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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 423 del 22 gennaio 1982
«L'art. 682 c.c., il quale dispone che il testamento posteriore, quando non revoca in modo espresso il precedente, annulla in questo soltanto le disposizioni incompatibili, fissa un principio generale di conservazione delle disposizioni precedenti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5067 del 21 novembre 1977
«Stante la piena libertà del testatore di mutare, fino al momento della morte, le proprie disposizioni, nel caso di successivi testamenti non è necessario, una volta individuata l'ultima volontà testamentaria, accertare che vi sia stata altresì la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 454 del 25 febbraio 1970
«A norma dell'art. 682 c.c., una disposizione testamentaria deve ritenersi tacitamente revocata quando esiste, tra essa ed altra di data posteriore, incompatibilità oggettiva (impossibilità di dare esecuzione sia all'una che all'altra) o anche solo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 918 del 20 gennaio 2010
«In materia testamentaria, ove l'istituito produca in giudizio una fotocopia di un frammento dell'originale della scheda, strappato in una sua parte in modo tale che non sia possibile ricostruirne l'esatto contenuto, deve ritenersi ammissibile la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10 del 9 gennaio 1973
«L'art. 684 c.c. — secondo cui il testamento olografo distrutto, lacerato o cancellato, in tutto o in parte, si considera in tutto o in parte revocato, a meno che si provi che fu distrutto, lacerato o cancellato da persona diversa dal testatore,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1935 del 9 marzo 1996
«L'art. 687, primo comma, c.c. ha il fondamento oggettivo individuabile nella modificazione della situazione familiare in relazione alla quale il testatore aveva disposto dei suoi beni. Siccome tale modificazione sussiste sia quando il testatore...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 187 del 29 gennaio 1970
«Accertata la volontà del testatore di mantenere ferme le disposizioni testamentarie nel caso di esistenza o sopravvenienza di figli, è irrilevante ogni indagine sulla certezza — o meno — dell'evento prospettatosi dal testatore, e sul contenuto o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4435 del 24 febbraio 2009
«L'interpretazione di una disposizione testamentaria volta a determinare se il testatore abbia voluto disporre una sostituzione fedecommissaria o una costituzione testamentaria di usufrutto deve muovere dalla ricerca della effettiva volontà del "de...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 243 del 10 gennaio 1995
«Integra fedecommesso, vietato dall'art. 899 del c.c. del 1865, quella disposizione testamentaria, comunque articolata, che conferisca secondo un ordine successivo determinati beni ad un istituto per la durata della sua vita ed i medesimi beni ad...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2088 del 20 febbraio 1993
«Al fine di stabilire se il testatore, attribuendo ad un soggetto l'usufrutto sui beni costituenti la massa ereditaria e ad un altro soggetto la nuda proprietà degli stessi beni, abbia inteso nominare erede universale il beneficiario...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7267 del 2 luglio 1991
«Nell'interpretazione di una disposizione testamentaria, con riguardo alla previsione dell'attribuzione (separata) simultanea, a distinti soggetti, della nuda proprietà e dell'usufrutto dei beni ereditari oppure di una sostituzione fedecommissaria,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11968 del 28 giugno 2004
«Per effetto della disposizione transitoria contenuta nell'art. 238, secondo comma, della legge 19 maggio 1975 n. 151 — a norma della quale sono salve le sostituzioni fedecommissarie anteriori alla data di entrata in vigore di essa legge — e per il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4930 del 27 aprile 1993
«L'investitura dell'ufficio di esecutore testamentario è geneticamente collegata ad una fattispecie complessa a formazione progressiva, rivestita da forme richieste ad substantiam, sia per la nomina che per l'accettazione: e ciò in armonia con il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9289 del 30 agosto 1991
«Con riguardo al decreto di autorizzazione dell'esecutore testamentario alla vendita di un bene dell'eredità (nella specie, bene immobile), l'inosservanza dell'art. 703, quarto comma, c.c., ove fa obbligo della preventiva audizione degli eredi,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1619 del 4 giugno 1974
«Presupposto dell'amministrazione che la legge conferisce all'esecutore testamentario, è il possesso dei beni ereditari, senza del quale non è data all'esecutore l'attuazione dei compiti che gli sono propri. Ove, pertanto, l'esecutore non sia in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6143 del 5 luglio 1996
