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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 542 del 5 aprile 1995
«La detenzione domiciliare, al pari di altre misure alternative alla detenzione in carcere, ha come finalità il reinserimento sociale del condannato e come presupposto, nel caso previsto dall'art. 47 ter n. 2 della L. 26 luglio 1975, n. 354...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19689 del 18 settembre 2014
«I titoli di partecipazione ad una società cooperativa acquistati, in costanza di matrimonio, da uno dei coniugi ed allo stesso intestati, sono suscettibili di essere compresi nel regime di comunione legale contemplata dall'art. 177, primo comma,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21903 del 25 settembre 2013
«I rapporti sociali, ai quali si applica il termine di prescrizione quinquennale previsto dall'art. 2949 c.c., si riferiscono a quei diritti che derivano dalle relazioni che si istituiscono fra i soggetti dell'organizzazione sociale in dipendenza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14674 del 9 novembre 1990
«La capacità intellettiva e di autodeterminazione, cioè fissata in generale, tanto maggiore deve considerarsi, con la connessa consapevolezza nel disvalore sociale dell'atto delittuoso, quanto questo si ponga come lesione di regole etiche minime,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4808 del 16 aprile 1987
«...di uno stesso soggetto può essere ritenuta per alcuni reati ed esclusa per altri, in considerazione della maggiore o minore avvertibilità del disvalore etico - sociale del reato e dell'immoralità secondo il comune modo di sentire dell'azione.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 534 del 22 gennaio 1993
«...sull'accertamento, in concreto, di detta capacità intesa come attitudine del soggetto ed avere la consapevolezza del disvalore sociale dell'atto e delle relative conseguenze e a determinare liberamente la sua condotta in relazione ad esso.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9265 del 13 settembre 1991
«In tema di accertamento dell'imputabilità del minore ultraquattordicenne, non esistendo schemi astratti valevoli a tal fine, occorre valutare il comportamento del soggetto in concreto, onde verificare se egli presenta, in rapporto al fatto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2140 del 18 febbraio 1988
«Mentre l'incapacità di intendere e di volere da causa psicopatologica ha carattere assoluto, nel senso che prescinde dalla natura e dal grado di disvalore sociale della condotta posta in essere, l'incapacità di intendere e di volere da immaturità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1765 del 14 maggio 1991
«...a temperamento di tale principio, la possibilità di una prova contraria relativa all'esistenza di un comportamento sociale che, nonostante la tossicodipendenza, rientri nei canoni di quella che è comunemente definita come «buona condotta».»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4509 del 5 marzo 1991
«Il relativo accertamento deve formare oggetto di adeguate indagini allo scopo di non frapporre un ingiustificato ostacolo al reinserimento sociale del riabilitando che abbia, per altro verso, dato prova, attraverso la buona condotta tenuta, di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 44339 del 3 novembre 2015
«A seguito dell'abrogazione dell'art. 204 cod. pen. ad opera dell'art. 31 della legge 10 ottobre 1986 n. 663, sussiste sempre l'obbligo del previo accertamento della pericolosità sociale del soggetto nei cui confronti deve essere ordinata una...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9937 del 22 settembre 2000
«La confisca facoltativa di cui all'art. 240 comma primo c.p. è legittima ove sia dimostrato il diretto carattere strumentale della cosa oggetto della confisca in relazione al compimento del reato e si possa formulare una prognosi sulla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2985 del 25 gennaio 2002
«In tema di sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a pignoramento o sequestro, la nozione di «proprietario» quale soggetto attivo del reato comprende, nel caso di beni appartenenti a società, coloro i quali di fatto esercitino poteri di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4819 del 16 aprile 1999
«Tuttavia, il relativo giudizio non può essere astrattamente riferito ad un comportamento medio difficilmente definibile, ma va ancorato agli elementi concreti della fattispecie, tenendo conto delle connotazioni culturali del soggetto giudicato,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43451 del 3 dicembre 2001
«In tema di diffamazione col mezzo della stampa, sussiste la scriminante del diritto di cronaca nell'ipotesi in cui il curatore di un libro antologico, allo scopo di rendere e descrivere fedelmente il contesto socio-culturale cui gli autori dei...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11043 del 8 novembre 1995
