fatto che,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 40808 del 18 novembre 2010
«Agli effetti penali la pericolosità sociale rilevante ai fini dell'applicazione di una misura di sicurezza consiste nel pericolo di commissione di nuovi reati e deve essere valutata autonomamente dal giudice che deve tener conto dei rilievi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2356 del 7 luglio 1992
«La pericolosità sociale, ai fini dell'applicazione di misure di sicurezza, può desumersi anche da semplici indizi, sempre che questi siano costituiti da elementi di fatto certi, dai quali sia possibile far discendere, sul piano congetturale, la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1569 del 27 novembre 1968
«A differenza che per le ipotesi criminose previste dagli artt. 432, 433 e 434 c.p., per la sussistenza del delitto di detenzione di materie esplodenti (art. 435 c.p.) non è richiesto il verificarsi di un pericolo per la pubblica incolumità. Il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11290 del 9 dicembre 1993
«L'art. 285 c.p. prevede la commissione di un fatto, allo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato, diretto a portare nel territorio dello Stato o in una parte di esso, la devastazione, il saccheggio o la strage. Pertanto, il reato è correlato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6979 del 12 luglio 1985
«In tema di reati commessi da appartenenti ad associazioni criminose, la sola appartenenza all'associazione ed anche l'eventuale previsione del reato fine, sono di per sé inidonee a far ritenere responsabile come compartecipe il singolo associato,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1964 del 21 settembre 1984
«L'aggravante di cui all'art. 1, d.l. 15 dicembre 1979, n. 625, convertito nella L. 6 febbraio 1980, n. 15 (finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico) è compatibile con il delitto di banda armata previsto dall'art. 306 c.p. Gli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5777 del 12 febbraio 2007
«La raccomandazione ad un docente universitario per il superamento degli esami da parte di uno studente, in genere irrilevante sul piano penale, assume la consistenza di una condotta illecita, che può dar luogo alla commissione del reato di cui...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16465 del 27 aprile 2011
«In tema di dolo, la prova della volontà di commissione del reato è prevalentemente affidata, in mancanza di confessione, alla ricerca delle concrete circostanze che abbiano connotato l'azione e delle quali deve essere verificata la oggettiva...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 17988 del 12 maggio 2010
«Il tentativo è configurabile anche quando non sia compiuto almeno un frammento della condotta tipica, sempre che gli atti posti in essere siano idonei e inequivocabilmente diretti alla commissione del delitto.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 21267 del 15 maggio 2003
«Il reato previsto dall'art. 6 della legge 13 dicembre 1956, n. 1409 che commina le pene stabilite dall'art. 1100 c.n. per la commissione di atti di resistenza contro unità della guardia di finanza, può concorrere con il reato di cui all'art 337...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11808 del 12 marzo 2013
«Il delitto di traffico di influenze di cui all'art. 346 bis c.p., così come introdotto dall'art. 1, comma 75, della l. n. 190 del 2012, è una fattispecie che punisce un comportamento propedeutico alla commissione di una eventuale corruzione e non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34827 del 8 settembre 2009
«Integra il delitto di millantato credito aggravato (artt. 346, 61, n. 9, c.p.) e non quello di concussione, la condotta di induzione della vittima a versare una somma di denaro realizzata dal pubblico ufficiale mediante il raggiro della falsa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9331 del 8 marzo 2002
«Commette il delitto di rivelazione di segreto di ufficio il presidente di una commissione speciale per la trasparenza, istituita dal consiglio comunale, che riveli nel corso di una conferenza stampa e riporti in una denuncia presentata...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17702 del 16 aprile 2004
«Costituisce esercizio abusivo di una professione la commissione da parte di soggetto non in possesso dei requisiti professionali dell'attività riservata in via esclusiva a soggetti ai quali la legge ha riconosciuto la possibilità di svolgerla per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21424 del 15 maggio 2003
«Concorre nel reato di abusivo esercizio di una professione, previsto dall'art. 348 c.p., il geometra che si sia limitato a sottoscrivere un progetto edilizio interamente elaborato da soggetto privo di abilitazione, rendendo in questo modo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3496 del 20 dicembre 1999
«L'omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale, prevista dall'art. 361 c.p., è configurabile anche quando essa abbia ad oggetto uno scritto anonimo il quale non contenga soltanto la generica indicazione di fatti suscettibili di essere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 51780 del 27 dicembre 2013
«Nel reato di omissione di referto, l'obbligo di riferire si configura per la semplice possibilità che il fatto presenti i caratteri di un delitto perseguibile di ufficio, secondo un giudizio riferito al momento della prestazione sanitaria in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8264 del 1 luglio 1980
«Il reato di cui all'art. 367 c.p. è reato istantaneo che si consuma con la semplice denuncia idonea a provocare investigazioni e accertamenti della polizia giudiziaria, né l'omissione della firma del verbale di denuncia può avere alcuna influenza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15096 del 31 marzo 2003
«Una volta ammesso il giuramento decisorio da parte del giudice civile sono irreversibilmente realizzati i presupposti per la commissione del delitto di cui all'art. 371 c.p. e lo spergiuro consumato non può essere messo nel nulla dalle successive...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4150 del 9 maggio 1984
«Per la configurabilità del reato di favoreggiamento reale è necessario che l'aiuto venga prestato nell'interesse esclusivo dell'autore del reato principale. Se esso venga, invece, prestato, o anche solo offerto, per una finalità di profitto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9912 del 13 ottobre 1988
«Sussiste il concorso nel reato ogni qualvolta si pone in essere un'attività di cooperazione o di collaborazione che comporta appoggio e comunque agevola la commissione del reato. Tale attività di collaborazione e di appoggio, comunque prestata,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10411 del 7 ottobre 1987
«La competenza territoriale del giudice nella ipotesi di consumazione del delitto di associazione per delinquere, sia di diritto comune che rivolta alla commissione dei reati previsti dalla legge sugli stupefacenti, si incardina nel luogo in cui...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3558 del 21 marzo 1987
«Per la configurabilità del reato di favoreggiamento reale è necessario che l'aiuto venga prestato nell'interesse esclusivo dell'autore del reato principale; se esso venga, invece, prestato, o anche solo offerto, per una qualità di profitto,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4765 del 12 aprile 1980
«La situazione di necessità prevista dall'art. 384 del c.p. non è costituita da un evento di pericolo, come è per la difesa legittima e per lo stato di necessità, ma da un evento di danno; per cui, ad integrare l'esimente speciale prevista dalla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3861 del 30 giugno 1997
«Il reato di favoreggiamento personale ha come presupposto la commissione, da parte di un altro soggetto, di un altro delitto per il cui accertamento siano in corso indagini, e si concreta con l'agevolazione prestata a sottrarsi alle indagini...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44898 del 7 dicembre 2005
«Il concorso formale tra il delitto di favoreggiamento personale (art. 378 c.p.) e quello di procurata inosservanza di pena (art. 390 c.p.), è ammissibile solo quando il soggetto favorito rivesta contemporaneamente la qualità di condannato in via...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8836 del 5 settembre 1991
«Il reato di «ragion fattasi» di cui all'art. 393 c.p. non è escluso dalla circostanza che il preteso diritto appartenga a soggetto diverso dall'agente, se questi, nella qualità di negotiorum gestor e senza la necessità di investiture formali,...»