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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9264 del 8 settembre 1990
«L'appello con riserva dei motivi, previsto con riferimento al rito del lavoro dal secondo comma dell'art. 433 c.p.c., non è ammissibile nelle controversie in tema di locazione soggette al medesimo rito, poiché l'art. 51 della legge 27 luglio 1978...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1547 del 29 marzo 1989
«Nel rito del lavoro, l'appello immediato, con riserva dei motivi, avverso il dispositivo della sentenza del pretore, previsto dall'art. 433, secondo comma, c.p.c. al fine di consentire al debitore esecutato di ottenere la sospensione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15166 del 9 giugno 2008
«Il requisito della specificità dei motivi di appello, previsto dall'art. 434 c.p.c., richiede che l'appellante indichi le parti della sentenza ritenute errate e le ragioni, di fatto e diritto, su cui fonda la relativa impugnazione ; ne consegue...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22154 del 24 novembre 2004
«Nell'ipotesi in cui nel termine di legge sia stata depositata una dichiarazione di appello con richiesta di riforma della sentenza di primo grado, ma priva dei motivi, contenuti nella relazione tecnica di parte alla quale si sia fatto semplice...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5150 del 12 marzo 2004
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, la inammissibilità dell'impugnazione, perché depositata in cancelleria oltre il termine di decadenza previsto dell'art. 434, secondo comma, c.p.c. e, in caso di mancata notifica della sentenza, nel...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 433 del 17 gennaio 1997
«Ai fini della decorrenza del termine di trenta giorni per l'impugnazione, previsto dagli artt. 325 e 434 c.p.c., la notificazione della sentenza - che deve essere fatta al procuratore costituito ai sensi dell'art. 170 c.p.c. - ove quest'ultimo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7687 del 23 giugno 1992
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, l'inammissibilità dell'impugnazione, perché depositata in cancelleria oltre il termine di decadenza previsto dall'art. 434, secondo comma, c.p.c. e, in caso di mancata notifica della sentenza, nel...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9069 del 2 maggio 2005
«In mancanza di espressa previsione in deroga alle disposizioni generali (quale quella prevista per il ricorso per cassazione dall'art. 134 att. c.p.c., non suscettibile di applicazione analogica) il deposito presso la cancelleria a mani del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14928 del 18 ottobre 2002
«Nel rito del lavoro, la norma relativa al decreto presidenziale di fissazione dell'udienza di discussione del giudizio d'appello non prescrive che l'atto debba contenere l'avvertimento al convenuto, previsto per il procedimento innanzi al...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10728 del 28 ottobre 1998
«In tema di appello del nuovo rito del lavoro, il termine previsto dal primo comma dell'art. 435 c.p.c., il quale stabilisce che il presidente del tribunale entro cinque giorni dalla data di deposito del ricorso nomina il giudice relatore e fissa,...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 23426 del 16 ottobre 2013
«Nel rito del lavoro, la violazione del termine di dieci giorni entro il quale l'appellante, ai sensi dell'art. 435, secondo comma, cod. proc. civ., deve notificare all'appellato il ricorso, tempestivamente depositato in cancelleria nel termine...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6841 del 29 luglio 1996
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, la proposizione dell'appello si perfeziona, ai sensi dell'art. 435 c.p.c., con il deposito, nei termini previsti dalla legge, del ricorso nella cancelleria del giudice ad quem, che impedisce ogni...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 20604 del 30 luglio 2008
«Nel rito del lavoro l'appello, pur tempestivamente proposto nel termine previsto dalla legge, è improcedibile ove la notificazione del ricorso depositato e del decreto di fissazione dell'udienza non sia avvenuta, non essendo consentito - alla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3373 del 11 aprile 1996
«Nel procedimento d'appello in materia di lavoro o di previdenza e assistenza obbligatorie, i vizi della vocatio in ius consistenti nell'omissione o nella nullità della notificazione del ricorso, ovvero (come nella specie) nella nullità dipendente...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18618 del 5 agosto 2013
«Nel rito del lavoro, non può dichiararsi l'improcedibilità dell'appello nel caso in cui il ricorso sia stato tempestivamente depositato, completo in ogni sua parte, nel termine previsto dalla legge, e tuttavia sia stata notificata alla controparte...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1756 del 1 marzo 1985
