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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2508 del 21 febbraio 2002
«In tema di inadempimento di obbligazioni pecuniarie (nella specie, pagamento di canoni di locazione), l'obbligazione di risarcimento del maggior danno derivante dalla svalutazione monetaria costituisce debito di valore, che può essere provato in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6082 del 18 giugno 1998
«In tema di obbligazioni pecuniarie, la prova del maggior danno subito dal creditore in conseguenza della svalutazione monetaria, può essere desunta dall'appartenenza del creditore ad una delle categorie sociali giuridicamente determinate. Il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9645 del 16 novembre 1994
«Ai fini della concessione del sequestro giudiziario, si ha controversia sulla proprietà o sul possesso non soltanto quando sia esperita azione di rivendica, ma anche in ipotesi di azioni personali aventi per oggetto la restituzione della cosa da...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19024 del 29 settembre 2005
«In materia di contratti di compravendita di valori mobiliari, la violazione da parte della società di intermediazione mobiliare del divieto di effettuare operazioni con o per conto del cliente nel caso in cui abbia, direttamente o indirettamente,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11256 del 18 luglio 2003
«In tema di nullità del contratto prevista dall'art. 1418 c.c. la natura imperativa della norma violata deve essere individuata in base all'interesse pubblico tutelato. (La Corte, nel formulare il principio sopra richiamato, ha confermato la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16382 del 14 luglio 2009
«Il conferimento ad un mediatore professionale dell'incarico di reperire un acquirente od un venditore di un immobile dà vita ad un contratto di mandato e non di mediazione, essendo quest'ultima incompatibile con qualsiasi vincolo tra il mediatore...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2642 del 21 febbraio 2003
«Nel contratto di apertura di credito bancario a tempo indeterminato, il termine previsto per il preavviso di recesso dall'art. 1845 c.c. può essere convenzionalmente stabilito dalle parti e — anteriormente alla introduzione della disciplina sui...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16612 del 19 giugno 2008
«In tema di azione di ripetizione, l'indebito oggettivo opera non solo quando l'originaria causa di pagamento sia venuta meno, ma anche quando essa manchi fin dall'origine; ai sensi degli artt. 2033 e 2935 c.c., la prescrizione del diritto di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12685 del 9 giugno 2011
«In tema di competenza per territorio, ove un avvocato abbia agito, con il procedimento di ingiunzione, al fine di ottenere dal proprio cliente il pagamento di competenze professionali avvalendosi del foro speciale di cui all'art. 637, terzo comma,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9404 del 17 dicembre 1987
«La disposizione, contenuta nell'art. 15 del R.D. 21 giugno 1942, n. 929, secondo la quale la cessione del marchio già registrato non può avvenire se non in dipendenza del trasferimento dell'azienda o di un ramo particolare di questa, è rivolta ad...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11047 del 4 novembre 1998
«In tema di concorrenza sleale, l'attacco ingiusto diretto a ledere le posizioni ed i diritti tutelati dall'art. 2598 c.c., e, in particolare, idoneo a confondere il pubblico circa la qualità merceologica dei prodotti offerti, con evidente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1551 del 24 settembre 1994
«È legittimo il sequestro preventivo di sacchetti di plastica commercializzati senza che sia stata pagata l'imposta di fabbricazione, in quanto la misura cautelare risponde all'esigenza di evitare la prosecuzione di una condotta che per finalità...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2500 del 26 agosto 1999
«In tema di applicazione di pena su richiesta delle parti, rientra tra i compiti del giudice il controllo sulla corretta qualificazione giuridica del fatto e sulla applicazione e comparazione delle circostanze. La relativa valutazione è censurabile...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15367 del 1 dicembre 2000
«Il criterio per la determinazione della competenza va fissato in base non solo all'oggetto della domanda proposta dall'attore, ma anche ai fatti posti a fondamento di esse, indipendentemente dalla loro fondatezza, senza che abbiano, a tal fine,...»
