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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5240 del 15 marzo 2004
«La clausola generale di buona fede nell'esecuzione del contratto impone a ciascuna delle parti del rapporto obbligatorio il dovere di agire in modo da preservare gli interessi dell'altra, a prescindere dall'esistenza di specifici obblighi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5724 del 23 marzo 2004
«Gli atti contrattuali con i quali una società cooperativa trasferisca ad alcuni soci la proprietà di alloggi, da essa costruiti, a condizioni più favorevoli rispetto a quelle praticate (o che in futuro è prevedibile possano essere praticate) ad...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9062 del 4 novembre 1994
«Nel giudizio di cassazione, la facoltà di cui all'ultimo comma dell'art. 379 c.p.c. di presentare nella stessa udienza di discussione brevi osservazioni per iscritto sulle conclusioni del pubblico ministero deve intendersi attribuita ai soli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9466 del 28 aprile 2011
«Nella vendita di cose determinate solo nel genere, l'individuazione di esse, necessaria perché all'effetto obbligatorio segua quello reale del trasferimento della proprietà dal venditore al compratore, deve essere fatta in presenza e con il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8857 del 10 ottobre 1996
«L'espressa previsione, da parte dell'art. 96 c.p.c., del potere del giudice di liquidare il danno da responsabilità processuale aggravata si basa sulla considerazione che tale danno non può di norma essere provato nel suo esatto ammontare e quindi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19472 del 19 dicembre 2003
«In tema di promessa del fatto del terzo, ai sensi dell'art. 1381 c.c., le conseguenze derivanti dal mancato compimento del fatto promesso, per il rifiuto del terzo di obbligarsi o di tenere il comportamento oggetto delle promessa, devono essere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 724 del 18 marzo 1970
«Secondo la disciplina positiva, la clausola penale si collega necessariamente alla duplice ipotesi dell'inadempimento o del ritardo nell'adempimento sul presupposto che l'uno e l'altro siano imputabili all'obbligato. Pertanto, tale disciplina è...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11710 del 5 agosto 2002
«Il criterio normativo per l'esercizio del potere giudiziale di riduzione della penale è l'interesse esclusivamente patrimoniale del creditore all'integrale esecuzione del contratto (da valutarsi in termini oggettivi, commisurando la penale alla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8488 del 22 giugno 2000
«Nel contratto preliminare unilaterale la dazione di una somma da parte del contraente non ancora obbligato, ancorché qualificata come dazione a titolo di caparra confirmatoria, assolve solo la funzione di versamento di un acconto nel prezzo.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1729 del 6 maggio 1977
«La caparra confirmatoria, pur trovando applicazione nei contratti con prestazioni corrispettive, è inapplicabile nel caso in cui questi non vincolano entrambi i contraenti, come si verifica nell'ipotesi dell'opzione fino a quando non sorge un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5023 del 2 settembre 1978
«Il cosiddetto «recesso» del contraente non inadempiente previsto nell'art. 1385 c.c., in tema di caparra confirmatoria, è uno strumento di risoluzione del contratto affidato alla manifestazione di volontà di quella parte e trova condizione di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 645 del 23 gennaio 1999
«La disposizione dell'art. 1419, secondo comma, c.c., a norma della quale la nullità di singole clausole contrattuali non importa la nullità del contratto, quando le clausole nulle sono sostituite di diritto da norme imperative, impedisce che al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10530 del 23 ottobre 1998
«La rilevabilità d'ufficio della nullità di un atto prevista dall'art. 1421 c.c. non comporta che il giudice sia obbligato ad un accertamento d'ufficio in tal senso, dovendo invece detta nullità risultare ex actis ossia dal materiale probatorio...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11377 del 25 ottobre 1991
«Con riguardo all'assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti, nel caso di liquidazione coatta amministrativa dell'impresa assicuratrice, il rapporto di rappresentanza ex...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2738 del 22 dicembre 1970
«L'esecuzione volontaria, che dà luogo alla convalida tacita del contratto annullabile, ai sensi dell'art. 1444, secondo comma, c.c., consiste in un comportamento negoziale, il quale si risolve in un'attività che, tendendo a realizzare la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9289 del 9 luglio 2001
