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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 41375 del 28 ottobre 2009
«La riproduzione su un periodico di immagini attinenti alla vita privata di soggetto, captate, mediante strumenti di ripresa visiva a distanza, all'interno della sua abitazione, integra il reato di interferenze illecite nella vita privata, la cui...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 46509 del 17 dicembre 2008
«Integra il reato di interferenze illecite nella vita privata la condotta di colui che consenta ai giornalisti di introdursi nell'abitazione di un soggetto privato, in assenza di quest'ultimo, e di effettuare riprese fotografiche - successivamente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44701 del 1 dicembre 2008
«Non sussistono gli estremi atti ad integrare il delitto di interferenze illecite nella vita privata (art. 615 bis c.p.) nel caso in cui il soggetto attivo effettui, attraverso l'uso di telecamere installate all'interno della propria abitazione,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44156 del 26 novembre 2008
«Il reato di cui all'art. 615 bis c.p. (interferenze illecite nella vita privata) non è configurabile per il solo fatto che si adoperino strumenti di osservazione e ripresa a distanza, nel caso in cui tali strumenti siano finalizzati esclusivamente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 18058 del 16 aprile 2003
«L'art. 615 bis c.p. tutela la riservatezza o privacy nei luoghi di privata dimora nei quali la stessa principalmente, ed in misura di gran lunga prevalente, si dispiega. Ne deriva, pertanto, che titolare dell'interesse protetto dalla norma non è...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12698 del 18 marzo 2003
«È configurabile il reato previsto dall'art. 617 bis c.p. a carico del coniuge che installa nella propria abitazione un apparecchio di registrazione delle comunicazioni telefoniche dell'altro coniuge con terzi, nella situazione conflittuale indotta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13793 del 1 dicembre 1999
«L'installazione abusiva di una ricetrasmittente collegata al telefono di una abitazione, con la quale si rende possibile la intercettazione delle comunicazioni telefoniche che avvengono su tale utenza, realizza la condotta descritta dall'art. 617...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32830 del 25 agosto 2011
«Integra il tentato furto in abitazione (art. 56 e 624 bis c.p.) - e non il tentato furto aggravato dal fatto di essere commesso sul bagaglio dei viaggiatori (art. 56, 624 e 625, comma primo, n. 6 c.p.), la condotta di colui che si introduca in una...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4569 del 8 febbraio 2011
«Integra il delitto di furto in abitazione (art. 624 bis c.p.), la condotta di colui che commetta il furto all'interno di un campo di tennis inserito in un complesso alberghiero, considerato che esso costituisce pertinenza dell'albergo e luogo nel...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 33993 del 21 settembre 2010
«Integra il delitto di furto in abitazione (art. 624 bis c.p.) la condotta di colui che commetta il furto all'interno di uno stabilimento nell'area adibita a deposito merci, considerato che lo stabilimento rappresenta uno degli snodi fondamentali...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32093 del 20 agosto 2010
«Integra il reato previsto dall'art. 624 bis c.p. la condotta di colui che, per commettere un furto, si introduca in una baracca adibita a spogliatoio di un cantiere edile, poiché il concetto di privata dimora è più ampio di quello di abitazione,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 30957 del 3 agosto 2010
«La nozione di "privata dimora" nella fattispecie di furto in abitazione è più ampia di quella di "abitazione", in quanto va riferita al luogo nel quale la persona compia, anche in modo transitorio e contingente, atti della vita privata...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 22725 del 14 giugno 2010
«Luogo destinato in tutto o in parte a privata dimora, nel delitto di furto in abitazione, è qualsiasi luogo nel quale le persone si trattengano per compiere, anche in modo transitorio e contingente, atti della loro vita privata. (Fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21881 del 8 giugno 2010
«Risponde del delitto di furto in abitazione consumato e non tentato colui che, pur non essendosi allontanato dall'abitazione, abbia occultato in una borsa, conservandone il controllo, la refurtiva, così acquisendone il possesso.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13582 del 12 aprile 2010
«Integra il reato di furto in abitazione (art. 624 bis c.p.), la condotta di colui che si impossessi - previamente sottraendoli al legittimo detentore - di beni mobili mediante l'introduzione nell'abitazione del soggetto passivo a seguito di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 37908 del 25 settembre 2009
