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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21889 del 8 giugno 2010
«Il "dies a quo" del termine di proposizione della querela per reati commessi in danno di una società per azioni si individua nel momento in cui il consigliere delegato o l'amministratore unico, a cui spetta il potere di querela, sono in grado di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 25986 del 22 giugno 2009
«Il termine per la proposizione della querela decorre, per la parte lesa che sia già in possesso di elementi oggettivi per l'identificazione dell'autore del reato, non già dal momento in cui la stessa decida di pervenire a detta, concreta,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 13938 del 3 aprile 2008
«Il termine per proporre la querela per il reato di lesioni colpose determinate da colpa medica inizia a decorrere non già dal momento in cui la persona offesa ha avuto consapevolezza della patologia contratta, bensì da quello, eventualmente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 183 del 7 gennaio 2008
«In caso di reato continuato, da considerarsi quale fenomeno unitario solo per i limitati fini previsti espressamente dalla legge, il termine per proporre querela decorre autonomamente dalla data di consumazione di ogni singolo reato.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5944 del 16 febbraio 2006
«In presenza di una diffamazione «a formazione progressiva» il termine per proporre querela decorre dal momento in cui il denigrato può avere ed ha cognizione dell'offesa, a nulla rilevando che ciò derivi dal coordinamento dell'ultima espressione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40274 del 8 novembre 2005
«Il termine per proporre la querela è di tre mesi, e non di novanta giorni, decorrente, ex art. 124, comma primo, c.p., dal giorno della notizia del fatto che costituisce il reato.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 29923 del 22 agosto 2002
«Il termine per proporre querela decorre dal momento in cui il titolare del relativo diritto ha conoscenza certa del fatto di reato nella sua dimensione oggettiva e soggettiva, e cioè dalla data del reato perfetto in tutti i suoi elementi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14660 del 29 dicembre 1999
«Il termine di tre mesi, previsto per la presentazione della querela, decorre dal momento in cui il titolare ha conoscenza certa, sulla base di elementi seri, del fatto-reato nella sua dimensione oggettiva e soggettiva, conoscenza che può essere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10721 del 12 ottobre 1998
«L'onere della prova della intempestività della querela è a carico di chi allega l'inutile decorso del termine, e la decadenza dal diritto di proporla va accertata secondo criteri rigorosi e non può ritenersi verificata in base a semplici...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5007 del 28 aprile 1998
«Il termine per proporre querela comincia a decorrere dal momento in cui il titolare del relativo diritto si sia reso conto di tutte le connotazioni oggettive e soggettive necessarie per l'integrazione del reato. Invero, per notizia del fatto che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1460 del 17 febbraio 1997
«La disposizione dell'art. 337 comma terzo c.p.p., concernendo la prova della legittimazione ad esercitare il diritto di querela in nome della persona giuridica, ente o associazione, pone quale onere per il querelante l'indicazione della fonte...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8819 del 30 settembre 1996
«In tema di querela, con riferimento al termine perentorio di cui all'art. 124, primo comma, c.p., (e nell'ipotesi in cui il diritto in questione non appartenga a persona giuridica), in virtù del nesso di rappresentanza organica — che comporta la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3103 del 15 marzo 1994
«Ogni qualvolta venga eccepita la tardività della querela, la prova del difetto di tempestività dev'essere fornita da chi lo deduce e non può basarsi su semplici presunzioni o mere supposizioni. (Fattispecie in tema di diffamazione a mezzo stampa,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3671 del 27 marzo 1992
«Ai fini della decorrenza del termine per la proposizione della querela, occorre che la persona offesa abbia avuto conoscenza precisa, certa e diretta del fatto in modo da essere in possesso di tutti gli elementi di valutazione onde determinarsi....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4985 del 4 febbraio 1992
«L'istituto della restituzione in termini non può essere invocato relativamente al termine per proporre querela. (In motivazione la S.C. ha chiarito che la restituzione è consentita per i soli termini contemplati nel codice di procedura penale e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15263 del 7 novembre 1989
