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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24813 del 8 ottobre 2008
«L'obbligo di accettare l'eredità con beneficio d'inventario non si estende alle fondazioni costituite per testamento con contestuale nomina dell'ente in qualità di erede universale, in quanto il patrimonio della fondazione, destinato a formarsi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2341 del 5 aprile 1985
«La disposizione contenuta nel capoverso dell'art. 46 c.c., secondo cui, qualora la sede legale della persona giuridica è diversa da quella effettiva, i terzi possono considerare come sede della persona giuridica anche quest'ultima, vale pure ai...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4338 del 24 ottobre 1989
«Il curatore dello scomparso, in quanto abilitato, ai sensi dell'art. 48 c.c., alla conservazione del patrimonio della persona scomparsa, nel quale rientra anche il diritto, precedentemente acquisito dalla stessa, al trattamento di pensione di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 720 del 6 febbraio 1986
«Con riguardo alla nullità del matrimonio derivante dalla violazione degli artt. 86, 87 e 88 c.c. (mancanza di libertà di stato, vincolo di parentela, affinità, adozione ed affiliazione, omicidio), l'«interesse legittimo ed attuale», la cui...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2603 del 14 aprile 1986
«Ai sensi del novellato art. 234 in correlazione al precedente art. 232 c.c. nell'ipotesi di figlio nato dopo i trecento giorni dall'annullamento, dallo scioglimento o dalla cessazione degli effetti civili del matrimonio, ovvero ancora...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2205 del 14 febbraio 2003
«È inammissibile il ricorso straordinario per cassazione proposto ai sensi dell'art. 111 Cost. contro il provvedimento con il quale il tribunale provveda in sede di reclamo avverso il decreto del giudice tutelare di rimozione di un tutore,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3090 del 15 marzo 1993
«La disposizione dell'art. 844 c.c., è applicabile anche negli edifici in condomino nell'ipotesi in cui un condomino nel godimento della propria unità immobiliare o delle parti comuni dia luogo ad immissioni moleste o dannose nella proprietà di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 35 del 5 gennaio 2000
«L'azione diretta alla rimozione delle opere eseguite abusivamente per mancato rispetto delle distanze legali deve necessariamente essere proposta nei confronti del nudo proprietario, oltre che dell'usufruttuario, del fondo sul quale le opere sono...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6197 del 28 novembre 1984
«Nelle controversie tra privati derivanti dall'esecuzione di opere edilizie non conformi alle prescrizioni dei regolamenti edilizi o dei piani regolatori comunali viene in discussione sempre la lesione di diritti soggettivi, configurino o meno, le...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15247 del 20 luglio 2005
«In tema di distanze tra costruzioni, le prescrizioni contenute nei piani di recupero formati ai sensi dell'art. 28 della legge n. 457 del 1978 per la rimozione dello stato di degrado del patrimonio edilizio comunale sono soggette all'osservanza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1049 del 8 febbraio 1983
«Accertato un pericolo per la solidità, la salubrità e la sicurezza dei fondi vicini — a prescindere da qualsiasi pericolo di danno all'incolumità delle persone — derivante dall'impianto di macchinari pericolosi, riguardati con riferimento al loro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22838 del 11 novembre 2005
«Il principio secondo cui in materia di condominio trovano applicazione le norme sulle distanze legali (nella specie con riferimento al diritto di veduta) non ha carattere assoluto, non derogando l'art. 1102 c.c. al disposto dell'art. 907 c.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11371 del 31 luglio 2002
«La norma di cui all'art. 917 c.c. che sancisce il principio di ripartizione oggettiva delle spese per la manutenzione e la rimozione degli ingombri tra i proprietari dei fondi interessati dallo scolo delle acque non è applicabile nel caso di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13215 del 6 giugno 2006
«Il proprietario del suolo su cui il terzo abbia eseguito, con materiali propri, una costruzione, acquista ipso iure la proprietà della stessa al momento e per effetto della sua incorporazione, senza necessità di alcuna manifestazione di volontà,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 888 del 29 gennaio 1997
«L'art. 936 c.c., in tema di opere fatte su suolo altrui, non richiede per la sua applicabilità l'utilità dell'opera realizzata ed il conseguente incremento di valore del fondo, potendo tale elemento influire indirettamente solo sulla scelta del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1246 del 4 febbraio 2000
