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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34952 del 26 agosto 2003
«Quando l'esecuzione di un contratto di pubbliche forniture è opera di un imprenditore è sufficiente a configurare l'elemento psicologico del reato previsto dall'art. 356 c.p. il dolo generico costituito dalla consapevolezza di effettuare una...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 18056 del 11 maggio 2002
«Ai fini della legge penale, l'attività di assicurazione del rischio di responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli e natanti rientra tra i servizi di pubblica necessità, in quanto la sua qualificazione in tal senso ad opera della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14465 del 9 febbraio 2011
«Il delitto di omessa denuncia si realizza quando il ritardo della comunicazione della notizia di reato, fondata o meno che essa appaia, non consenta al P.M. qualsiasi iniziativa a lui spettante. (In motivazione la Corte ha escluso che la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 27508 del 7 maggio 2009
«Integra il delitto di omessa denuncia di reato (art. 361 c.p.) la condotta del pubblico ufficiale che ometta, ovvero ritardi, la denuncia di un reato perseguibile d'ufficio, quando egli è in grado di individuarne gli elementi ed acquisire ogni...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6177 del 2 luglio 1984
«Diverso dall'omessa denuncia di reato di cui all'art. 361 c.p. è il concorso nel reato per non averlo impedito pur avendone l'obbligo, previsto dall'art. 40 c.p. Nel primo caso il pubblico ufficiale omette o ritarda di denunciare un reato di cui...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 51780 del 27 dicembre 2013
«Nel reato di omissione di referto, l'obbligo di riferire si configura per la semplice possibilità che il fatto presenti i caratteri di un delitto perseguibile di ufficio, secondo un giudizio riferito al momento della prestazione sanitaria in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 18052 del 4 maggio 2001
«L'esonero del sanitario dall'obbligo di referto di cui al secondo comma dell'art. 365 c.p. è previsto solo per il caso in cui i fatti che si dovrebbero descrivere nel referto convergono nell'indicare il paziente quale autore del reato esponendolo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17000 del 24 aprile 2008
«Il reato di rifiuto di uffici legalmente dovuti di cui all'art. 366 c.p. sanziona comportamenti prodromici all'assunzione di funzioni pubbliche, con l'esclusione pertanto di quelli riguardanti la fase dell'esecuzione dell'incarico, i quali possono...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44737 del 20 novembre 2003
«Commette autocalunnia e non favoreggiamento personale chi, pur di giovare al vero autore di un delitto che è stato già commesso, si addebita elementi, sia pure esclusivamente materiali del fatto, che lo espongono alla instaurazione del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13398 del 18 dicembre 1998
«Fra il delitto previsto dall'art. 378 c.p. e quello di cui all'art. 371 bis dello stesso codice esiste un rapporto di specialità unilaterale per specificazione, che esclude il concorso giacché alla norma generale dettata dall'art. 378, che prevede...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2826 del 23 febbraio 1994
«Nel corso delle indagini preliminari ovvero all'udienza preliminare, spetta soltanto al pubblico ministero, titolare esclusivo dell'esercizio dell'azione penale, la possibilità di modificare la qualificazione giuridica del fatto, entro i limiti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10651 del 7 marzo 2003
«Il reato di falsa perizia previsto dall'art. 373 c.p. è ipotizzabile anche nei confronti del consulente tecnico nominato nel corso di un procedimento di istruzione preventiva quale l'accertamento tecnico preventivo ai sensi dell'art. 696 c.p.c.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 42898 del 28 novembre 2001
«Le dichiarazioni assunte dal giudice nel procedimento cautelare civile, ai sensi dell'art. 669 sexies c.p.c., hanno natura di testimonianza e, pertanto, la loro eventuale falsità integra gli estremi del reato di falsa testimonianza previsto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30193 del 12 settembre 2006
«Il reato di false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all'autorità giudiziaria, previsto dall'art. 374 bis c.p., sanziona una pluralità di condotte tutte rientranti nello schema della falsità ideologica, dovendo escludersi che vi siano...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32962 del 4 settembre 2001
«Il reato di false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all'autorità giudiziaria previsto dall'art. 374 bis c.p. si configura quando l'attività di documentazione di circostanze non rispondenti al vero è destinata all'autorità giudiziaria...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1366 del 19 gennaio 2007
