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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 696 del 20 marzo 2000
«In ragione del rinvio all'art. 278 c.p.p. contenuto nell'art. 379 c.p.p., ai fini dell'applicazione delle norme sull'arresto in flagranza, si deve avere riguardo alla pena stabilita dalla legge per ciascun reato consumato o tentato. Ne consegue,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1421 del 11 febbraio 1998
«Non è, difatti, legittimamente predicabile l'esistenza, nella specie, di un danno biologico in capo ai predetti soggetti, atteso che la legge (costituzionale e/o ordinaria) riconosce loro, sotto il profilo dell'accrescimento del nucleo familiare,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 27019 del 24 maggio 2001
«...a norma del quale, per determinare la competenza si ha riguardo alla pena stabilita per legge per ciascun reato consumato o tentato, e non a quella risultante dall'applicazione delle norme sulla continuazione e sul concorso formale di reati).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3089 del 8 marzo 1999
«...soltanto in parte, dovendosi tale termine intendersi in senso naturalistico, come un momento dell'iter criminoso che, considerato unitariamente ai successivi atti compiuti all'estero, viene a integrare un'ipotesi di delitto tentato o consumato.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2729 del 22 dicembre 1994
«Pure se il danno non costituisce condizione perché il reato di cui all'art. 317 c.p. venga consumato, è certo che solo quando dall'abuso discenda un pericolo di pregiudizio per il privato è ipotizzabile il delitto di concussione, perché se il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1940 del 7 luglio 1993
«L'art. 51 comma terzo bis c.p.p. che prevede una deroga assoluta ed esclusiva alle regole sulla competenza per territorio, limitata ai reati in esso contemplati, è entrato a far parte del sistema normativo sulla competenza in generale, con la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1831 del 10 giugno 1998
«Qualora vengano emesse, in momenti diversi, due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti del medesimo indagato, l'una per il reato di partecipazione ad associazione per delinquere di stampo mafioso fino ad una determinata data e...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 18103 del 16 aprile 2003
«...al giudice di merito la valutazione circa la esatta configurazione giuridica, in termini di atti preparatori non perseguibili, tentativo o reato consumato del “darsi da fare” nel cercare una casa che possa fungere da rifugio ad un latitante).»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4298 del 30 settembre 1998
«...effetto speciale, per il computo dei termini indicati dall'art. 303 stesso codice deve dapprima individuarsi la pena massima stabilita per il reato circostanziato consumato, per poi operare su di essa la riduzione minima indicata dall'art. 56 c.p.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4820 del 9 febbraio 1996
«Ne consegue che l'indicazione della data in cui si assume essere stato consumato un determinato reato, non è un elemento necessariamente indispensabile nella «descrizione sommaria del fatto», tanto più nelle ipotesi in cui si tratti di un reato...»