-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 405 del 4 marzo 1993
«La condanna menzionata nell'art. 168, comma primo, n. 2, c.p., determina la revoca della sospensione condizionale della pena solo se diviene definitiva dopo quella che ha concesso il beneficio e prima della scadenza dei «termini stabiliti», che...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 29856 del 17 luglio 2009
«Ai fini dell'operatività della preclusione all'estinzione della pena per decorso del tempo prevista nei riguardi di recidivi dai capoversi dell'art. 99 c.p., è necessario che la recidiva sia stata dichiarata nel giudizio di merito e che riguardi...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6411 del 8 febbraio 2008
«L'estinzione delle pene per decorso del tempo non ha luogo se l'interessato è stato condannato con applicazione della recidiva, pur se i reati su cui si è fondato il riconoscimento della recidiva siano successivamente fatti oggetto di abolitio...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5397 del 10 febbraio 2010
«L'efficacia estintiva dell'indulto, in caso di concorso di reati, alcuni dei quali sono d'ostacolo alla concessione della detenzione domiciliare, va riferita in primo luogo, proprio al fine della concessione della detenzione domiciliare, alle pene...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2299 del 21 aprile 1997
«La sentenza di applicazione della pena su richiesta, pronunciata ai sensi dell'art. 444 c.p.p., così come non può dar luogo alla revoca di una precedente sospensione condizionale della pena, non può neppure comportare la revoca di un precedente...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5563 del 4 febbraio 1997
«L'art. 177 c.p. prevede tassativamente i casi in cui può farsi luogo alla revoca della liberazione condizionale, con la conseguenza che non è consentito applicare la disposizione stessa, peraltro di stretta interpretazione trattandosi di istituto...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25525 del 21 giugno 2001
«In tema di domanda di riabilitazione proposta ai sensi dell'art. 179, comma 4, n. 2, c.p., dal condannato che intende dimostrare l'impossibilità di adempiere alle obbligazioni civili derivanti dal reato, non è consentito al Presidente del collegio...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 337 del 23 marzo 1993
«Secondo il nuovo codice di procedura penale il sequestro preventivo ha come presupposto oggettivo che la cosa da sequestrare sia «pertinente al reato» (art. 321, comma primo) ovvero sia «cosa di cui è consentita la confisca» (art. 321, comma...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4453 del 2 aprile 1990
«La confisca delle cose che servirono a commettere il reato può essere disposta solo quando sussiste un rapporto causale diretto ed immediato fra la cosa e il reato, nel senso che la prima deve apparire come indispensabile per la esecuzione del...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3281 del 9 giugno 2000
«La confisca obbligatoria, ai sensi dell'art. 12, comma 4, del D.L.vo 25 luglio 1998, n. 286, del mezzo di trasporto utilizzato per il compimento dei reati in materia di immigrazione clandestina previsti dai commi 1 e 3 del medesimo articolo, non...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22105 del 23 maggio 2013
«Non può farsi luogo a confisca di armi regolarmente detenute e non utilizzate per commettere i reati per cui è intervenuta affermazione di responsabilità, attesa l'insussistenza dei presupposti fissati dall'art. 240 c.p. tanto per la confisca...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 18531 del 15 maggio 2012
«È legittima la confisca di un'autovettura utilizzata dall'autore del furto per raggiungere il luogo di esecuzione del reato e, successivamente alla sua consumazione, per nascondere e trasportare altrove la refurtiva, ancorchè l'impiego della...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37750 del 22 ottobre 2010
«Integra il delitto di peculato la condotta del curatore che si appropri dei beni di una società fallita, dei quali abbia il possesso in ragione del suo incarico, isolandoli dal patrimonio fallimentare e spostandoli dal luogo in cui sono custoditi...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 38691 del 6 ottobre 2009
«Il peculato si consuma nel momento in cui ha luogo l'appropriazione della "res" o del danaro da parte dell'agente, la quale, anche quando non arreca, per qualsiasi motivo, danno patrimoniale alla P.A., è comunque lesiva dell'ulteriore interesse...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3441 del 18 gennaio 1988
«Nel delitto di peculato — così come nelle ipotesi di truffa e di appropriazione indebita — il luogo del commesso reato è quello in cui si realizza in concreto il profitto. Pertanto ove le ipotesi criminose vengano commesse utilizzando lo schema...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11417 del 11 marzo 2003
