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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3129 del 10 ottobre 1992
«Il divieto di utilizzazione dei risultati delle intercettazioni in altro procedimento, di cui all'art. 270 c.p.p., va inteso nel senso che non possono siffatti elementi valere come prova in diverso processo. Nessuna preclusione esiste, invece,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1626 del 10 febbraio 1996
«Il concetto del «diverso procedimento» nel quale, ai sensi del primo comma dell'art. 270 c.p.p., è vietata l'utilizzazione dei risultati delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni (salvo che risultino indispensabili per l'accertamento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1161 del 10 gennaio 2008
«L'inutilizzabilità delle intercettazioni nel giudizio di cognizione non preclude la loro utilizzabilità nel processo di prevenzione, se non in presenza di vizi tali da determinarne una patologica inutilizzabilità, come accade ad esempio quando...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3437 del 2 febbraio 2005
«Quando si prospetta davanti al giudice di legittimità l'inutilizzabilità dei risultati delle intercettazioni telefoniche, l'eccezione, per i limiti intrinseci del giudizio di legittimità, può essere esaminata solo se l'atto inutilizzabile, o dal...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3 del 31 maggio 1996
«L'inutilizzabilità dei risultati delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni ha rilievo anche nel procedimento cautelare, poiché la sanzione processuale colpisce i risultati viziati del mezzo di ricerca della prova in quanto tali, in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6037 del 25 gennaio 1999
«Il reato di cui all'art. 468 c.p. si consuma nel momento e nel luogo in cui lo strumento contraffatto viene creato ad opera del suo autore, o di chi per lui, senza che occorra, ai fini della perfezione del reato stesso, che di tale strumento venga...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5467 del 9 maggio 1992
«Ed invero, quanto alle prime, non si è in presenza di intercettazioni, cioè di occulta presa di conoscenza, da parte di terzi e mediante congegni particolari, di comunicazioni riservate, ma di registrazione di un colloquio ad opera di uno degli...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6367 del 16 febbraio 2012
«Sono utilizzabili a fini cautelari le dichiarazioni accusatorie dei pentiti di cui il P.M. non abbia trasmesso la relativa trascrizione integrale ma solo i verbali riassuntivi, non sussistendo l'obbligo di mettere a disposizione gli atti nella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 40997 del 3 novembre 2008
«Sono utilizzabili come gravi indizi di colpevolezza, ai fini della valutazione di legittimità delle misure cautelari personali, atti di altri procedimenti (nella specie, dichiarazioni di collaboranti rese in dibattimento ), indipendentemente dalla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 29671 del 16 luglio 2003
«Il divieto di applicazione di una misura cautelare, sulla base di nuovi elementi di prova, a carico di soggetto nei cui confronti sia stata pronunciata sentenza di non luogo a procedere, prima che tale pronuncia sia stata revocata, in tanto opera...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7266 del 20 gennaio 2000
«Avuto riguardo alla disciplina dettata dall'art. 435, comma 1, c.p.p., secondo la quale, anche sulla base di fonti di prova acquisite dal pubblico ministero in assenza di preventiva autorizzazione alla riapertura delle indagini, può essere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2852 del 30 ottobre 1998
«Alla luce della sentenza della Corte costituzionale del 15 marzo 1996, n. 71, pur dovendosi riconoscere l'autonomia del provvedimento de libertate, impositivo di una misura cautelare, ove intervenga una decisione sul merito (quale quella di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2006 del 2 settembre 1996
«In tema di misure cautelari, i gravi indizi di colpevolezza che giustificano l'emissione della misura possono essere legittimamente tratti da un giudizio ragionevolmente probabilistico che tenga conto delle massime di esperienza, cioè della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 529 del 5 aprile 1995
«In presenza di procedimento connesso in sede di riesame, la cui udienza si è celebrata unitariamente per diversi coindagati, anche per differenti titoli di reato, ai fini della decisione sulla singola misura custodiale sono correttamente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 752 del 1 aprile 1994
«Agli effetti dell'indagine in ordine alla sussistenza dei gravi indizi, necessari, ai sensi del primo comma dell'art. 273 c.p.p. per l'emissione della misura cautelare, si richiede che da essi possa trarsi il convincimento della elevata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 303 del 11 marzo 1994
