-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 12171 del 26 maggio 2009
«Nel giudizio di cassazione, quando il ricorso sia rigettato, ma il controricorso sia inammissibile per mancanza di motivi ed il controricorrente non abbia svolto alcuna attività difensiva, nessun provvedimento dev'essere adottato in ordine alle...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4 del 8 gennaio 1979
«La sentenza con la quale la Corte di cassazione, nel cassare senza rinvio la decisione impugnata, ometta di provvedere in ordine alle spese dei precedenti gradi di giudizio, non è viziata da un mero errore materiale, correggibile con la procedura...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5987 del 23 aprile 2001
«In tema di spese processuali, la cassazione con rinvio anche di un solo capo di una sentenza d'appello si estende alla statuizione relativa alle spese processuali, con la conseguenza che il giudice di rinvio, se riforma la sentenza di primo grado,...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8057 del 14 giugno 2001
«L'art. 386 c.p.c. dispone che la decisione sulla giurisdizione è determinata dall'oggetto della domanda e, quando prosegue il giudizio, non pregiudica le questioni sulla pertinenza del diritto, pertanto la statuizione sulla giurisdizione non deve...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10386 del 18 maggio 2005
«In tema di giudizio di rinvio, la domanda di risarcimento del danno conseguente alla privazione del bene, dal cui godimento la parte è stata estromessa per effetto dell'esecuzione forzata o coattiva della sentenza cassata, si fonda sul criterio...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8991 del 5 giugno 2012
«Ove il giudizio di cassazione si concluda con una dichiarazione di estinzione per rinuncia delle parti, ai sensi dell'art. 390 c.p.c., è consentito alla Corte di ordinare la cancellazione della trascrizione dell'atto di citazione introduttivo del...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15817 del 6 luglio 2009
«In tema di giudizio di cassazione, l'art. 391, terzo comma, c.p.c., come novellato dall'art. 15 del D.L.vo 2 febbraio 2006, n. 40, nel prevedere che il decreto presidenziale di estinzione del processo abbia efficacia di titolo esecutivo se nessuna...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9883 del 28 aprile 2006
«In tema di processo in cassazione, deve ritenersi di immediata applicazione, in quanto non concerne le regole relative alla proposizione del ricorso per cassazione, la disposizione dell'art. 391 c.p.c., come novellato dall'art. 15 del D.L.vo 2...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3695 del 14 marzo 2001
«Costituiscono elementi essenziali dell'atto di riassunzione il riferimento esplicito alla precedente fase processuale e la manifesta volontà di riattivare il giudizio attraverso il ricongiungimento delle due fasi in un unico processo; la mancanza...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4780 del 2 maggio 1991
«L'audizione del P.M., richiesta dall'art. 32 della L. 4 maggio 1983, n. 184 per la dichiarazione di efficacia nello Stato, a titolo di affidamento preadottivo, della sentenza di adozione di un minore emessa da un'autorità straniera, è prevista a...»
-
Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 14680 del 28 agosto 2012
«Il provvedimento pronunciato ai sensi dell'art. 401 c.p.c., sull'istanza di sospensione dell'esecuzione della sentenza impugnata per revocazione, ha natura ordinatoria, poiché non contiene alcuna decisione in senso tecnico, né pregiudica in alcun...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4831 del 14 novembre 1989
«Il conciliatore, avanti al quale sia stata proposta opposizione di terzo ai sensi degli artt. 404 e 405 c.p.c., è competente a disporre la sospensione dell'esecuzione, poiché il riferimento fatto dall'art. 407 all'art. 373 c.p.c. attiene...»
