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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7630 del 14 agosto 1997
«Ai fini dell'addebitabilità della separazione, deve esistere un nesso di causalità tra i comportamenti addebitabili al coniuge e il determinarsi dell'intolleranza alla convivenza, restando irrilevanti i comportamenti successivi al determinarsi di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11025 del 8 novembre 1997
«Il dovere di mantenere, istruire ed educare la prole, secondo il precetto di cui all'art. 147 c.c., impone ai genitori, anche in caso di separazione, di far fronte ad una molteplicità di esigenze dei figli, certamente non riconducibili al solo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5793 del 22 maggio 1993
«Allorquando uno dei coniugi, in sede di separazione o di divorzio, invochi il provvedimento di assegnazione della casa familiare, e l'altro contesti tale qualità all'immobile, ovvero al complesso di beni funzionalmente attrezzato per assicurare...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1501 del 29 marzo 1989
«In tema di separazione personale, l'art. 155, quarto comma (nuovo testo) c.c., secondo cui l'abitazione della casa familiare spetta di preferenza al coniuge affidatario dei figli, conferisce al giudice del merito, anche in sede di modificazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4108 del 6 aprile 1993
«In tema di provvedimenti relativi alla separazione personale dei coniugi, l'art. 155, quarto comma c.c. – nel testo introdotto dall'art. 36 della L. 19 maggio 1975, n. 151 – secondo cui l'abitazione nella casa familiare spetta di preferenza al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 20290 del 10 ottobre 2005
«Le pattuizioni intervenute tra i coniugi anteriormente o contemporaneamente al decreto di omologazione della separazione consensuale, e non trasfuse nell'accordo omologato, sono operanti soltanto se si collocano, rispetto a quest'ultimo, in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3350 del 9 aprile 1994
«Il provvedimento col quale la Corte d'appello decide sul reclamo proposto avverso decisione del Tribunale per i minorenni, di costituzione, ai sensi dell'art. 194, secondo comma c.c., a favore di uno dei coniugi e in relazione alle necessità della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4852 del 19 maggio 1999
«La responsabilità del medico in ordine al danno subito dal paziente presuppone la violazione dei doveri inerenti allo svolgimento della professione, tra cui il dovere di diligenza da valutarsi in riferimento alla natura della specifica attività...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9556 del 1 luglio 2002
«Il complesso ed atipico rapporto che si instaura tra la casa di cura e il paziente (nella specie: una partoriente), anche nell'ipotesi in cui quest'ultimo scelga al di fuori della struttura sanitaria di medico curante, non si esaurisce nella mera...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20316 del 23 luglio 2008
«Peraltro, anche a tali fini, l'atto di costituzione in mora - ancorché effettuatile da un terzo, da un "nuncius" o da un rappresentante - configura un atto giuridico in senso stretto a carattere recettizio, sicché deve essere rivolto al datore di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 577 del 11 gennaio 2008
«In tema di responsabilità contrattuale della struttura sanitaria e di responsabilità professionale da contatto sociale del medico, ai fini del riparto dell'onere probatorio l'attore, paziente danneggiato, deve limitarsi a provare l'esistenza del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15823 del 28 luglio 2005
«Nell'obbligazione risarcitoria (che costituisce debito di valore in quanto diretta alla reintegrazione del danneggiato nella stessa situazione patrimoniale nella quale si sarebbe trovato se il danno non fosse stato prodotto) il principale mezzo di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17977 del 24 agosto 2007
«In caso di morte di una casalinga verificatasi in conseguenza dell'altrui fatto dannoso, i congiunti conviventi hanno diritto al risarcimento del danno, quantificabile in via equitativa, subito per la perdita delle prestazioni attinenti alla cura...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 982 del 28 gennaio 2002
«La sola mancanza del corrispettivo in favore dell'obbligato non comporta la mancanza di causa del contratto atipico allorquando esso sia assimilabile ad un tipo nominato dal codice per il quale sia prevista la gratuità, sempre che l'atto di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19508 del 10 settembre 2009
«In materia di rapporto di agenzia, l'identità dei presupposti tra l'indennità suppletiva di clientela, spettante all'agente ai sensi dell'art. 11 dell'A.E.C., e quella di mancato preavviso, comporta il diritto dell'agente, in caso di spettanza di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9284 del 4 maggio 2005
