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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2160 del 16 febbraio 1990
«Il termine «allontanarsi», impiegato dall'art. 385 c.p. per chi è agli arresti domiciliari, va letto con riferimento a quest'ultima espressione e nel più ampio contesto dell'economia cui la norma corrisponde, nel senso cioè che l'interessato resti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 19645 del 28 aprile 2004
«Per il reato di evasione commesso da persona in stato di arresti domiciliari, la fattispecie attenuante di cui al comma 4 dell'art. 385 c.p., per la quale la pena è diminuita quando l'evaso si costituisce in carcere prima della condanna, non è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37386 del 1 ottobre 2003
«La circostanza attenuante prevista dall'art. 385 quarto comma c.p., a favore dell'evaso che si costituisca in carcere, non è applicabile nel caso di ritorno volontario nel luogo degli arresti domiciliari da parte del soggetto che se ne sia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1458 del 30 ottobre 1995
«In tema di evasione dagli arresti domiciliari (art. 385, comma 3, c.p.) l'attenuante della costituzione prima della condanna è applicabile solo ove l'evaso si sia costituito in carcere o abbia posto in essere una condotta a questa assimilabile,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 11343 del 10 dicembre 1993
«L'attenuante della costituzione dell'evaso in carcere prima della condanna è applicabile anche all'ipotesi, prevista dal terzo comma dell'art. 385 c.p., dell'imputato che, essendo in stato di arresto nella propria abitazione o in altro luogo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9390 del 4 settembre 1992
«Nell'ipotesi in cui l'imputato si allontani arbitrariamente dal luogo ove egli è tenuto a rimanere, perché sottoposto agli arresti domiciliari, l'attenuante del ravvedimento attuoso può essere applicata solo se, prima della condanna, egli si...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7470 del 26 giugno 1992
«In tema di evasione, il presupposto dell'attenuante, di cui agli artt. 385, quarto comma, c.p. e 47 ter, ottavo comma, u.p. L. 26 luglio 1975, n. 354, è esclusivamente la costituzione in carcere, che non può, in alcun modo, realizzarsi nello stato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11940 del 21 novembre 2000
«L'allontanamento del detenuto, agli arresti domiciliari e autorizzato al lavoro esterno, dal luogo in cui è previsto che egli svolga la propria attività costituisce reato di evasione, (senza che sia invocabile l'inevitabilità dell'ignoranza della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 475 del 24 gennaio 1997
«In tema di configurabilità del reato continuato, mentre l'unicità del disegno criminoso, pur in assenza di una incompatibilità ontologica, mal si concilia in linea di principio con il reato di evasione dal carcere, essa può invece ben ricorrere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15186 del 3 maggio 2006
«Risponde del reato di cui all'art. 388, commi terzo e quarto c.p. anche il terzo possessore della cosa del debitore sottoposta a pignoramento presso di lui, che spostandola senza autorizzazione dal luogo in cui è custodita, la sottrae all'esecuzione.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1139 del 30 gennaio 1991
«Il delitto di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice di cui ai primi due commi dell'art. 388 c.p., tutelando l'autorità della decisione giudiziaria in sé per sé - e quindi soltanto per necessaria conseguenza anche l'azione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39217 del 23 settembre 2013
«Non integra il reato di elusione del provvedimento del giudice civile che ha disposto la nomina dell'amministratore di sostegno la condotta di chi, con il consenso del destinatario del provvedimento adottato a norma dell'art. 404 c.c., trasferisce...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4439 del 8 febbraio 2005
«In tema di elusione dei provvedimenti del giudice riguardanti l'affidamento di minori (art. 388, secondo comma, c.p.), premesso che detta elusione non postula necessariamente un contegno contrassegnato dall'uso di scaltrezza o da una subdola...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2908 del 4 marzo 1988
«Per provvedimenti cautelari del giudice civile la cui inottemperanza dolosa dà luogo a responsabilità penale devono intendersi tutti i provvedimenti cautelari previsti dal libro IV c.p.c. e non solamente quelli tipici predisposti a tutela della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14334 del 9 aprile 2001
«In tema di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice concernente la sottrazione di cose pignorate o sottoposte a sequestro, il semplice allontanamento del proprietario, alla cui custodia le cose sequestrate o pignorate sono state...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5581 del 13 maggio 1998