«L'omessa trascrizione delle conclusioni delle parti nell'epigrafe della sentenza non è causa di nullità, ma può rilevare come vizio di motivazione su un punto decisivo o come omessa pronuncia su un capo di domanda, qualora dalla motivazione stessa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1044 del 16 marzo 1977
«L'esecutore testamentario, nello svolgimento del suo compito di assicurare la piena attuazione della volontà del defunto, dispone di una duplice legittimazione processuale, e cioè di una lettimazione jure proprio , attinente all'esercizio dei...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1764 del 28 gennaio 2008
«Il provvedimento di esonero dell'esecutore testamentario per gravi irregolarità nell'adempimento dei suoi obblighi è assunto — in considerazione dell'espresso richiamo all'art. 710 c.c. contenuto nell'art. 750, ultimo comma, c.p.c. — dal...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3732 del 20 aprile 1985
«La seminfermità mentale e le circostanze aggravanti della premeditazione e del motivo abietto o futile operano su piani distinti: l'una (la seminfermità) è aspetto della capacità di intendere e di volere, ossia dell'imputabilità, la quale è a sua...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6982 del 23 marzo 2009
«Il coerede che sul bene comune da lui posseduto abbia eseguito delle migliorie, può pretendere, in sede di divisione, non già l'applicazione dell'art. 1150, comma quinto, c.c. - secondo cui è dovuta un'indennità pari all'aumento di valore della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9269 del 9 aprile 2008
«Il gestore di una comunione ereditaria ha diritto al rimborso delle spese necessarie od utili per la conservazione o il miglioramento dei beni comuni ma non può pretendere il pagamento dei debiti verso la massa da parte dei coeredi o legatari, in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1144 del 1 febbraio 1995
«Con riguardo ai crediti nascenti da un rapporto di comunione a favore di un comunista nei confronti di un altro (nella specie, per rimborso di spese di ricostruzione e di addizioni relative ad immobile in comunione), che non siano mai stati...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5861 del 23 maggio 1991
«Con riguardo ad una comunione la resa dei conti, così come il pagamento delle migliorie, oltre che operazioni inserite nel relativo procedimento di divisione possono costituire anche obblighi a sé stanti, sicché l'azione di rendiconto e quella di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7716 del 2 agosto 1990
«Il condividente di un bene immobile che durante il periodo di comunione abbia goduto l'intero bene da solo senza un titolo giustificativo, deve corrispondere agli altri, quale ristoro per la privazione della utilizzazione pro quota del bene comune...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1528 del 21 febbraio 1985
«Ai fini della determinazione dei frutti che uno dei condividenti deve corrispondere in relazione alla detenzione di un immobile oggetto di divisione giudiziale occorre far riferimento ai frutti civili, i quali si identificano nel corrispettivo del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 25646 del 23 ottobre 2008
«Nel giudizio di divisione ereditaria, la collazione per imputazione nella quale il giudice, a norma degli artt. 724 e 725 c.c., imputa alla quota del coerede le somme di denaro delle quali il medesimo sia debitore verso gli altri coeredi, per poi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5092 del 9 marzo 2006
«Ai sensi dell'art. 724, secondo comma, c.c., il coerede debitore del de cuius , al fine di assolvere alla propria obbligazione, deve conferire alla massa l'intero debito, imputandolo alla sua quota, e non anche pagare direttamente agli altri...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3617 del 11 aprile 1987
«Dal combinato disposto del secondo comma dell'art. 724 e del primo comma dell'art. 725 c.c. si evince che nel giudizio di divisione, il giudice, prima della formazione delle singole porzioni, deve imputare alla quota del coerede le somme di danaro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 398 del 26 gennaio 1985
«Con riguardo a divisione ereditaria allorquando i crediti e i debiti tra coeredi derivano dallo stato di comunione ereditaria, l'imputazione di essi allo scopo di assicurare il soddisfacimento delle ragioni creditorie, mediante il prelevamento dei...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1100 del 21 marzo 1977
«L'interprete deve ricorrere al criterio ermeneutico integrativo fissato dall'art. 1367 c.c. soltanto quando, esaurita l'interpretazione ricognitiva, rimanga ancora in dubbio, il che non si verifica se alla clausola da interpretare egli abbia già...»