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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9086 del 11 ottobre 1996
«L'art. 452 in relazione all'art. 444 c.p. punisce a titolo di colpa le condotte che, avendo ad oggetto sostanze destinate all'alimentazione, siano pericolose per la salute pubblica, mentre l'art. 5 della legge 30 aprile 1962, n. 283, attiene alla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1707 del 8 febbraio 1989
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 443 c.p., è sufficiente la violazione delle norme che prevedono una scadenza nella commerciabilità dei farmaci (nella specie, della circolare 7 marzo 1983, n. 27 del Ministero della sanità),...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5415 del 28 aprile 1999
«I medicinali veterinari, ai fini delle norme poste a presidio della salute pubblica e, in particolare, dell'art. 443 c.p., vengono in rilievo soltanto quando siano destinati a identificare, prevenire o curare patologie trasmissibili all'uomo o,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4861 del 22 maggio 1997
«L'art. 443 c.p., che sanziona la detenzione di medicinali guasti o imperfetti, tra cui quelli scaduti di validità, è applicabile anche ai medicinali ad uso veterinario, giacché non esula dal concetto di salute pubblica la tutela della salute degli...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3778 del 28 marzo 1987
«Il delitto di cui all'art. 444 c.p. va inquadrato nella categoria dei reati di pericolo concreto nel senso che per la sussistenza dell'ipotesi criminosa è necessario che le sostanze alimentari abbiano idoneità ad esporre effettivamente a pericolo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6930 del 11 giugno 1992
«Il delitto di cui all'art. 444 c.p. va inquadrato nella categoria dei reati di pericolo concreto, nel senso che le sostanze alimentari abbiano idoneità ad esporre effettivamente a pericolo la salute pubblica; la pericolosità degli alimenti, cioè...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6583 del 29 aprile 1989
«L'ipotesi delittuosa prevista dall'art. 444 c.p. (commercio di sostanze alimentari nocive) configura un reato di pericolo, per la sussistenza del quale occorre che le sostanze di cui si vuole far commercio abbiano attitudine ad arrecare nocumento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1367 del 26 novembre 1996
«In tema di commercio di sostanze alimentari nocive, il rapporto fra gli artt. 444 e 452 c.p. e il decreto del Ministro della Sanità 9 dicembre 1993, che fissa il limite massimo di mercurio tollerabile nei prodotti ittici, va risolto alla luce del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19107 del 30 maggio 2006
«La fattispecie di cui all'art. 444 c.p. è norma penale in bianco, rivestita di contenuti in base a norme extrapenali integratrici del precetto penale, che possono essere emanate anche da autorità amministrative o sovranazionali, le quali dettano...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9823 del 22 settembre 1995
«Il reato di cui all'art. 21 comma 1 del D.P.R. 24 maggio 1988, n. 236, ipotizzabile a carico di chi fornisce al consumo umano acque non potabili, ha natura sussidiaria rispetto ad altri reati più gravi eventualmente configurabili, integrando un...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 12265 del 12 dicembre 1995
«La sussistenza delle ipotesi di cui all'art. 452 c.p. non è esclusa dalle previsioni contravvenzionali di cui al testo unico delle norme sanitarie. R.D. 27 luglio 1934, n. 1265, stante la diversità oggettiva dei beni protetti. L'art. 452 c.p.,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3952 del 3 aprile 1992
«Nel reato di lesioni volontarie la previsione o la prevedibilità dell'evento integrante una delle circostanze aggravanti di cui all'art. 583 c.p. (e, conseguentemente, la valutabilità della stessa a carico dell'agente, ai sensi del disposto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5544 del 12 maggio 1992
«Ai fini del delitto di omicidio preterintenzionale, l'elemento psicologico consiste nell'aver voluto l'evento minore (percosse o lesioni) e non anche l'evento più grave (morte) che costituisce solo la conseguenza diretta della condotta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14302 del 21 aprile 2006
«In tema di responsabilità penale per morte o lesioni costituenti conseguenza non voluta di altro delitto doloso (art. 586 c.p.), si deve ritenere sussistente la responsabilità non sulla base del mero rapporto di causalità materiale (purché non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 49674 del 28 dicembre 2009
«La circostanza attenuante della speciale tenuità del danno patrimoniale (art. 62, comma primo, n. 4 c.p.) non è applicabile ai reati contro la fede pubblica (nella specie spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 467 del 20 gennaio 1992
