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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3892 del 26 febbraio 2004
«La controversia circa la validità o l'efficacia dell'atto costitutivo di una fondazione (nella specie impugnato per simulazione e per frode alla legge) rientra, anche dopo che sia intervenuto il provvedimento di riconoscimento della personalità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9052 del 15 aprile 2010
«In tema di promessa di matrimonio, l'obbligazione che consegue "ex lege" all'esercizio del diritto di recesso non può configurarsi come illecito extra-contrattuale, costituendo il recesso espressione di una libertà fondamentale, nè come...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6302 del 16 marzo 2007
«I termini di decadenza per l'esercizio dell'azione di disconoscimento di paternità concorrono, unitamente ai casi in cui tale azione è consentita, a definire l'ambito nel quale il disconoscimento di paternità è esperibile e, con esso, a delineare...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11561 del 25 luglio 2003
«Non esiste nell'ordinamento positivo un'azione di impugnativa della locazione, stipulata dall'usufruttuario, per frode in danno del nudo proprietario, l'unico strumento previsto a tutela di quest'ultimo essendo la disciplina specifica dettata...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23008 del 7 giugno 2001
«Integra il reato di frode in commercio la condotta dell'esercente che alla richiesta di prosciutto di Parma - la cui denominazione di origine è riservata dall'art. 1 della legge n. 26 del 1990 esclusivamente a prodotti che abbiano determinate...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1523 del 26 gennaio 2010
«Il contratto in frode alla legge si caratterizza per l'unicità della dichiarazione negoziale, diretta alla realizzazione di una particolare finalità antigiuridica e per questo si distingue dalla simulazione in generale e dalla simulazione relativa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8600 del 29 maggio 2003
«Il negozio in frode alla legge è quello che persegue una finalità vietata in assoluto dall'ordinamento in quanto contraria a norma imperativa o ai principi dell'ordine pubblico o del buon costume ovvero perché diretta ad eludere una norma imperativa.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6239 del 24 ottobre 1983
«Nell'ordinamento vigente non esiste alcuna norma che sancisca in via generale la nullità del contratto in frode dei terzi, i quali sono tutelati soltanto in particolari situazioni e cioè con l'azione di nullità, ove questa sussista, oppure con...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3568 del 9 dicembre 1971
«Il contratto in frode alla legge è caratterizzato dalla consapevole divergenza tra la causa tipica del contratto prescelto e la determinazione causale delle parti indirizzate all'elusione di una norma imperativa.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3166 del 9 novembre 1971
«Il negozio simulato e il negozio indiretto non valgono, in sé, ad integrare ipotesi di frode alla legge, la quale non è colpita direttamente con norma sanzionatoria generale perfetta, ma solamente se si risolva in uno strumento di violazione di...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 20816 del 26 ottobre 2005
«La amministrazione finanziaria, quale terzo interessato alla regolare applicazione delle imposte, è legittimata a dedurre (prima in sede di accertamento fiscale e poi in sede contenziosa) la simulazione assoluta o relativa dei contratti stipulati...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 11351 del 3 settembre 2001
«Prima dell'entrata in vigore dell'art. 37 bis del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, introdotto dall'art. 7 del D.L.vo 8 ottobre 1997, n. 358 - che con disposizione, non avente efficacia retroattiva, ha attribuito all'Amministrazione finanziaria...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12327 del 5 novembre 1999
«La frode fiscale, diretta ad eludere le norme tributarie sui trasferimenti dei beni, trova soltanto nel sistema delle disposizioni fiscali la sua sanzione, la quale non è sanzione di nullità o di annullabilità del negozio.»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10603 del 25 ottobre 1993
«Il motivo illecito - che, se comune ad entrambe le parti e determinante per la stipulazione, determina la nullità del contratto - si identifica con una finalità vietata dall'ordinamento, poiché contraria a norma imperativa o ai principi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 118 del 4 gennaio 1995
«L'illiceità ha dei connotati più gravi della semplice violazione di legge, comportando, come si ricava dagli artt. 1343 ss. c.c., la contrarietà a norme imperative, all'ordine pubblico od al buon costume, o la frode alla legge intesa come mezzo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24274 del 14 novembre 2006
