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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 21 del 7 gennaio 2003
«È ammissibile il concorso tra il delitto di associazione per delinquere finalizzata al compimento di reati in materia di prostituzione ed il reato di cui all'art. 3, n. 7, della legge 20 febbraio 1958 n. 75 (consistente nel fatto di «chiunque...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 23134 del 17 maggio 2004
«Sussiste l'aggravante di cui all'art. 7 D.L. 13 maggio 1991, convertito nella legge n. 203 del 1991 (aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416 bis c.p. ovvero al fine di agevolare l'attività delle associazioni...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16737 del 8 aprile 2004
«In tema di truffa contrattuale, la richiesta, rivolta da un'impresa di manutenzione al cliente, della sottoscrizione in bianco di un'autorizzazione a svolgere lavori senza rilascio di un preventivo di spesa concernente la natura dei lavori da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 134 del 12 gennaio 1990
«Ai fini della sussistenza del delitto di associazione per delinquere, di cui all'art. 416 c.p., non è necessario che il vincolo associativo assuma carattere di assoluta stabilità, essendo sufficiente che esso non sia a priori circoscritto alla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40260 del 28 ottobre 2008
«Integra il delitto di truffa, e non quello di sostituzione di persona (art. 494 c.p.) la condotta di colui che abbia organizzato una manifestazione teatrale, in realtà non tenutasi, e provveduto alla vendita dei relativi biglietti facendo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5838 del 22 maggio 1995
«Ai fini dell'integrazione del reato di estorsione è indifferente che l'agente abbia effettivamente la possibilità di attuare il male minacciato, ma è invece necessario che la minaccia si presenti, nella sua rappresentazione, come certa e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11446 del 17 novembre 1994
«I delitti di truffa e di millantato credito si differenziano oltre che per la diversità dell'oggetto della tutela penale, che nella truffa è il patrimonio e nel millantato credito è il prestigio della pubblica amministrazione, anche per il mezzo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5087 del 31 gennaio 2014
«L'elemento distintivo tra il delitto di peculato e quello di truffa aggravata dall'abuso dei poteri o dalla violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione va individuato con riferimento alle modalità di acquisizione del possesso del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2946 del 22 gennaio 2014
«Anche nel caso in cui la ritenuta partecipazione di taluno ad un sodalizio di tipo mafioso assuma la forma del c.d. “concorso esterno”, deve ritenersi ugualmente operante, pur dopo la declaratoria di parziale illegittimità costituzionale dell’art....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23153 del 14 giugno 2007
«In tema di usura, ai fini della configurabilità della circostanza aggravante prevista dall'art. 7 del D.L. 13 maggio 1991, n. 152, conv. in L. 12 luglio 1991, n. 203, pur non essendo necessario che l'agente appartenga ad una associazione mafiosa,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 27540 del 6 luglio 2009
«Non sussiste il delitto di appropriazione indebita allorchè il titolo del possesso è tale da trasferire nel possessore la proprietà del bene. (Nella fattispecie, relativa a somma versata da benefattori su un conto bancario intestato ad...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3924 del 30 gennaio 2004
«In tema di appropriazione indebita, ai fini della ricorrenza della circostanza aggravante comune della prestazione d'opera è sufficiente l'esistenza di qualsiasi rapporto, anche di mero fatto, da cui sia derivato, in capo all'agente, il possesso...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 695 del 10 gennaio 2014
«In tema di revisione, ricorre l'ipotesi di cui alla lett. a) dell'art. 630 cod. proc. pen. quando ad una sentenza irrevocabile di condanna per il reato di associazione per delinquere (nella specie, finalizzata allo spaccio di stupefacenti) sia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13051 del 21 maggio 2008
«In tema di azioni collettive inibitorie a tutela dei consumatori, l'associazione di professionisti che abbia provveduto all'elaborazione ed alla diffusione di clausole contenute in condizioni generali riguardanti contratti bancari ed abbia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6994 del 22 marzo 2007
«I professionisti che si associano per dividere le spese e gestire congiuntamente i proventi della propria attività non trasferiscono per ciò solo all'associazione tra loro costituita la titolarità del rapporto di prestazione d'opera, ma conservano...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23088 del 10 ottobre 2013