«In tema di opera eseguita dal terzo con materiali propri su suolo altrui, ove il terzo abbia trasferito l'opera stessa ad altro soggetto dietro pagamento del valore dei materiali e dell'attività occorsi per la sua realizzazione, il rapporto fra...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1181 del 5 aprile 1976
«Il proprietario del suolo sul quale viene eseguita una costruzione da parte di un terzo con materiali propri, acquista immediatamente la proprietà della costruzione, ma tale acquisto non è definitivo e si ha come non avvenuto (effetto ex tunc )...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3099 del 24 ottobre 1974
«La disposizione contenuta nell'art. 936 c.c., stabilendo che il proprietario del terreno non può obbligare il terzo a rimuovere la costruzione ivi eseguita da quest'ultimo con materiali propri, in buona fede ovvero a scienza e senza opposizione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1762 del 17 giugno 1974
«L'ignoranza del terzo che ha eseguito costruzioni su suolo altrui con materiali propri, di ledere l'altrui diritto (ignoranza che impedisce al proprietario del suolo di chiedere la rimozione della costruzione) non deve dipendere — secondo il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 23347 del 4 novembre 2009
«A norma dell'art. 936 c.c., ove un terzo abbia eseguito opere con materiali propri su fondo altrui, il proprietario di quest'ultimo può scegliere se acquisirne la proprietà ovvero obbligare il terzo a rimuoverle; una volta che la rimozione non sia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1018 del 10 febbraio 1984
«L'art. 936 ultimo comma c.c., il quale prevede che il proprietario del suolo su cui un terzo abbia realizzato un'opera non può più chiederne la rimozione dopo il decorso di sei mesi dalla notizia del fatto, trova applicazione esclusivamente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1688 del 15 marzo 1982
«Il criterio per determinare il limite temporale entro cui il dominus soli deve manifestare la sua opposizione all'opera che il terzo abbia intrapreso sul suo suolo con materiali propri, al fine di far salvo, ai sensi dell'art. 936, quinto comma,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10441 del 18 luglio 2002
«In materia di ricorso per cassazione, è inammissibile, per nullità della procura, il ricorso o il controricorso proposto da persona giuridica in assenza di elemento alcuno idoneo a consentire l'accertamento dell'identità personale della persona...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10268 del 4 maggio 2006
«In tema di accessione invertita, l'invocazione dell'articolo 938 c.c., il quale presuppone l'occupazione in buona fede del suolo attiguo nell'edificazione del proprio fabbricato, implicando la deduzione di tale elemento psicologico, non richiede...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 667 del 5 febbraio 1982
«L'azione esperita dal proprietario del suolo per la rimozione della parte di costruzione altrui che vi insiste va inquadrata nell'ipotesi prevista dall'art. 938 c.c. e non del precedente art. 936, primo comma, atteso che quest'ultima norma, nel...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2746 del 12 maggio 1979
«Nell'ipotesi in cui, nella costruzione di un edificio, si occupi in buona fede una porzione del fondo attiguo, qualora manchino o non siano provati i presupposti di legge richiesti dall'art. 938 c.c. o non sia chiesta dal costruttore l'accessione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2474 del 19 maggio 1978
«Il termine di decadenza entro il quale il proprietario del suolo può chiedere la rimozione delle opere ivi fatte da un terzo riguarda esclusivamente l'ipotesi di cui all'art. 936 c.c., né può comunque estendersi a quella del successivo art. 938,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3648 del 24 febbraio 2004
«Soggiace all'onere di offrire la prova rigorosa prescritta in tema di azione di rivendica della proprietà dall'art. 948 c.c. chi - invocando la qualità di comproprietario e non di proprietario esclusivo del bene — agisca per ottenere — previo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 16495 del 5 agosto 2005
«In tema di azioni a difesa della proprietà, costituisce actio negatoria servitutis non solo la domanda diretta all'accertamento dell'inesistenza della pretesa servitù ma anche quella volta alla eliminazione della situazione antigiuridica posta...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1561 del 30 marzo 1989
«L'azione con la quale il proprietario di una terrazza chiede la rimozione di uno stenditoio, collocato nel confinante edificio ed aggettante sulla terrazza stessa con conseguenti immissioni (nella specie, gocciolio di panni e creazione di ombra)...»