-
Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 21690 del 19 ottobre 2011
«Nel rito del lavoro il criterio della competenza territoriale del giudice del luogo dove si trova la dipendenza aziendale cui il lavoratore è addetto, in base a quanto previsto dall'art. 413, comma secondo, c.p.c., va riferito non all'atto con cui...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 382 del 21 gennaio 1986
«L'art. 418 c.p.c. sulla richiesta in caso di proposizione di domanda riconvenzionale di emissione di un nuovo decreto per la fissazione dell'udienza trova la sua specifica ragione nella necessità di provocare la modificazione di un provvedimento...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19834 del 4 ottobre 2004
«A norma dell'art. 419, c.p.c., nelle controversie soggette al rito del lavoro l'intervento del terzo ex art. 105 c.p.c. non può avvenire oltre il termine stabilito per la costituzione del convenuto e, qualora sia tardivo, la tardività non può...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5689 del 21 maggio 1991
«Il provvedimento del giudice del lavoro che neghi la sussistenza delle condizioni necessarie per l'ammissibilità dell'intervento volontario del terzo (art. 419 c.p.c.) ha contenuto decisorio ma non definitivo e pertanto non è impugnabile con...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16145 del 21 dicembre 2001
«L'ordine di rinnovo della notificazione dell'atto introduttivo del giudizio (disposto ai sensi dell'art. 421 c.p.c.) è provvedimento che corrisponde ad uno specifico modello processuale, potendo e dovendo essere emesso sempre che si verifichi la...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24188 del 25 ottobre 2013
«In tema di poteri istruttori d'ufficio del giudice del lavoro l'emanazione di ordine di esibizione (nella specie di documenti) è discrezionale e la valutazione di indispensabilità non deve essere neppure esplicitata nella motivazione; ne consegue...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 310 del 15 gennaio 1998
«Nel rito del lavoro, dove, per la particolare natura dei rapporti controversi il principio dispositivo va contemperato con quello della ricerca della verità materiale mediante una rilevante ed efficace azione del giudice nel processo, quando le...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3537 del 24 marzo 1993
«Nel rito del lavoro, il potere del giudice di disporre d'ufficio mezzi istruttori — mentre può essere esercitato, in presenza di significativi dati d'indagine e per superare l'incertezza sui fatti costitutivi dei diritti in contestazione, anche se...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 209 del 9 gennaio 2007
«Nel rito del lavoro, l'acquisizione di nuovi documenti o l'ammissione di nuove prove da parte del giudice di appello rientra tra i poteri discrezionali allo stesso riconosciuti dagli artt. 421 e 437 c.p.c., e tale esercizio è insindacabile in sede...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3302 del 8 aprile 1994
«La facoltà del giudice di ordinare la comparizione di persone di cui sia contestata la capacità di testimoniare a norma dell'art. 246 c.p.c., può essere esercitata, secondo le previsioni dell'ultimo comma dell'art. 421 dello stesso codice, solo...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 20570 del 6 settembre 2013
«Integra l'illecito disciplinare di cui all'art. 2, comma 1, lett. l), del d.l.vo 23 febbraio 2006, n. 109, il comportamento di un magistrato che abbia omesso di motivare, anche solo in forma succinta (come richiesto dall'art. 134, primo comma,...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9479 del 26 settembre 1997
«L'ordinanza di pagamento delle somme non contestate emessa dal giudice del lavoro ai sensi del primo comma dell'art. 423 c.p.c. (come pure l'ordinanza di pagamento per la somma nei cui limiti ritenga accertato il corrispondente diritto, emessa...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 880 del 13 febbraio 1989
«L'ordinanza con cui il pretore, quale giudice del lavoro, dispone a titolo provvisorio, ai sensi dell'art. 423, secondo comma, c.p.c. il pagamento di somme in favore del lavoratore costituisce un provvedimento giurisdizionale di carattere sommario...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10 del 14 gennaio 1986
«È inammissibile il regolamento di competenza nei confronti del provvedimento con cui il pretore, adito in funzione di giudice del lavoro, abbia respinto la richiesta di ordinanza di condanna del datore di lavoro al pagamento delle somme non...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1934 del 9 marzo 1985
«Nel nuovo rito del lavoro, la struttura e la funzione del procedimento interinale di cui all'art. 423 c.p.c. (ordinanze per il pagamento di somme) importano che, quando l'ordinanza contenga la specificazione non solo dell'importo da pagare...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 23018 del 15 novembre 2005
«La decisione resa dal giudice ex art. 426 c.p.c., qualora contenga una pronuncia circa la natura del rapporto dedotto in giudizio, decidendo parzialmente la causa nel merito, preclude, a norma dell'art. 41 c.p.c., il regolamento preventivo di...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9902 del 9 ottobre 1990
«Per il passaggio dal rito del lavoro al rito ordinario non è necessario un provvedimento formale, ove non ricorra una delle ipotesi previste dall'art. 427 c.p.c. (necessità di regolarizzare gli atti secondo le disposizioni tributarie o mutamento...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4838 del 13 maggio 1998
«Per il disposto dell'art. 428 c.p.c., nelle controversie relative a rapporti regolati dall'art. 409 stesso codice, l'incompetenza per territorio può o essere eccepita dal convenuto nella memoria difensiva o rilevata d'ufficio dal giudice non oltre...»