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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1505 del 11 febbraio 1995
«La tolleranza, da parte del datore di lavoro, di precedenti mancanze — dello stesso o di altro lavoratore — non implica acquiescenza preclusiva della possibilità di un licenziamento per un'eguale infrazione successiva, atteso anche il presumibile...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10082 del 1 agosto 2000
«La reiterazione di una condotta disciplinarmente rilevante può legittimamente essere considerata nella valutazione della gravità oggettiva e soggettiva del comportamento da ultimo messo in atto dal lavoratore, tanto più quando gli episodi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19786 del 17 settembre 2010
«In tema di licenziamento disciplinare, nell'ipotesi in cui il contratto collettivo nazionale di settore ricolleghi la sanzione esclusivamente al fatto di aver riportato condanna penale per determinati titoli di reato, il Collegio arbitrale è privo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13983 del 24 ottobre 2000
«In materia di licenziamento per ragioni disciplinari, il principio per cui il giudice di merito deve accertare in concreto, in relazione a clausole della contrattazione collettiva che prevedano per specifiche inadempienze del lavoratore la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6900 del 26 maggio 2000
«Il fatto che la disciplina collettiva preveda un comportamento come giusta causa di licenziamento non esime il giudice, investito della impugnativa della legittimità di tale recesso, dal dovere di valutare — mediante un accertamento che è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12804 del 18 novembre 1999
«La sentenza pronunciata a norma dell'art. 444 c.p.p., che disciplina l'applicazione della pena su richiesta dell'imputato, non è tecnicamente configurabile come una sentenza di condanna, anche se è a questa equiparata a determinati fini; tuttavia,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4395 del 29 aprile 1998
«Quando il contratto collettivo punisca con sanzione disciplinare non espulsiva un determinato comportamento del lavoratore, non è consentito al giudice di merito di apprezzare tale condotta quale ragione di irrimediabile lesione del rapporto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8098 del 2 luglio 1992
«La previsione da parte della contrattazione collettiva della recidiva in successive mancanze disciplinari come ipotesi di giustificato motivo di licenziamento non esclude il potere del giudice di valutare la gravità in concreto dei singoli fatti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5832 del 16 giugno 1994
«In tema di organizzazioni di tendenza il licenziamento ideologico, collegato cioè all'esercizio, da parte del prestatore di lavoro, di diritti costituzionalmente garantiti, quali la libertà di opinione, la libertà di religione e, nel campo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7021 del 25 marzo 2011
«In tema di licenziamento disciplinare, l'espresso divieto di svolgere qualsivoglia attività lavorativa da parte del dipendente fruitore di congedo familiare ai sensi dell'art. 4, secondo comma, della legge n. 53 del 2000, non importa che lo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9474 del 21 aprile 2009
«L'espletamento di altra attività, lavorativa ed extralavorativa, da parte del lavoratore durante lo stato di malattia è idoneo a violare i doveri contrattuali di correttezza e buona fede nell'adempimento dell'obbligazione e a giustificare il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3226 del 11 febbraio 2008
«In tema di controlli sulle assenze per malattia dei lavoratori dipendenti, volti a contrastare il fenomeno dell'assenteismo e basati sull'introduzione di fasce orarie entro le quali devono essere operati dai servizi competenti accessi presso le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9076 del 29 luglio 1992
«La prestazione di altre attività remunerate da parte del lavoratore che fruisce del.trattamento di integrazione salariale, in violazione del divieto di cui all'art. 3 D.L.G.L.T. n. 788/1945, e la stessa falsa dichiarazione resa per ottenere detto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5006 del 27 aprile 1992
«Lo svolgimento di altra attività lavorativa da parte del dipendente assente per malattia può costituire elemento idoneo a dimostrare la insussistenza dell'infermità addotta a giustificazione dell'assenza, e quindi una violazione degli obblighi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1035 del 2 febbraio 1991
«In ipotesi di assenza di lavoro per malattia, l'inosservanza, da parte del lavoratore, della disciplina dettata dall'art. 2 del D.L. 30 dicembre 1979 n. 663 (cony., con modifiche, dalla L. n. 33 del 1980), in tema d'invio della documentazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 29825 del 19 dicembre 2008