«In tema di associazioni non riconosciute, stabilire se una struttura organizzativa locale che fa capo ad un'associazione costituisca un organo di quest'ultima, ovvero sia invece, a sua volta, un'associazione munita di autonoma legittimazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15694 del 15 luglio 2011
«L'art. 36 c.c. stabilisce che l'ordinamento interno e l'amministrazione delle associazioni non riconosciute sono regolati dagli accordi tra gli associati, che ben possono attribuire all'associazione la legittimazione a stipulare contratti e ad...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12422 del 20 maggio 2010
«In tema di associazione temporanea di imprese, il potere di rappresentanza, anche processuale, di cui all'art. 23, comma 9, del d.l.vo 19 dicembre 1991, n. 406 ("ratione temporis" vigente), spetta all'impresa mandataria, o "capogruppo",...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16076 del 15 novembre 2002
«In tema di associazioni non riconosciute, stabilire se una struttura organizzativa locale che fa capo ad un'associazione avente carattere nazionale costituisca un organo di quest'ultima, ovvero sia invece, a sua volta, un'associazione munita di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8426 del 25 agosto 1998
«La delibera dell'organo collettivo di un'associazione, richiesta per patto statutario, affinché il presidente dell'associazione stessa (o altro analogo organo), cui per legge compete la legitimatio ad processum, possa agire o resistere in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21574 del 6 ottobre 2006
«La delibera dell'organo collettivo di un'associazione, richiesta per patto statutario, affinché il presidente dell'ente, cui per legge compete la legitimatio ad processum possa agire o resistere in giudizio, concorre ad integrare la capacità...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 34095 del 12 ottobre 2006
«L'ANPA — associazione che ha come scopo statutario la tutela degli animali — è legittimata a ricevere l'avviso ex art. 408, comma secondo, c.p.p., poiché va considerata persona offesa dai delitti contro il sentimento degli animali e dalla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16017 del 13 giugno 2008
«Mentre l'effetto estensivo della nullità della singola clausola o del singolo patto all'intero contratto, avendo carattere eccezionale rispetto alla regola della conservazione, non può essere dichiarato d'ufficio dal giudice con la conseguenza che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1376 del 14 gennaio 2003
«L'applicazione di una misura di prevenzione motivata anche con il richiamo incidentale e occasionale all'appartenenza del prevenuto a un'associazione per delinquere di stampo mafioso non rende il giudice che abbia concorso a disporla incompatibile...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 326 del 5 marzo 1998
«Non costituisce motivo di astensione o di ricusazione di un giudice, da parte di soggetto imputato del reato di associazione per delinquere di tipo mafioso, il fatto che quel giudice abbia in precedenza concorso a pronunciare decreto di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 38321 del 8 ottobre 2008
«In tema di chiamata di correo, non può definirsi de relato l'accusa proveniente da un correo di associazione mafiosa, il quale, proprio per la sua qualità di associato, ha precisa e sicura conoscenza degli altri partecipanti al sodalizio, anche se...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5340 del 26 maggio 1993
«Ai fini della sussistenza dell'associazione per delinquere, non è necessario che l'associazione stessa tragga origine da un regolare atto di costituzione, pur essendo necessaria un'organizzazione di fatto con predisposizione, sia pure rudimentale,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10307 del 5 maggio 2009
«La disposizione dell'art. 46 c.c., secondo cui, qualora la sede legale della persona giuridica sia diversa da quella effettiva, i terzi possono considerare ugualmente quest'ultima come sede della persona giuridica, vale anche in tema di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 718 del 18 gennaio 2001
«La mancanza o l'insufficienza dell'indicazione nell'atto di citazione dell'organo o dell'ufficio della persona giuridica o dell'associazione non riconosciuta avente di queste la rappresentanza in giudizio, determina ai sensi dell'art. 145 c.p.c.,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2381 del 11 marzo 1993
«Il valore sintomatico della paternità dell'azione, nella causale, è connaturato alla sua diretta partecipazione al processo formativo della volontà di una condotta. Come tale, il movente ha non solo la capacità di esaltare gli elementi indiziari...»