«Nel nuovo rito del lavoro, il termine di dieci giorni, previsto dall'art. 435 c.p.c., per la notifica all'appellato del ricorso in appello e del decreto presidenziale di fissazione dell'udienza — che, a seguito della sentenza della Corte...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1093 del 3 febbraio 1994
«Nel giudizio di appello secondo il rito del lavoro, l'inosservanza del termine dilatorio a comparire (cosiddetto spatium deliberandi) previsto dall'art. 435, terzo comma, c.p.c. non determina nullità dell'atto contenente l'editio actionis, o...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 383 del 14 gennaio 2000
«Il richiamo nella comparsa di costituzione in appello «a tutto quanto già dedotto nella comparsa di costituzione e risposta del giudizio di primo grado» non confligge con l'art. 436, comma secondo c.p.c., che nel rito speciale del lavoro —...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3961 del 2 maggio 1996
«Nel rito del lavoro, la costituzione dell'appellato mediante deposito in cancelleria del fascicolo e di una memoria difensiva, da effettuarsi entro il termine previsto dall'art. 436, primo comma, c.p.c., si configura come un onere per l'appellato...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19340 del 18 settembre 2007
«Il principio secondo cui l'impugnazione proposta per prima determina la costituzione del processo nel quale debbono confluire le eventuali impugnazioni di altri incombenti e, nel caso di appello, le impugnazioni successive alla prima assumono...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8707 del 4 ottobre 1996
«Nel rito del lavoro, la sanzione della decadenza dall'appello incidentale deve intendersi comminata dall'art. 436, terzo comma, c.p.c., nella sola ipotesi di mancato deposito in cancelleria della memoria difensiva dell'appellato, contenente...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11169 del 12 novembre 1993
«La consulenza tecnica, quale mezzo di acquisizione di elementi di cognizione utili ai fini del decidere, può essere disposta dal giudice anche di ufficio, senza incontrare limite alcuno al regime delle preclusioni previsto dal rito del lavoro per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14963 del 6 settembre 2012
«In tema di riscossione dei contributi previdenziali mediante iscrizione a ruolo, quando con unico atto siano proposte - come è consentito - sia l'opposizione per motivi di merito della pretesa contributiva che l'opposizione per vizi di forma della...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 12540 del 14 dicembre 1998
«In tema di divorzio, l'art. 13 della legge 6 marzo 1987, n. 74, sostituendo l'art. 9 della legge 1 dicembre 1970, n. 898 (come riformulato dall'art. 2 della legge 1 agosto 1978, n 436), ha introdotto un regime radicalmente diverso, sia sul piano...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 5503 del 8 marzo 2011
«La mancata fruizione di pensioni dirette di invalidità a carico dell'assicurazione generale obbligatoria costituisce - come previsto dall'art. 9 d.l. 22 dicembre 1981, n. 791, convertito in legge 26 febbraio 1982, n. 54 - requisito costitutivo del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12999 del 5 settembre 2003
«Nel caso in cui i requisiti condizionanti l'attribuzione del diritto alla prestazione assistenziale, quale in specie l'assegno di invalidità, previsto dall'art. 13 della legge n. 118 del 1971, vengano ad esistenza nel corso del giudizio,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6127 del 7 luglio 1997
«Gli interessi legali e la rivalutazione monetaria spettanti sui crediti pecuniari relativi a prestazioni previdenziali vanno dal giudice determinati — come gli interessi e la rivalutazione sui crediti di lavoro ai sensi dell'art. 429, terzo comma,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10133 del 14 ottobre 1993
«A seguito della sentenza costituzionale n. 156 del 1991 (dichiarativa della parziale illegittimità dell'art. 442 c.p.c.) i crediti previdenziali — rispetto ai quali le condizioni di responsabilità dell'ente debitore per il ritardo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8826 del 27 ottobre 1994
«L'art. 16, comma 6 della L. 30 dicembre 1991, n. 412, stabilendo, in tema di maggiorazione per interessi e rivalutazione delle prestazioni previdenziali erogate in ritardo, che l'importo dei primi deve essere portato in detrazione da quello...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9209 del 9 giugno 2003
«In tema di integrazione al minimo di trattamento pensionistico, la verifica del rispetto del termine di decadenza sostanziale previsto dall'art. 47 D.P.R. 30 aprile 1970, n. 639 — come autenticamente interpretato dall'art. 6 D.L. 29 marzo 1991, n....»