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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1556 del 3 febbraio 1989
«L'aggravante di aver cagionato alla persona offesa dal reato un danno patrimoniale di rilevante gravità può ritenersi sussistente anche nel caso di delitto tentato, qualora sia accertato che il danno patrimoniale cagionato alla persona offesa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3089 del 8 marzo 1999
«...soltanto in parte, dovendosi tale termine intendersi in senso naturalistico, come un momento dell'iter criminoso che, considerato unitariamente ai successivi atti compiuti all'estero, viene a integrare un'ipotesi di delitto tentato o consumato.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 175 del 9 gennaio 1996
«La disposizione dell'art. 83, comma 2, c.p., secondo la quale «se il colpevole ha cagionato, altresì, l'evento voluto, si applicano le regole sul concorso dei reati», non trova applicazione qualora l'evento voluto sia configurabile come delitto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3091 del 7 ottobre 1992
«In materia di misure cautelari personali, la prognosi di pericolosità, di cui all'articolo 274, lett. c), c.p.p., quando è riferita a gravi delitti implicanti l'uso delle armi o di altri mezzi di violenza contro la persona, di attentato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15789 del 27 aprile 2005
«È configurabile il reato di subornazione di teste, aggravato dalla qualità di pubblico ufficiale, e non quello di tentata concussione, qualora il pubblico ufficiale, profittando della sua posizione, prospetti al teste il conseguimento di un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7937 del 18 luglio 1995
«In tema di delitto tentato la desistenza volontaria ha natura di esimente; pertanto la riconducibilità alla volontà dell'agente e non a fattori esterni del mancato compimento dell'azione o del mancato avverarsi dell'evento, qualora non risulti...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 295 del 26 luglio 1995
«Gli elementi caratterizzanti il delitto tentato, e cioè l'idoneità e l'univocità dell'azione, sono riscontrabili anche negli atti cosiddetti preparatori, cioè anteriori all'inizio dell'esecuzione, quando questi siano potenzialmente idonei a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16976 del 10 aprile 2003
«Quando la condotta dell'agente sia consapevolmente diretta a realizzare un determinato evento, ma questo si verifica non per effetto di quella condotta, bensì di un comportamento sorretto dall'erroneo convincimento della già avvenuta produzione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2509 del 22 febbraio 1990
«...tale alterazione, che, soggiogando più o meno compiutamente le facoltà intellettive e volitive del soggetto, può essa stessa costituire causa efficiente del reato e la ratio della sua punizione. (Fattispecie in tema di tentato omicidio).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5477 del 12 giugno 1986
«...momento in cui l'acquirente entra effettivamente nel possesso esclusivo della merce e non nel momento della semplice messa a disposizione della stessa da parte del venditore, potendosi in quest'ultimo caso realizzare l'ipotesi del delitto tentato.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3968 del 5 febbraio 1998
«La sola offerta di un prodotto alimentare con il termine minimo di consumazione scaduto, senza essere accompagnata da alcun comportamento idoneo a trarre in inganno l'acquirente, integra soltanto l'illecito amministrativo di cui all'art. 18 del...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11258 del 10 novembre 1994
«Nell'ipotesi di esposizione per la vendita di salsicce confezionate con carne mista, mentre il cartellino indicava la composizione con carne di solo suino, non è configurabile il delitto tentato di frode in commercio, di cui agli artt. 56 e 515...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2074 del 5 marzo 1997
«Nel caso in cui la pena per il delitto - nella specie ritenuto tentato - di atti di libidine violenti, di cui all'art. 521 c.p., non sia stata fissata nei limiti minimi, non viene in discussione l'applicazione della legge 15 febbraio 1996, n. 66....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 66551 del 5 giugno 1998
«Ciò comporta la possibilità di ampliare l'ambito di operatività del delitto tentato tutte le volte in cui l'atto raggiunga una zona certamente non erogena per la netta opposizione o reazione della vittima. (Nella specie la Corte ha ritenuto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9016 del 11 agosto 1995
«La mera ripresa fotografica di documenti di una società, nella specie ordinativi di acquisto, effettuata nel luogo di custodia degli stessi e non seguita da riproduzione, non integra il delitto di furto, consumato o tentato, ma quello previsto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21881 del 8 giugno 2010