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Cassazione civile, Sez. III, ordinanza n. 24257 del 26 settembre 2008
«In tema di controversie tra consumatore e professionista, l'art. 33, comma 2, lett. U, del c.d. Codice del Consumo (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206) va interpretato nel senso che la residenza del consumatore, cui la norma ha riguardo, è quella che...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2686 del 7 febbraio 2007
«In tema di Iva, spetta al giudice ordinario la giurisdizione in ordine alla domanda proposta dal consumatore finale nei confronti del professionista o dell'imprenditore che abbia effettuato la cessione del bene o la prestazione del servizio per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9922 del 26 aprile 2010
«La disposizione dettata dall'art. 1469 bis, terzo comma, n. 19, c.c. - che, avendo natura di norma processuale, si applica nelle cause iniziate dopo la sua entrata in vigore, anche se relative a controversie derivanti da contratti stipulati prima...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6824 del 20 marzo 2010
«Il contratto di prestazione d'opera professionale concluso tra paziente e medico rientra nell'ambito della disciplina dei contratti del consumatore, anche se il contratto non sia stato concluso per iscritto e il paziente abbia scelto di avvalersi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6802 del 20 marzo 2010
«Il consumatore convenuto dinanzi a foro diverso da quello suo proprio, il quale eccepisca l'incompetenza territoriale del giudice davanti al quale è stato tratto, ha l'onere di allegare che trattasi di controversia concernente un contratto cui,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18785 del 20 agosto 2010
«Il giudice del foro del consumatore quando è competente per la causa principale, ai sensi del combinato disposto di cui agli artt. 36 e 40 c.p.c., conosce anche della domanda riconvenzionale che dipende dal titolo dedotto in giudizio dall'attore o...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 21934 del 29 agosto 2008
«La controversia promossa da un consumatore per conseguire il risarcimento del danno alla salute da alterazione psichica e stress conseguente alla asserita illegittima pubblicizzazione, durante una trasmissione televisiva concernente una partita di...»
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Cassazione civile, Sez. III, ordinanza n. 16557 del 18 giugno 2008
«La questione di competenza ha natura assolutamente pregiudiziale, per cui vi è una manifesta inconciliabilità, sul piano logico e giuridico, tra la richiesta di una pronuncia sul merito in via principale (che implica necessariamente il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9692 del 24 luglio 2000
«La competenza territoriale a conoscere delle controversie relative ai contratti conclusi con un operatore commerciale per la fornitura di beni o la prestazione di servizi fuori dai locali commerciali spetta, ai sensi dell'art. 12 del D.L.vo n. 50...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4351 del 5 febbraio 2004
«In materia alimentare, anche dopo la trasformazione in illecito amministrativo delle sanzioni previste dalla legge 13 febbraio 1990 n. 26 sulla tutela della denominazione d'origine «prosciutto di Parma» la consegna di un diverso tipo di prosciutto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4375 del 12 maggio 1997
«Il carattere plurioffensivo della frode in commercio sussiste anche quando la cosa richiesta dal cliente dell'esercizio commerciale non sia tutelata da un marchio o da altra speciale protezione, giacché la norma di cui all'art. 515 c.p. tutela...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5588 del 5 febbraio 2008
«Persone offese del reato di frode nell'esercizio del commercio, che ha natura plurioffensiva, sono il produttore della merce surrettiziamente scambiata e l'acquirente-consumatore dello stessa, ai quali deve essere riconosciuta la legittimazione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2617 del 21 gennaio 2014
«In tema di tutela degli alimenti, la consegna di un tipo di prosciutto diverso da quello indicato nell'etichetta e protetto da denominazione di origine integra il reato previsto dall'art. 515 e 517 bis cod. pen. che, avendo per oggetto la tutela...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4826 del 4 giugno 1986
«In tema di frode nell'esercizio del commercio, di cui all'art. 515 c.p., soltanto l'identità essenziale fra la cosa mobile dichiarata e quella consegnata esclude la frode e quindi il reato. Pertanto, nell'ipotesi della diversità qualitativa, il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15555 del 11 novembre 1989
«La mancanza o la differenza di segni distintivi, di rilevanza determinante nell'attività commerciale, dà luogo a quella diversità che integra il reato di frode nell'esercizio del commercio di cui all'art. 515 c.p., indipendentemente dalle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23819 del 9 giugno 2009
«Il delitto di frode nell'esercizio del commercio è configurabile anche nel caso in cui l'acquirente non effettui alcun controllo sulla merce offerta in vendita, essendo irrilevanti sia l'atteggiamento, fraudolento o meno, del venditore, che la...»