«In tema di contratto di agenzia, l'art. 1750, comma quarto, c.c., nel porre la regola inderogabile secondo cui i termini di preavviso devono essere gli stessi per le due parti del rapporto, esprime un precetto materiale che vieta pattuizioni che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5371 del 18 giugno 1987
«La riferibilità al minore del contratto stipulato dal genitore, quale rappresentante legale, pur non restando esclusa dalla mancanza di un'espressa spendita del nome del rappresentato (essendo in proposito sufficiente una volontà anche tacita,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12081 del 10 novembre 1992
«L'art. 1395 c.c. trova applicazione nel caso di contratto di vendita di propri beni ad una società per azioni concluso, alle condizioni da lui ritenute più vantaggiose, dall'amministratore che rappresenta detta società, anche dopo che sono...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1811 del 7 marzo 1990
«Con riguardo ad immobili, il cui acquisto si pretenda effettuato per interposta persona, l'accertamento del diritto di proprietà sugli immobili stessi, in favore del soggetto che assuma di essere il beneficiario effettivo del rapporto, non può...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2762 del 29 dicembre 1970
«La prova della simulazione di un negozio in forma scritta, anche se tale forma non sia richiesta dalla legge ad substantiam, nei rapporti fra le parti non può essere fornita mediante testimoni o presunzioni. Peraltro, le restrizioni all'ammissione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7385 del 12 dicembre 1986
«La vendita con patto di riscatto o de retrovendendo , ex art. 1500 c.c.; anche se stipulata a scopo di garanzia, sempreché sia vera e reale, non incorre nella sanzione di nullità stabilita per il patto commissorio vietato dagli artt. 1963, 2744...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2040 del 22 giugno 1972
«La norma dell'art. 1524 c.c., nel rendere inopponibile ai terzi creditori del compratore il patto di riserva di proprietà che acceda ad un contratto di vendita, non trova la sua ratio nell'intento di salvaguardare i creditori da un atto che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7189 del 12 maggio 2003
«In materia di locazione di immobili urbani, l'art. 1606, primo comma, c.c., stabilendo che, nei casi in cui il diritto del locatore sulla cosa locata si estingue con effetto retroattivo, le locazioni da lui concluse aventi data certa sono...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1175 del 16 febbraio 1983
«La disposizione di cui all'art. 1606 c.c. - a tenore del quale, nel caso in cui ii diritto del locatore sulla cosa locata si estingua con effetto retroattivo, le locazioni da lui concluse, aventi data certa, sono mantenute purché siano state fatte...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1546 del 10 marzo 1982
«La portata del disposto di cui all'art. 1606 c.c. — per il quale, nel caso di estinzione con effetto retroattivo del diritto del locatore sulla cosa locata, restano ferme le locazioni da lui concluse purché fatte senza frode e non eccedenti il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 399 del 21 gennaio 1982
«Poiché, per assumere la qualità di locatore, non è necessario essere titolare di un diritto reale sul bene locato, bastando invece la semplice disonibilità di esso in virtù di un titolo non contrario a norme imperative e la possibilità materiale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11597 del 14 ottobre 1999
«La stipulazione scritta del patto di prova deve essere anteriore o, quanto meno, contestuale all'inizio dell'esecuzione del rapporto di lavoro onde non attribuire al datore di lavoro, in frode alla normativa di natura pubblicistica sui...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7326 del 28 giugno 1995
«L'arbitrario mutamento di denominazione di un emolumento ad iniziativa di uno dei soggetti del rapporto di lavoro non vale di per sé ad attribuirgli natura e finalità diversa da quelle desumibili dalla sua natura e destinazione, giacché in caso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3640 del 17 aprile 1996
«L'art. 2103 c.c. pone un limite allo ius variandi nell'ambito del rapporto di lavoro in corso, offrendo al lavoratore una tutela contro i provvedimenti unilaterali di quest'ultimo, ma non impedisce la risoluzione del rapporto di lavoro in atto e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23015 del 12 novembre 2010
«L'offerta al pubblico di valori mobiliari di associazione in partecipazione - mediante emissione di certificati rappresentativi della posizione di associato - non costituisce negozio in frode alla legge, ex art. 1344 c.c. in relazione all'art....»