«L'elemento materiale del delitto previsto dall'art. 377 c.p. consiste nell'induzione a rendere davanti all'autorità giudiziaria dichiarazioni difformi non dalla realtà dei fatti, ma da quanto a conoscenza del dichiarante.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4062 del 30 marzo 1999
«Il consulente tecnico del pubblico ministero - incaricato del compito di eseguire accertamenti integrativi delle indagini di polizia giudiziaria (nella specie volte al controllo del funzionamento di una clinica privata) -, sia per l'investitura...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 616 del 21 gennaio 1986
«Il delitto di subornazione previsto dall'art. 377 c.p. è un reato di pericolo il cui evento, di natura formale, si verifica con la semplice offerta o promessa, finalizzate alla falsità giudiziale. La norma suddetta, sanzionando penalmente la sola...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16369 del 3 maggio 2012
«Il delitto di induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria, previsto dall'art. 377 bis, c.p., è un reato di evento per il quale è configurabile la forma del tentativo. (Fattispecie relativa ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 20679 del 9 maggio 2003
«Nel delitto di favoreggiamento reale previsto dall'art. 379 c.p., la persona offesa dal reato non può essere un soggetto privato, in quanto la fattispecie in questione tutela in via esclusiva l'interesse pubblico al buon andamento della giustizia....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 778 del 21 gennaio 1999
«Per integrare la condotta materiale del reato di favoreggiamento reale, previsto dall'art. 379 c.p., è sufficiente il semplice aiuto all'autore di un reato finalizzato da parte di costui al conseguimento dell'utilità illecita, indipendentemente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5172 del 30 aprile 1988
«Ai fini della configurabilità del reato previsto dall'art. 382 c.p. non occorre che sia immediatamente operativa la situazione nel cui contesto il millantatore fa credere al cliente di dover agire per compiere il favore di uno dei soggetti...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3251 del 22 marzo 1991
«Il reato di procurata evasione, previsto dall'art. 386 c.p. è perpetrabile anche mediante omissione. (Fattispecie in cui l'agevolazione dell'evasione di taluni reclusi era stata attuata mediante la totale omissione di controlli).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44733 del 20 novembre 2003
«In tema di assegni bancari, la nuova disciplina relativa all'inosservanza delle sanzioni amministrative accessorie, introdotta dal D.L.vo 30 dicembre 1999, n. 507, non ha depenalizzato le violazioni dei divieti commesse nella vigenza della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 41586 del 8 ottobre 2013
«Ai fini della configurabilità del reato previsto dall'art. 392 cod. pen., non è necessario che il diritto arbitrariamente esercitato sia oggetto di una contesa giudiziale in atto tra le parti, essendo sufficiente l'esistenza di una controversia...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2222 del 18 febbraio 1991
«Può parlarsi di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone soltanto se il comportamento dell'agente si sia concretato nella realizzazione di una pretesa di diritto mediante la sostituzione della privata violenza alla...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4038 del 29 aprile 1985
«È ravvisabile il delitto di vilipendio delle tombe, previsto dall'art. 408 cod. pen., nel fatto volontario e cosciente di chi intenda esercitare il proprio dispregio su cose poste nei luoghi destinati a dimora delle persone decedute ed aventi la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1107 del 17 maggio 1971
«Ai fini della tutela penale accordata dall'art. 410 c.p., rientrano nella nozione di «cadavere» tutti i resti umani tuttora capaci di suscitare l'idea della pietà verso i defunti. Ai fini della sussistenza del delitto aggravato previsto dal...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19068 del 23 aprile 2004
«In tema di occultamento e soppressione di cadavere, il profilo caratterizzante del reato previsto dall'art. 412 c.p. è la precarietà del nascondimento, mentre la natura definitiva dello stesso integra gli estremi del delitto di cui all'art. 411 c.p.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11327 del 10 dicembre 1993
«Perché possa integrarsi il reato di occultamento di cadavere non è necessario che la condotta sia posta in essere quando il corpo è già privo di vita ma occorre solo che essa sia intenzionalmente diretta a realizzare l'occultamento del cadavere;...»