«La condotta materiale del reato di sottrazione di beni pignorati o sottoposti a sequestro, previsto dall'art. 388, comma terzo, c.p., è integrata, tra le altre ipotesi, dalla sottrazione della cosa sottoposta a custodia, il che implica la prova...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7111 del 18 luglio 1997
«In materia di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice (art. 388 c.p.), deve ritenersi che, la sentenza dichiarativa di fallimento (art. 2 del R.D. 16 marzo 1942 n. 267) non determina l'automatica rimozione del vincolo imposto sui...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9421 del 22 luglio 1999
«Non può escludersi la sussistenza del reato di cui all'art. 338, comma 5, c.p. allorché il custode, cui si impone l'osservanza del dovere funzionale riferito all'ufficio procedente, si allontana dal luogo della consegna del bene pignorato e in tal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13652 del 23 dicembre 1998
«Risponde del reato di cui all'art. 388, comma quinto, c.p., il custode di beni pignorati che non si fa trovare nel luogo ove si trovano custoditi i beni staggiti, nell'ora e nel giorno fissato per l'accesso e il trasporto degli stessi, comunicato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11497 del 15 dicembre 1997
«La condotta materiale del reato di sottrazione di beni pignorati o sottoposti a sequestro, previsto dall'art. 388, commi terzo e quarto c.p., è integrata, tra le altre ipotesi, dalla sottrazione della cosa sottoposta a vincolo, sicché il semplice...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9915 del 27 settembre 1995
«Ai fini della responsabilità del custode della cosa pignorata per il reato di cui all'art. 388 c.p., ad integrare il concetto di «sottrazione» è sufficiente lo spostamento della cosa (cosiddetto amotio) da un luogo all'altro effettuato senza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16075 del 18 novembre 1989
«Non sussiste il reato previsto dall'art. 388, quinto comma, c.p. nell'ipotesi in cui il custode di cose sottoposte a pignoramento ometta il trasporto dei beni dal luogo in cui sono custoditi a quello dell'incanto, perché a ciò deve provvedere, ai...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33989 del 3 agosto 2015
«Le norme di cui agli artt. 388 e 574 cod. pen., che prevedono rispettivamente il reato di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice e quello di sottrazione di persona incapace non danno luogo ad un concorso di norme governato dal...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 15245 del 14 aprile 2015
«L'esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose o alle persone, commesso con minaccia dell'esercizio di un diritto, in sé non ingiusta, può integrare il reato di rapina se si estrinseca con modalità violente che denotano la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 35229 del 30 settembre 2005
«Il delitto di associazione per delinquere, reato di natura permanente, si consuma nel momento e nel luogo di costituzione del vincolo associativo diretto allo scopo comune; ove difetti la prova relativa al luogo e al momento della costituzione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5549 del 11 aprile 1990
«La costituzione di un'associazione per delinquere non si verifica nel momento e nel luogo in cui interviene il semplice accordo tra i compartecipi, ma in quelli della costituzione di una organizzazione permanente, frutto del concerto di intenti e...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 44153 del 23 ottobre 2014
«In tema di associazione per delinquere, l'aggravante della scorreria in armi richiede il trasferimento da luogo a luogo di associati che, avendo programmato solo genericamente dei delitti, scelgono secondo occasionali circostanze gli oggetti delle...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32439 del 29 agosto 2001
«In tema di associazione a delinquere aggravata ai sensi del comma 4 dell'art. 416 c.p.p., perché sussista la circostanza aggravata «della scorreria in armi» è necessario che la condotta si connoti per un aumentato pericolo dell'ordine pubblico e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 265 del 24 febbraio 1998
«In tema di associazioni criminose, l'aggravante della disponibilità di armi di cui al comma quarto dell'art. 416 bis c.p. si sostanzia in una situazione di fatto che non coincide con i fatti di illegale detenzione e porto, non solo perché la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14688 del 23 dicembre 1986
«In tema di associazione per delinquere, l'aggravante della scorreria in armi richiede il trasferimento da luogo a luogo di associati che, avendo programmato solo genericamente dei delitti, scelgono secondo occasionali circostanze gli oggetti delle...»