«Il principio di non colpevolezza fino alla condanna definitiva sancito dall'art. 27, secondo comma, Cost. concerne le garanzie relative all'attuazione della pretesa punitiva dello Stato, e non può quindi applicarsi, in via analogica o estensiva,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5601 del 23 giugno 1997
«In considerazione della necessaria proporzionalità tra infrazione compiuta dal lavoratore e conseguente sanzione disciplinare e della gravità degli effetti del licenziamento per il lavoratore e la sua famiglia, risponde ai principi che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4175 del 13 maggio 1997
«In tema di licenziamento per giusta causa, il rilievo che il fatto contestato, oltre che inadempimento delle obbligazioni proprie del rapporto di lavoro, costituisca anche illecito penale, se è indice di gravità del fatto, non è idoneo da solo a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13167 del 8 giugno 2009
«In materia di licenziamento disciplinare, il principio dell'immediatezza della contestazione, che trova fondamento nell'art. 7, terzo e quarto comma, legge 20 maggio 1970, n. 300, mira, da un lato, ad assicurare al lavoratore incolpato il diritto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10547 del 9 maggio 2007
«Nel caso di irrogazione di licenziamento per giusta causa conseguente all'espletamento di procedimento disciplinare, ai fini della valutazione della tempestività della sanzione espulsiva, deve distinguersi tra la contestazione disciplinare, che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6963 del 23 marzo 2009
«Il carattere della continuatività di un determinato compenso non può essere concepito in modo assoluto, ma deve essere valutato in relazione alla particolare natura di ciascun compenso, attraverso un'indagine volta ad accertare, oggettivamente e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4069 del 19 febbraio 2009
«Il principio secondo cui la determinazione del t.f.r. va fatta secondo i criteri previsti dall'art. 2120 c.c. è del tutto inderogabile dalle parti, con la conseguenza che vanno inclusi nella base di calcolo tutti gli emolumenti riferiti ad eventi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 365 del 13 gennaio 2010
«In tema di determinazione del trattamento di fine rapporto, il principio secondo il quale la base di calcolo va di regola determinata in relazione al principio della onnicomprensività della retribuzione di cui all'art. 2120 c.c., nel testo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11002 del 3 novembre 1998
«Per quanto concerne il trattamento di fine rapporto, la L. 29 maggio 1982, da una parte, ha stabilito (art. 1 trasfuso nel secondo comma dell'art. 2120) che, salva diversa previsione dei contratti collettivi, la retribuzione annua comprende tutte...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4872 del 5 maggio 1995
«Le clausole della contrattazione collettiva nulle per contrasto con gli artt. 2120 e 2121 c.c. (testo previgente) devono ritenersi inefficaci anche a seguito dell'entrata in vigore della legge 29 maggio 1982, n. 297, benché questa espressamente...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 542 del 12 gennaio 2011
«In tema di lavoro straordinario, il compenso forfettario della prestazione resa oltre l'orario normale di lavoro accordato al lavoratore per lungo tempo, ove non sia correlato all'entità presumibile della prestazione straordinaria resa,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3888 del 1 aprile 1993
«Il servizio mensa — il quale (sia nel regime anteriore all'entrata in vigore dell'art. 6 del D.L. 11 luglio 1992, n. 333, convertito in L. 8 agosto 1992, n. 359, che in quello da tale norma espresso, che assume, pertanto, il valore di disposizione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1778 del 18 maggio 1976
«Gli elementi integrativi della retribuzione, per essere computabili nell'indennità di anzianità e in quella sostitutiva del preavviso, debbono rappresentare per il datore di lavoro una controprestazione obbligatoria, che costituisca il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5691 del 19 aprile 2002
«Il patto di non concorrenza, disciplinato dall'art. 2125 c.c., può riguardare non soltanto i dipendenti che svolgono mansioni direttive o di, alto livello, ma anche tutti coloro che, pur essendo impiegati in compiti non intellettuali (sinanche di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11559 del 26 maggio 2011
«In ipotesi di rapporto di lavoro subordinato avente ad oggetto l'insegnamento presso scuole private legalmente riconosciute, il possesso del titolo legale di abilitazione all'insegnamento da parte degli insegnanti rappresenta un requisito di...»