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Diritto processuale penale -

Il ruolo della prova digitale nel reato di pornografia minorile

AUTORE:
ANNO ACCADEMICO: 2021
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą Telematica Internazionale Uninettuno
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Il presente elaborato analizza dapprima la normativa nazionale attualmente in vigore in tema di pedopornografia, la cui lotta costituisce “obiettivo primario perseguito dall’Italia”, nonché le varie fonti nazionali ed internazionali che si sono succedute nel tempo ed hanno costituito uno stimolo, o addirittura un obbligo, per l’intervento del legislatore nazionale.
In dettaglio, nel primo capitolo verrà fatto un excursus dell’evoluzione della nozione di pornografia minorile partendo dalla legge n. 269/1998, con la quale il reato è stato introdotto, fino ad arrivare alla definizione oggi in vigore, introdotta con legge n. 172/2012.
Si procederà poi con l’analisi dell’art. 600 ter del c.p. nei singoli commi: il primo, avente ad oggetto la realizzazione di esibizioni o spettacoli pornografici - la produzione di materiale pornografico mediante l’uso di minori - le condotte di reclutamento o induzione dei minori a partecipare a esibizioni o spettacoli pornografici ovvero la percezione di altro profitto dai suddetti spettacoli; il secondo, avente ad oggetto il commercio del materiale pedopornografico; il terzo, riguardante la distribuzione, divulgazione, diffusione e pubblicizzazione di materiale pedopornografico - la distribuzione e divulgazione di notizie o informazioni finalizzate all’adescamento e allo sfruttamento sessuale dei minori; il quarto, inerente l’offerta e la cessione di materiale pornografico; ed infine il sesto, avente ad oggetto l’attività di assistere ad esibizioni o spettacoli minorili.
Il secondo capitolo porrà l’attenzione sul ruolo esercitato dalla prova digitale nel reato di pornografia minorile, dove per prova digitale si intende ogni informazione probatoria la cui rilevanza processuale dipenda dal contenuto del dato o dalla sua allocazione su una determinata periferica o, ancora, dall’essere stato esso trasmesso secondo modalità telematiche. In particolare, nella prima parte di esso, verrà analizzato il quadro normativo nel quale si muove la prova digitale con particolare attenzione alle linee guida, o best practices, dalle quali dipende la corretta gestione della prova digitale. Si tratta di un insieme di raccomandazioni volte a prevenire il rischio di inquinamento delle evidenze digitali nel corso dell’attività di investigazione e a garantirne, pertanto, l’integrità, la genuinità e l’autenticità. Nella seconda parte del secondo capitolo verranno esaminati i mezzi di ricerca della prova digitale quali le ispezioni e le perquisizioni informatiche, il sequestro di materiale informatico e le intercettazioni di comunicazioni informatiche o telematiche. Nella terza parte, infine, verrà illustrata l’attività di indagine di iniziativa della polizia giudiziaria disciplinata dalla legge 269/1998, che prevede la possibilità di svolgere operazioni digitali sotto copertura come particolari attività di contrasto, volte alla persecuzione delle fattispecie contro lo sfruttamento della prostituzione e del turismo sessuale specie in danno dei minori.
Accade frequentemente, però, che le prove digitali rilevanti ai fini di un procedimento penale si trovino in uno Stato diverso da quello in cui il reato è stato commesso, sfuggendo alla sovranità di quest’ultimo. Proprio la natura transnazionale della prova digitale fa si che questa possa essere memorizzata e conservata in qualsiasi parte del mondo, potendo circolare nello spazio virtuale del cloud.
L’elaborato si concluderà dunque con il terzo capitolo, nel quale verranno esaminati gli strumenti di cooperazione internazionale in materia di indagini informatiche e di contrasto alla pornografia minorile. Invero, la maggior parte delle prove digitali derivano da fonti private in quanto detenute da aziende private che offrono prodotti online a livello globalizzato (es. Facebook, Telegram, Whatsapp ecc.), la cui collaborazione risulta indispensabile.
Lo scopo dell’ultimo capitolo dell’elaborato sarà quindi quello di mettere in luce il ruolo svolto dagli “internet service provider” nella gestione delle informazioni digitali utili alle indagini.
Verrà illustrata, da ultimo, la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio europeo relativo agli ordini europei di produzione e di conservazione di prove elettroniche in materia penale, come strumento volto a rendere più facili l’assicurazione e la conservazione delle prove elettroniche conservate o detenute da prestatori di servizi di un’altra giurisdizione, analizzandone gli aspetti positivi e gli aspetti problematici.

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