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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4703 del 14 aprile 1999
«Ed invero, la parte della sentenza con la quale viene affermata la responsabilità dell'imputato e quella con la quale viene determinata la pena, costituendo la prima presupposto logico-giuridico della seconda, costituiscono entrambe “disposizioni...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6276 del 23 marzo 2005
«Tale volontario comportamento sfugge, pertanto, ad ogni giudizio di comparazione, non potendo in alcun modo essere giustificato come reazione o ritorsione nei confronti del partner e legittima pienamente l'addebitamento della separazione, in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4609 del 29 marzo 2001
«Nel giudizio avente ad oggetto l'accertamento della responsabilità del medico chirurgo per non aver eseguito un intervento operatorio (nella specie, tracheotomia o laringofissurazione senza intubazione di un neonato affetto da gravissime...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2347 del 1 marzo 1995
«Nei contratti con prestazioni corrispettive, ai fini della pronuncia di risoluzione per inadempimento in caso di inadempienze reciproche è necessario far luogo ad un giudizio di comparazione in ordine al comportamento di ambo le parti, al fine di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13840 del 9 giugno 2010
«Nei contratti con prestazioni corrispettive, ai fini della pronuncia di risoluzione per inadempimento in caso di inadempienze reciproche, il giudice di merito è tenuto a formulare un giudizio - incensurabile in sede di legittimità se congruamente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20614 del 24 settembre 2009
«Nei contratti con prestazioni corrispettive, ai fini della pronuncia di risoluzione per inadempimento in caso di inadempienze reciproche, è necessario far luogo ad un giudizio di comparazione in ordine al comportamento di ambo le parti, al fine di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3903 del 18 febbraio 2010
«Il principio secondo cui, nel caso di sentenza di estinzione del reato per amnistia, il giudice civile, adito per il risarcimento del danno, conserva la piena facoltà di ricostruire il fatto e di accertare, ai fini dell'art. 2059 c.c., se in esso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12513 del 7 luglio 2004
«Ove la contrattazione collettiva preveda, nel disciplinare la classificazione dei lavoratori, sia le categorie o livelli, mediante declaratorie estratte e generali, sia distinti e specifici profili professionali, l'indagine per determinare la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8765 del 18 giugno 2002
«Ciò in quanto la pronuncia resa proprio in relazione ad un giudizio nel quale il lavoratore chiedeva il riconoscimento del privilegio anche per il credito relativo al risarcimento del danno morale subito a causa dell'infortunio, muovendo dalla già...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14102 del 3 agosto 2012
«Nel giudizio di comparazione, ispirato ai principi costituzionali in materia di proprietà privata dei beni immobili e di iniziativa economica privata, il giudice deve tener conto dell'eventuale destinazione industriale del fondo intercluso,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14 del 5 gennaio 1998
«Le ipotesi di violazione degli obblighi di assistenza familiare di cui al comma secondo dell'art. 570 costituiscono fattispecie autonoma di reato rispetto a quelle di cui al primo comma del medesimo articolo, sicché non è possibile, a seguito di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10162 del 26 novembre 1996
«Le argomentazioni che specificamente riguardano le ragioni per le quali il giudice ritiene non attendibili le prove a favore dell'imputato devono avere lo stesso spessore di adeguatezza e coerenza richiesto per la motivazione delle prove a carico;...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3 del 10 marzo 1999
«In tema di misure coercitive, ove il giudice non ritenga di accogliere, sulla base degli atti, la richiesta di revoca o di sostituzione della custodia cautelare in carcere basata sulla prospettazione di condizioni di salute incompatibili con lo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8906 del 7 marzo 2002
«In tema di misure cautelari, quando, ai sensi dell'art. 278 c.p.p. (o per le misure interdittive, dell'art. 287 c.p.p.), occorre fare riferimento alla «pena stabilita dalla legge», per tale deve intendersi, qualora il giudice de libertate ritenga...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 893 del 3 giugno 1995
«Il giudizio di comparazione delle circostanze è previsto ai fini della determinazione della pena ed è in linea di principio riservato al giudice del dibattimento, conseguentemente, quando si debba determinare la pena astrattamente prevista agli...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44371 del 10 dicembre 2001