«Il termine «indizi» ha valore e significato diversi, secondo che con esso si voglia far riferimento agli elementi di prova necessari e sufficienti per affermare la responsabilità di un soggetto in ordine a reati ascrittigli, ovvero a quelli...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4656 del 3 febbraio 1994
«La valenza degli indizi necessari ai fini dell'emissione di provvedimenti applicativi di misure cautelari ha spessore diverso e più ridotto rispetto al quadro indiziario idoneo a costituire presupposto di una condanna. Non è infatti richiesto, a...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 608 del 22 maggio 1992
«Il requisito della «gravità» degli indizi, di cui all'art. 273 c.p.p., è da considerare sussistente quando i detti indizi rivelino un consistente fumus di colpevolezza, pur in presenza di possibili spiegazioni alternative dei fatti, destinate ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2547 del 21 luglio 1999
«Ai fini dell'emissione del provvedimento della custodia cautelare in carcere, non è necessario che la chiamata di correo presenti le caratteristiche e il livello probatorio voluti dall'articolo 192 c.p.p. per il giudizio definitivo di colpevolezza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 863 del 15 aprile 1999
«In materia di applicazione delle misure cautelari, i gravi indizi di colpevolezza vanno individuati in quegli elementi a carico, di natura logica o rappresentativa, che - contenendo in nuce tutti o soltanto alcuni degli elementi strutturali della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3497 del 30 agosto 1997
«La proroga di diritto del termine, stabilito a giorni, che scada in giorno festivo non si applica ai termini dilatori computabili a giorni liberi come quello stabilito dall'art. 309 comma 8 c.p.p. per la notifica dell'avviso della data...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3951 del 25 luglio 1996
«In sede cautelare non è necessario che i riscontri riguardino in modo specifico la posizione soggettiva del chiamato, poiché l'assenza di quest'ultimo requisito — nell'ipotesi in cui non risultino elementi contrari al coinvolgimento di costui —...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 11 del 1 agosto 1995
«Affinché la chiamata in reità o correità possa assurgere a grave indizio di colpevolezza ai sensi dell'art. 273 c.p.p. è necessario che la stessa sia corredata da riscontri esterni - non necessariamente riferiti in modo specifico alla posizione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3634 del 27 novembre 1995
«Nel caso di riconoscimento fotografico a carico dell'indagato raccolto dalla autorità di polizia per delega del pubblico ministero ex art. 370 c.p.p., la descrizione ed i riferimenti contestualmente effettuati da chi ha operato il riconoscimento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 655 del 29 aprile 1997
«In tema di partecipazione ad associazione di stampo mafioso la dichiarazione proveniente da un appartenente ad una famiglia mafiosa secondo la quale un soggetto è inserito nell'altra associazione contrapposta, rivale della propria, e svolge per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1763 del 29 agosto 1995
«Pur non potendosi in assoluto affermare che il ruolo dirigenziale o verticistico, di cui taluno risulti investito nell'ambito di un sodalizio mafioso, sia di per sé sufficiente a far ritenere quel soggetto automaticamente responsabile di ogni...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1605 del 27 maggio 1995
«In tema di applicazione delle misure di prevenzione personali e patrimoniali nei confronti di appartenenti ad associazioni mafiose, se la pendenza di un procedimento penale per associazione di stampo mafioso non è di per sè sufficiente a...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 107 del 27 marzo 1993
«Le dichiarazioni accusatorie, spontaneamente rese da un indagato a norma dell'art. 350, comma settimo, c.p.p., raccolte dalla polizia giudiziaria ma non documentate in verbale (né per esteso né riassunto), possono essere utilizzate in fase di...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 38 del 27 novembre 1995
«Il rinvio a giudizio dell'imputato disposto a conclusione dell'udienza preliminare, implicando un accertamento positivo della sussistenza di elementi tali da integrare quella qualificata probabilità di affermazione della responsabilità che è...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1150 del 13 gennaio 2009
«Sono utilizzabili per l'adozione di misure cautelari nel corso delle indagini preliminari le dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia, oltre il termine di centottanta giorni dall'inizio della collaborazione, davanti al giudice nel...»