«Anche nell'ipotesi di reato permanente il termine per la proposizione della querela si misura dal giorno della conoscenza del fatto reato.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5674 del 14 aprile 1989
«La notizia del fatto dalla cui data decorre il termine per la proposizione della querela non presuppone la specifica conoscenza delle generalità del querelato, essendo sufficiente per una valida querela la descrizione del fatto e l'indicazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2009 del 27 febbraio 1985
«Ai fini della contestazione del termine entro il quale risulti essere stata proposta la querela, se questa è spedita a mezzo posta, va fatto riferimento soltanto alla data in cui la stessa risulta pervenuta nell'ufficio competente, a nulla...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1253 del 10 febbraio 1982
«Il termine di tre mesi entro cui il Ministro di grazia e giustizia può chiedere la punizione dei reati perseguibili a sua richiesta decorre dal momento in cui il Ministro ha avuto notizia del reato.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38078 del 19 ottobre 2005
«In tema di sospensione e interruzione della prescrizione, l'estensione dell'effetto al reato connesso si produce a condizione che la causa della interruzione o sospensione del termine si sia verificata dopo la riunione dei procedimenti. (Nella...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5551 del 3 giugno 1982
«La regola secondo cui l'interruzione della prescrizione verificatasi nei confronti di un imputato ha effetto per tutti coloro che hanno commesso il reato (art. 161 c.p.), si applica agli imputati dello stesso reato nei cui confronti l'imputazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 46938 del 2 dicembre 2004
«La revoca anticipata di una misura di sicurezza presuppone una verifica attuale in termini di assoluta certezza che la persona ad essa sottoposta abbia cessato di essere pericolosa, verifica che consenta di anticipare il giudizio di riesame della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1205 del 27 ottobre 1972
«La determinazione del minimo di durata di ciascuna misura di sicurezza è prefissata dalla legge e deve essere in concreto stabilita dal giudice di sorveglianza, per cui la fissazione di un termine inferiore a quello legale da parte del giudice di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 331 del 28 febbraio 1966
«Secondo il sistema stabilito dal legislatore nell'art. 220 c.p. in caso di concorso della pena e della misura di sicurezza del ricovero in una casa di cura e di custodia, la regola è che l'esecuzione della misura di sicurezza segue l'esecuzione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13597 del 27 marzo 2009
«Il termine "reclutamento" contenuto nell'art. 4 della L. 12 maggio 1995 n. 210, di ratifica ed esecuzione della convenzione internazionale contro il reclutamento e l'utilizzazione dei mercenari (adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1821 del 22 novembre 1965
«Col termine «colto in possesso ingiustificato» usato nell'art. 260, n. 2, c.p., si è inteso fare riferimento alla detenzione materiale degli strumenti, collegata ad un rapporto di attualità e di immediatezza con le persone, essendo indubbio che la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10233 del 19 ottobre 1988
«Il concetto di attentato alla vita ed alla incolumità della persona di cui all'art. 280 c.p., introdotto col d.l. 15 dicembre 1979, n. 625, prescinde dalla verificazione dell'evento, tanto è vero che nella ipotesi in cui si realizzino morte o...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5601 del 6 giugno 1985
«Ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 306 c.p. il termine «sovventore» non va inteso in senso civilistico, ossia in riferimento esclusivo alle prestazioni di carattere finanziario, ma in senso largo, comprensivo degli aiuti o soccorsi, in...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 14 del 7 giugno 1984
«Il dolo specifico, nella previsione dell'art. 306 c.p., estrinsecandosi nel proposito di commettere uno dei delitti contro la personalità interna o internazionale dello Stato, punibili con le pene dell'ergastolo o della reclusione, non si radica...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2729 del 11 dicembre 1993
«In tema di rapporti tra le ipotesi delittuose previste dagli artt. 336 e 337 c.p., mentre la fattispecie tipica della resistenza consiste nella illecita reazione, posta in essere per sottrarsi ad un atto che il pubblico ufficiale sta compiendo,...»