«Integra il reato previsto dall'art. 624-bis c.p., la condotta del soggetto che, per commettere un furto, si introduca all'interno di una farmacia durante l'orario di apertura, poiché il concetto di privata dimora è più ampio di quello di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 40245 del 28 ottobre 2008
«Integra il delitto di furto in abitazione la condotta di colui che sottragga del danaro dal cestino delle offerte custodito in una sagrestia, la quale, in quanto funzionale allo svolgimento di attività complementari a quelle di culto, serve non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 28192 del 9 luglio 2008
«Integra il delitto di cui all'art. 624 bis c.p. (furto in abitazione ), la condotta di colui che commetta il furto nella portineria di un condominio, in quanto la portineria di uno stabile condominiale rientra nell'ambito della tutela dei beni...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 36606 del 4 novembre 2006
«Il delitto previsto dall'art. 624 bis c.p. (furto in abitazione o con strappo) costituisce figura autonoma di reato rispetto a quella di furto semplice di cui all'art. 624 stesso codice e non ipotesi aggravata di quest'ultimo. (Fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 43671 del 14 novembre 2003
«L'ipotesi di reato delineata dall'art. 624 bis c.p. (introdotto dall'art. 2 secondo comma della L. n. 128 del 2001), in tema di furto in abitazione, esplicitamente amplia, attraverso la definizione del luogo come «destinato in tutto o in parte a...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 18810 del 18 aprile 2003
«Integra il reato previsto dall'art. 624 bis c.p., la condotta di colui che per commettere un furto si introduca nello spogliatoio di un ristorante, poiché il concetto di privata dimora è più ampio di quello di abitazione e vi rientra ogni luogo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4316 del 26 aprile 1996
«Ai fini della configurabilità dell'aggravante di cui all'art. 61 n. 11 c.p., la relazione di coabitazione (al cui abuso si ricollega l'aumento di pena) è data dalla circostanza oggettiva della convivenza più o meno protratta nel tempo - e,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 563 del 15 gennaio 2007
«La stipula di un contratto preliminare di compravendita quale civile abitazione di parte di un immobile edificato in zona con destinazione alberghiera, operata dissimulando tale condizione amministrativa, integra il reato di truffa a carico del...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 471 del 16 gennaio 1988
«Sussistono solo violazioni di natura edilizia, e non il delitto di truffa per falsa rappresentazione del tipo di costruzione da realizzare e conseguimento di un ingiusto profitto, con danno del comune, per omesso pagamento dei maggiori oneri di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7013 del 5 luglio 1986
«Si configura il delitto di truffa nel fatto di colui che si procuri dalla autorità la concessione edilizia per la costruzione di due villette in zona agricola e riscuota i contributi previsti dalla legge urbanistica del 1977, n. 10, facendo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8974 del 7 ottobre 1996
«Poiché, ai fini della configurabilità dell'aggravante del reato di truffa prevista dal secondo comma, n. 2, dell'art. 640 c.p., la nozione di «pericolo immaginario» corrisponde a quella di «pericolo inesistente» che, venendo fatto percepire come...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 2263 del 3 febbraio 2014
«Il trasferimento di un immobile in favore del coniuge per effetto degli accordi intervenuti in sede di separazione consensuale è comunque riconducibile alla volontà del cedente, e non al provvedimento giudiziale di omologazione, sicché, qualora,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 13551 del 9 aprile 2002
«Integra il reato di appropriazione indebita e non quello di sottrazione di cose comuni la condotta del condomino il quale, mediante allaccio abusivo a valle del contatore condominiale, si impossessi di energia elettrica destinata all'alimentazione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10695 del 11 ottobre 1986
«Ricorre l'elemento materiale della ricettazione anche quando la cosa di provenienza delittuosa venga rinvenuta non solo sulla persona del soggetto, ma anche nella sua abitazione o in luogo dove egli abbia la disponibilità immediata ed esclusiva...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7634 del 7 luglio 1994
«L'elemento oggettivo della contravvenzione di cui all'art. 707 c.p., rappresentato dal fatto che l'agente sia «colto in possesso» di chiavi alterate o di grimaldelli, non va inteso nel senso che, oltre al possesso di tali oggetti, si richiede...»