«Al fine di individuare se l'attività svolta da un soggetto possa essere qualificata come pubblica, ai sensi e per gli effetti di cui agli artt. 357 e 358 c.p., è necessario verificare se essa sia o meno disciplinata da norme di diritto pubblico o...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 25273 del 20 luglio 2006
«L'indebito uso, per scopi personali, dell'utenza telefonica di cui il pubblico ufficiale abbia la disponibilità per ragioni d'ufficio, comportando l'appropriazione, da parte dell'agente, senza possibilità di immediata restituzione, di energie...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 18081 del 12 maggio 2010
«Integra il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (art. 316 ter c.p.) - e non quello di cui all'art. 483 c.p. (falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico) - la condotta di colui che presenti ad un istituto...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6641 del 16 febbraio 2009
«Integra la fattispecie di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (art. 316 ter c.p. - e non il reato di falso ideologico in atto pubblico (art. 483 c.p.) - la condotta di colui che, al fine di ottenere l'erogazione dell'assegno del...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13395 del 18 dicembre 1998
«In tema di concussione, è certamente vero che il codice penale non annovera tra le sue varie disposizioni la fattispecie della «concussione ambientale», ma con tale locuzione, per comodità espressiva, nella giurisprudenza della S.C. si intende...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4073 del 30 marzo 1999
«Ricorrono gli estremi del reato di concussione per induzione allorché il pubblico ufficiale, con abuso dei poteri derivantegli dalla qualità di dirigente della sezione circoscrizionale dell'ufficio del lavoro, profittando della situazione di...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 45147 del 18 dicembre 2001
«Non dà luogo alla configurabilità del reato di peculato la sola utilizzazione dei materiali e delle attrezzature d'ufficio (carta, fotocopiatrici, computers, etc.), per l'effettuazione di un'attività (nella specie, rilascio di certificati) propria...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10851 del 17 dicembre 1996
«Atteso il principio secondo il quale l'ufficio del procuratore della Repubblica si incarna in tutti i suoi componenti, senza che occorra, verso i terzi, una delega formale del titolare, è da escludere che costituisca causa di nullità del...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4177 del 4 febbraio 2004
«Ai fini della configurabilità tanto delle corruzione impropria, prevista dall'art. 318, comma primo, c.p., quanto di quella propria, prevista dall'art. 319, comma primo, stesso codice, è sufficiente che vi sia stata ricezione della indebita...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7836 del 5 luglio 2000
«In tema di istigazione alla corruzione, di cui all'art. 322 c.p., dinanzi a un'offerta di una utilità economica, di per sè non priva di qualunque consistenza, spetta al ragionevole apprezzamento del giudice di merito stabilire se la proposta sia...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30966 del 30 luglio 2007
«In caso di pluralità di indagati, il sequestro preventivo funzionale alla confisca «per equivalente» di cui all'art. 322 ter c.p. non può eccedere per ciascuno dei concorrenti la misura della quota di prezzo o profitto del reato a lui...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39706 del 12 ottobre 2009
«Oggetto materiale del delitto di rivelazione di segreti d'ufficio sono solo le notizie d'ufficio coperte da segreto e cioè quelle sottratte alla divulgazione in ogni tempo e luogo e nei confronti di chiunque per legge, per regolamento o dalla...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 36357 del 15 settembre 2004
«Integra il delitto di rivelazione di segreto di ufficio la indebita comunicazione a persone non autorizzate, da parte del tecnico dipendente di una società di esercizio telefonico, dei dati esterni concernenti le comunicazioni telefoniche...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 34385 del 20 settembre 2011
«L'integrazione della fattispecie criminosa dell'omissione di atti d'ufficio, nella forma di cui all'art. 328, comma secondo, c.p., ha riguardo esclusivamente alle condotte della P.A. nei rapporti con i soggetti ad essa esterni, non anche a quelle...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7766 del 17 febbraio 2003
«Il rifiuto di atti d'ufficio, nei casi previsti dal primo comma dell'art. 328 c.p., è configurabile, indipendentemente dall'esistenza o meno di specifiche richieste o sollecitazioni volte ad ottenere il compimento degli atti medesimi, ogni qual...»