«In tema di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, può dare luogo all'applicazione delle attenuanti generiche, ma non di quella dell'attivo ravvedimento, la collaborazione prestata dall'imputato con le chiamate di correità rese...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16183 del 20 aprile 2001
«È immanente al vigente sistema normativo una sorta di incompatibilità presunta con il regime carcerario per il soggetto che abbia compito i settanta anni, sicché, nell'ipotesi di esecuzione della pena detentiva che lo riguardi, in presenza di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8936 del 5 marzo 2001
«Ai fini del differimento facoltativo dell'esecuzione della pena per infermità fisica, il grave stato di salute va inteso come patologia implicante un serio pericolo per la vita o la probabilità di altre rilevanti conseguenze dannose, eliminabili o...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4328 del 4 agosto 2000
«La detenzione domiciliare applicata in luogo del rinvio dell'esecuzione della pena, escludendo la sottoposizione del condannato al regime penitenziario e consentendogli di vivere dignitosamente nell'ambito familiare e provvedere nel modo più ampio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 727 del 6 marzo 2000
«Ai fini della concessione del rinvio facoltativo dell'esecuzione della pena per grave infermità fisica, è necessario che le condizioni patologiche siano tali da rendere obiettivamente impossibile fronteggiarle in ambiente carcerario, a nulla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6283 del 4 febbraio 1997
«La ragione ispiratrice della disposizione dell'art. 147 comma primo n. 2 c.p. — che consente il rinvio dell'esecuzione della pena per grave infermità fisica — è quella di evitare al condannato trattamenti inumani e la sua sottomissione ad una pena...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4690 del 11 ottobre 1996
«Il differimento della pena per motivi di salute può essere giustificato solo con l'impossibilità di praticare utilmente le cure necessarie nel corso dell'esecuzione della pena, non già dalla possibilità di praticarle meglio fuori della struttura...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5486 del 24 gennaio 1996
«Non costituisce mera riproposizione di istanza già rigettata, e pertanto non può essere dichiarata inammissibile, né de plano, né in contraddittorio, la domanda di sospensione dell'esecuzione della pena e di detenzione domiciliare fondata sulla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 542 del 5 aprile 1995
«La detenzione domiciliare, al pari di altre misure alternative alla detenzione in carcere, ha come finalità il reinserimento sociale del condannato e come presupposto, nel caso previsto dall'art. 47 ter n. 2 della L. 26 luglio 1975, n. 354...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1121 del 16 dicembre 1993
«Il giudizio sulla congruità della pena richiesta dalle parti va riferito alle peculiarità oggettive e soggettive della fattispecie contestata, in base ai criteri indicati dagli artt. 133 e 133 bis c.p., e non già alla gravità, in astratto, del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5037 del 15 gennaio 1993
«In tema di rinvio facoltativo dell'esecuzione della pena per gravi ragioni di salute, il giudice di merito, con adeguata e coerente motivazione, deve dar ragione delle sue scelte, bilanciando il principio costituzionale dell'eguaglianza di tutti i...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 304 del 14 marzo 1987
«Ai fini del differimento dell'esecuzione di una pena restrittiva della libertà personale ex art. 147 c.p., non è sufficiente che l'infermità fisica menomi in maniera anche rilevante la salute del soggetto e sia suscettibile di generico...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1361 del 27 settembre 1986
«Ai fini del differimento dell'esecuzione di una pena restrittiva della libertà personale consentito ai sensi dell'art. 147, primo comma n. 2, c.p. per chi si trova in condizioni di grave infermità fisica, deve ritenersi grave non esclusivamente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5949 del 4 dicembre 1999
«In tema di rinvio dell'esecuzione della pena per grave infermità fisica, ai sensi dell'art. 147, comma 1, n. 2, c.p., pur sussistendo il dovere, per il giudice, di tener conto, indipendentemente dalla compatibilità o meno dell'infermità con le...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2819 del 6 luglio 1992
«La potestà punitiva dello Stato, che l'esecuzione della pena attua con la costrizione del condannato, ha un limite costituito dalla tutela della salute come fondamentale diritto dell'individuo (art. 32 Cost.), che neppure la generale...»