«Elemento essenziale per la validità di una scrittura privata è la sottoscrizione della stessa da parte del suo autore, che non trova equipollenti né nella conclamata autografia del testo, né nel segno di croce apposto dal soggetto da cui il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1525 del 26 gennaio 2006
«In tema di società di capitali, l'atto compiuto da un componente del consiglio di amministrazione in assenza della preventiva deliberazione dell'organo competente e senza spendita del nome sociale è equiparabile al negozio compiuto dal "falsus...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9270 del 3 settembre 1999
«Quando il contratto concluso dal rappresentante con se stesso è stato concluso in adempimento di un contratto preliminare non opera la presunzione di conflitto di interessi che l'art. 1395 c.c. pone per il caso in cui il rappresentante è tale nei...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2333 del 21 giugno 1976
«L'inadempimento contrattuale è costituito dall'inesecuzione di una prestazione per effetto della mancata attuazione, da parte dell'obbligato, dell'impegno di cooperazione richiesto, secondo il singolo tipo di rapporto obbligatorio, per la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3516 del 12 giugno 1985
«In tema di risoluzione del contratto per inadempimento (nella specie: di contratto di locazione per mutata destinazione della cosa locata), la sussistenza o meno dell'elemento soggettivo va accertata specificamente, sulla scorta delle risultanze...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1789 del 15 aprile 1978
«La figura del contratto per persona da nominare è riconosciuta dal codice civile in termini generali, sia per i contratti ad efficacia reale, sia per quelli ad effetti meramente obbligatori; pertanto, al contratto preliminare direttamente...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8344 del 29 luglio 1995
«In tema di cessione del contratto, il raffronto tra le varie norme contenute nel codice civile e nelle leggi speciali consente di escludere che viga nell'ordinamento un principio generale in forza del quale la formulazione di un esplicito consenso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13261 del 27 novembre 1999
«L'intestazione fiduciaria di titoli azionari (o di quote di partecipazione societaria) integra gli estremi dell'interposizione reale di persona, per effetto della quale l'interposto acquista (a differenza che nel caso di interposizione fittizia o...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3993 del 5 luglio 1982
«Al fine dell'accertamento delle condizioni economiche dell'obbligato, il coniuge istante per l'assegno di divorzio può invocare, in qualità di terzo a norma dell'art. 1415 secondo comma c.c., la simulazione di atti compiuti dall'altro coniuge, che...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 940 del 22 gennaio 2003
«Il divieto di premi in danaro in concorsi banditi da privati, posto dall'art. 51 del R.D.L. 19 ottobre 1938, n. 1933, convertito in legge 5 giugno 1939, n. 973, opera soltanto sul piano della necessaria autorizzazione amministrativa e non svolge...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5979 del 22 giugno 1994
«Il fallimento del dante causa del promissario venditore di un immobile, con l'astratta possibilità di conseguente revocatoria fallimentare, non giustifica, di per sé, l'esercizio, da parte del promissario acquirente, della facoltà di sospendere,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9200 del 14 maggio 2004
«Nei contratti a prestazioni corrispettive le disposizioni di cui ai commi 2 e 3 di cui all'art. 1453 c.c. sono simmetriche, giacché, come non è consentito all'attore che abbia proposto domanda di risoluzione pretendere la prestazione avendo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9358 del 4 settembre 1991
«Ai fini della determinazione della gravità dell'inadempimento, il giudice del merito può tenere conto anche del comportamento dell'inadempiente posteriore alla domanda di risoluzione del contratto, in considerazione del fatto che l'unità del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4014 del 11 giugno 1983
«Ai fini della determinazione della gravità o meno dell'inadempimento, il giudice del merito può tenere conto anche del comportamento dell'inadempiente posteriore alla domanda di risoluzione del contratto, ma l'unità del rapporto obbligatorio, cui...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10844 del 5 novembre 1997
«La risoluzione del contratto, anche se pronunciata nella ipotesi di integrale inadempimento dell'unica obbligazione oggetto del negozio, non può, comunque, prescindere dalla valutazione concreta dell'importanza dell'inadempimento dell'obbligato.»