«L'attenuante prevista dall'art. 62, n. 1, c.p. — aver agito per motivi di particolare valore morale o sociale — ricorre ogniqualvolta il soggetto abbia agito o per motivi meritevoli di particolare approvazione secondo il comune senso etico o per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10892 del 31 ottobre 1994
«Poiché l'attenuante di cui all'art. 62 n. 1 c.p. è configurabile solo quando i motivi a delinquere corrispondono oggettivamente, e non solo soggettivamente, a stimoli ed impulsi psicologici di elevato significato etico o sociale tali da ottenere...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4401 del 31 marzo 1990
«L'attenuante di cui all'art. 62, n. 1, c.p. non ricorre quando il movente del fatto, pur prestandosi ad una generica valutazione positiva sul piano della comune coscienza etica e della solidarietà sociale, non si presenti con caratteri di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 35266 del 21 settembre 2007
«...u.p., L. n. 203 del 1991, che ha natura soggettiva, fondandola sulla maggiore pericolosità sociale dimostrata dall'agente attraverso l'intento di perseguire il vantaggio dell'associazione mafiosa, che necessita, pertanto, di specifica prova).»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 41956 del 30 ottobre 2009
«...ordine all'avvenuta realizzazione delle condizioni richieste dalla legge per fruire del beneficio, valutazione che impone al giudice un'analisi approfondita della personalità del condannato e della sua effettiva e perdurante pericolosità sociale.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4805 del 8 gennaio 1993
«...singoli comportamenti aventi idoneità causale per il conseguimento dello scopo sociale o per il mantenimento della struttura associativa, avendo la consapevolezza dell'esistenza dell'associazione e la coscienza del contributo che ad essa arreca.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 674 del 22 gennaio 1987
«La professione va considerata qualità personale cui la legge attribuisce effetti giuridici in quanto individua un soggetto nella collettività sociale. Pertanto colui che nella stipulazione della vendita di determinate merci, si spaccia come...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4407 del 15 aprile 1998
«Nell'ambito del trattamento sanitario non obbligatorio di persone incapaci, la custodia del malato, finalizzata a soddisfare esigenze di ordine individuale, sociale e giuridico, comprese quelle di prevenzione di atti autolesivi ed eterolesivi,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4845 del 4 aprile 1990
«...letterali usate dall'art. 594 c.p. — è costituita dall'offesa all'onore, inteso con riferimento alle qualità morali della persona, od al decoro, cioè al complesso di quelle altre qualità e condizioni che ne determinano il valore sociale.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41283 del 5 novembre 2008
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, il diritto alla creazione letteraria non può scriminare offese gratuitamente rivolte ad un soggetto identificato o, comunque, facilmente identificabile e privo di rilievo nella dimensione storica e sociale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 935 del 25 gennaio 1999
«In tema di diffamazione, perché vi sia offesa alla reputazione, non è sufficiente l'astratta idoneità delle parole a offendere, ma è necessario che esse siano a ciò destinate, in quanto adoperate appunto nel loro significato sociale, oggettivo,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19427 del 18 maggio 2007
«In materia di diffamazione a mezzo stampa sussiste l'esimente del diritto di critica nel caso in cui il portavoce di una organizzazione sindacale — nel caso di specie, del settore sanitario — riferisca in una conferenza stampa la notizia del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9373 del 17 marzo 2006
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, l'esercizio del diritto di critica pur assumendo necessariamente connotazioni soggettive ed opinabili, in particolare quando, come nella specie, abbia per oggetto lo svolgimento di pubbliche attività di cui...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3597 del 23 gennaio 2008
«...fermo restando l'obbligo di intervenire, se possibile, nel corso dell'intervista (chiarendo, chiedendo precisazioni ecc.), ove si renda conto che il dichiarante ecceda i limiti della continenza o sconfini in settori privi di rilevanza sociale.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43184 del 8 novembre 2012
«Nel reato di diffamazione in cui sia persona offesa un ente commerciale, il concetto di reputazione deve ritenersi comprensivo anche del profilo connesso all'attività economica svolta dall'ente ed alla considerazione che esso ottiene nel contesto...»