«L'assicurazione per conto altrui o per conto di chi spetta, fattispecie contrattuale stipulata da un interposto a favore di un terzo onde far conseguire a quest'ultimo un servizio (quello, cioè, di assicurazione), si configura, sul piano...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8827 del 31 maggio 2003
«Le spese di cura e di assistenza affrontate dai genitori nei primi e già trascorsi anni di vita di un minore nato cerebroleso, e ridotto ad uno stato vegetativo, ben possono essere liquidate dal giudice con valutazione equitativa, essendo in re...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7453 del 12 aprile 2005
«In tema di mansioni diverse da quelle dell'assunzione, la equivalenza fra le nuove mansioni e quelle precedenti — che legittima lo jus variandi del datore di lavoro, a norma della disciplina legale in materia (art. 2103 c.c., come sostituito...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23624 del 22 novembre 2010
«In tema di rapporto di lavoro domestico in situazione di convivenza, l'esistenza di un contratto a prestazioni corrispettive deve essere escluso solo in presenza della dimostrazione di una comunanza di vita e di interessi tra i conviventi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4114 del 20 gennaio 1992
«Deve ritenersi corretta la decisione del tribunale del riesame che, all'esito di valutazione fondata sull'esame dell'imputato nel corso dell'udienza, dispone la sostituzione della misura più rigorosa della custodia in casa di cura con quella più...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9 del 30 giugno 1998
«Ne consegue che, mancando la riproduzione fonografica o audiovisiva dell'interrogatorio o in assenza delle previste forme alternative ad essa, l'atto è colpito dalla sanzione di inutilizzabilità sia nei confronti della persona che lo rende, sia...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9907 del 4 marzo 2003
«In tema di notificazione, è sufficiente che la comunicazione dell'avvenuta notifica a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento prescritta dall'art. 157, comma 3 e 8 c.p.p. contenga la dizione «atto giudiziario», che ne assicura la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1730 del 21 febbraio 1995
«A norma dell'art. 313, comma 3, c.p.p., il rimedio esperibile avverso la provvisoria esecuzione della misura di sicurezza del ricovero in casa di cura e custodia disposta ai sensi dell'art. 206 c.p., è quello previsto in materia di custodia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11273 del 15 marzo 2007
«Ai sensi dell'art. 679 c.p.p. è possibile per il magistrato di sorveglianza modificare una misura di sicurezza terapeutica, quale l'assegnazione ad una casa di cura, applicata dal giudice di merito, previo riconoscimento del vizio parziale di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13741 del 1 dicembre 1999
«Le disposizioni che concernono le misure di sicurezza impongono sempre di accertare la persistenza della pericolosità sociale del soggetto riferita al momento dell'applicazione della misura, oltre che a quello della sua esecuzione. (Fattispecie di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15673 del 13 luglio 2007
«È nulla e conseguentemente inidonea a giustificare l'applicazione di uno specifico criterio di competenza territoriale, la clausola contrattuale che contiene l'elezione di domicilio, finalizzata alla notificazione di futuri atti giudiziari, presso...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2865 del 6 febbraio 2009
«Qualora il giudice declini la giurisdizione sulla domanda principale, gli è preclusa ogni valutazione di merito, e quindi anche la decisione sulla domanda eventualmente proposta in via subordinata, la quale non può essere dichiarata improponibile,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 15 del 1 febbraio 1999
«La convenzione stipulata tra la USL ed il proprietario del laboratorio di analisi o della casa di cura (sia esso persona coincidente o diversa dai medici chiamati a fornire le loro prestazioni nell'ambito di tali strutture) non costituisce un...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 428 del 18 gennaio 1991
«L'esistenza di un precedente giudicato non può di per sé dar luogo a presunzione di malafede in relazione ad un successivo comportamento della parte che ad esso sia oggettivamente contrario e che si basi su tesi giuridiche non manifestamente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9386 del 9 marzo 2005
«È configurabile il delitto di omicidio colposo nella condotta del figlio, anche temporaneamente convivente con il padre, che per negligenza ometta di adottare tempestivamente ogni adeguata iniziativa volta ad assicurare la necessaria assistenza...»