«Risponde del delitto di furto in abitazione consumato e non tentato colui che, pur non essendosi allontanato dall'abitazione, abbia occultato in una borsa, conservandone il controllo, la refurtiva, così acquisendone il possesso.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 40343 del 23 ottobre 2003
«Ai fini della sussistenza del delitto tentato, occorre che, sulla base di una valutazione ex ante, gli atti compiuti, anche se meramente preparatori o solo parziali, siano idonei ed univoci, ossia diretti in modo non equivoco a causare l'evento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 39077 del 15 ottobre 2003
«Integra gli estremi del delitto tentato di truffa (articoli 56 e 640 c.p.), la condotta del pubblico dipendente che attesti falsamente la propria presenza nel luogo di lavoro facendo timbrare da altri il proprio cartellino elettronico nel sistema...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 548 del 16 gennaio 1988
«L'aggravante di aver cagionato alla persona offesa dal reato un danno patrimoniale di rilevante gravità può ritenersi sussistente anche nel caso di delitto tentato, qualora il giudice abbia accertato che il danno patrimoniale cagionato alla...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7831 del 19 giugno 1980
«Anche il reato di ricettazione consente la configurabilità del tentativo, ma quando l'elemento materiale sia costituito da un negozio di trasferimento, il suo mancato perfezionamento concreta l'ipotesi del delitto tentato nel solo caso in cui non...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9573 del 3 luglio 1990
«... Ne deriva che se tale scopo non sia stato realizzato, il delitto è consumato e non solo tentato. Nell'ipotesi della mediazione quindi è sufficiente che il mediatore si adoperi in modo univoco per far acquistare la merce e non è necessario né...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 28686 del 21 luglio 2010
«La causa di non punibilità prevista dall'art. 649 c.p. non si applica all'estorsione commessa con violenza verso i congiunti indicati in tale disposizione neanche se il delitto sia stato solo tentato.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7073 del 17 giugno 1988
«In tema di rapporti tra la contravvenzione di possesso ingiustificato di chiavi alterate o di grimaldelli e il reato di furto circostanziato, tentato o consumato, quando il soggetto attivo è sorpreso mentre si accinge, essendo in possesso di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9949 del 5 novembre 1997
«In tema di delitti omicidiali, deve qualificarsi come dolo “diretto”, e non meramente “eventuale”, quella particolare manifestazione di volontà dolosa definita “dolo alternativo” che sussiste allorquando l'agente si rappresenta e vuole...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3493 del 27 marzo 1991
«Il delitto tentato è una fattispecie di reato autonomo che la legge (art. 56 c.p.) ha disciplinato autonomamente, definendola come condotta (compiuta o non) univocamente diretta alla realizzazione dell'evento. Ne consegue che l'elemento soggettivo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7574 del 3 agosto 1993
«Tali dati possono emergere, nella fattispecie del delitto di tentato omicidio, dalla reiterazione dei colpi esplosi dall'agente, dalla zona corporale della parte offesa attinta dai proiettili, dalla distanza tra offensore ed offeso: elementi tutti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4495 del 18 maggio 1983
«Le indagini sul movente, sulla ragionevolezza dell'agire, sull'economia del delitto, sono importanti e ineludibili quando si versi in tema di omicidio tentato, perché la direzione inequivoca dell'azione non può, in presenza di certi connotati di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 30466 del 1 agosto 2011
«La sussistenza del dolo nel delitto di tentato omicidio può desumersi, in mancanza di attendibile confessione, dalle peculiarità intrinseche dell'azione criminosa, aventi valore sintomatico in base alle comuni regole di esperienza, quali, a titolo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 24808 del 1 luglio 2010
«Nel delitto di tentato omicidio, pur avendo valenza concorrente i due profili dell'intenzione dell'agente e dell'idoneità degli atti, quest'ultimo prevale rispetto a un'intenzione del soggetto agente solo in parte denunciata, concorrendo alla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3185 del 15 marzo 2000
«Nell'ipotesi di omicidio tentato, la prova del dolo — ove manchino esplicite ammissioni da parte dell'imputato — ha natura essenzialmente indiretta, dovendo essere desunta da elementi esterni e, in particolare, da quei dati della condotta che per...»