«In tema di computo della durata complessiva della custodia cautelare occorre fare riferimento esclusivo alla pena prevista dalla legge per il reato per cui vi è stata condanna, a nulla rilevando che in concreto sia stata irrogata una pena...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2995 del 26 marzo 1993
«...del D.P.R. n. 309 del 1990. Di conseguenza, ove concorrano fra loro circostanze di segno opposto, la circostanza attenuante di cui all'ora ricordato art. 73, quinto comma, è soggetta al giudizio di comparazione secondo il disposto dell'art. 69...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 34643 del 4 settembre 2008
«Il giudice d'appello che abbia accertato l'erronea applicazione da parte del giudice di primo grado di una circostanza aggravante sottratta al giudizio di comparazione e, quindi, alla disciplina prevista dall'art. 604, comma secondo, c.p.p., deve...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3845 del 8 aprile 1995
«L'entità della pena applicata, in puntuale aderenza alla richiesta delle parti, può essere posta in discussione con il ricorso per cassazione solo sotto il profilo della congruità e, pertanto, non può essere sottoposta a critiche per valutazioni...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3926 del 11 aprile 1995
«Pertanto, è irrilevante che in questa si giustifichi la risoluzione di pena operata con la concessione di attenuanti generiche, ritenuta equivalente, qualora di dette circostanze e del giudizio di comparazione non vi sia traccia alcuna nel...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4837 del 28 ottobre 1998
«Entrambe le valutazioni postulano, tuttavia, la comparazione delle nuove prove con quelle sulle quali si fonda la condanna irrevocabile, di cui occorre quindi identificare il tessuto logico giuridico; comparazione che non richiede soltanto il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8937 del 4 luglio 2000
«Non sussiste contrapposizione tra diritto ed equità, atteso che il giudizio di equità richiede pur sempre il riferimento ad una fattispecie normativa e la comparazione tra norma di legge ed eventuale criterio equitativo prescelto, il quale può...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4951 del 28 maggio 1997
«In tema di traffico illecito di sostanze stupefacenti, il diniego dell'attenuante del fatto di lieve entità di cui all'art. 73 D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 non è in contraddizione con il riconoscimento dell'attenuante della minima importanza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11169 del 19 dicembre 1981
«L'ipotesi prevista dall'art. 82 cpv. c.p.p. costituisce una figura criminosa assimilabile al concorso di reati e non già una circostanza aggravante dell'ipotesi contemplata nello stesso articolo al primo comma. (Nella specie, l'imputato si era...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7624 del 30 luglio 1981
«Per la determinazione del reato più grave, ai fini della circostanza attenuante prevista dall'art. 117 del c.p., non deve tenersi conto dell'attenuante stessa. (La Cassazione ha chiarito che nell'eseguire il raffronto non può prescindersi dalle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10154 del 5 ottobre 1995
«Il reato di cui all'art. 570, comma 2, c.p. costituisce fattispecie autonoma e non figura circostanziata rispetto a quella del comma 1 dello stesso articolo, per cui non è possibile operare il giudizio di comparazione ex art. 69 c.p.: ne consegue...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4094 del 8 maggio 1984
«L'inosservanza dei diversi obblighi di assistenza familiare previsti dall'art. 570 comma secondo c.p. non è assoggettabile a pene separate né costituisce circostanza idonea ad essere sottoposta ad un giudizio di comparazione con le circostanze...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 34902 del 17 settembre 2007
«In tema di violenza sessuale, la diminuente prevista dall'art. 609 bis, ultimo comma, c.p. per i casi di minore gravità non è soggetta al giudizio di comparazione di cui all'art. 69 c.p.p., stante l'obbligatorietà della sua applicazione allorché...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 36606 del 4 novembre 2006
«Il delitto previsto dall'art. 624 bis c.p. (furto in abitazione o con strappo) costituisce figura autonoma di reato rispetto a quella di furto semplice di cui all'art. 624 stesso codice e non ipotesi aggravata di quest'ultimo. (Fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4731 del 31 gennaio 2000
«L'articolo 640 bis c.p. (truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche) prevede una circostanza aggravante del delitto di truffa di cui all'art. 640 dello stesso codice e non una figura autonoma di reato, con la conseguenza che,...»