-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2533 del 15 marzo 1995
«L'intercettazione di conversazioni effettuate via etere per mezzo di un apparecchio ricetrasmittente privo di concessione non sono soggette ad autorizzazione alcuna da parte dell'autorità giudiziaria, perché relative a comunicazioni non...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2164 del 2 marzo 1995
«Il divieto di utilizzabilità a fini probatori delle registrazioni di conversazioni non debitamente autorizzate è posto a tutela del diritto, costituzionalmente garantito, al rispetto della vita privata da intromissioni estranee; l'esercizio di...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 36359 del 23 settembre 2008
«Condizione necessaria per l'utilizzabilità delle intercettazioni è che l'attività di registrazione che, sulla base delle tecnologie attualmente in uso, consiste nella immissione dei dati captati in una memoria informatica centralizzata avvenga nei...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 17 del 21 settembre 2000
«Il vizio di motivazione di un'ordinanza dibattimentale diversa da quella dichiarativa della contumacia non può mai tradursi in una ragione di nullità del giudizio, specie quando il giudice abbia ribadito la decisione dibattimentale con la sentenza...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4561 del 27 luglio 1999
«Mentre nelle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni effettuate mediante l'uso del telefono, nonché di altre forme di telecomunicazione ovvero di sistemi informatici o telematici presuppongono l'esistenza di una specifica apparecchiatura...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3133 del 12 marzo 1998
«I limiti imposti dall'art. 270 c.p.p., circa l'utilizzabilità dei risultati di intercettazioni in procedimenti diversi da quelli nei quali sono state disposte, riguardano l'utilizzabilità come elementi di prova, ma non precludono la possibilità di...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 42792 del 28 novembre 2001
«In tema di impugnazioni, allorché sia dedotto, mediante ricorso per cassazione, un error in procedendo ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. c) c.p.p., la corte di cassazione è giudice anche del fatto e, per risolvere la relativa questione, può...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10881 del 18 marzo 2005
«In tema di presupposti sulla cui base può essere adottato il provvedimento autorizzatorio delle intercettazioni, benché l'articolo 267, comma 1, del c.p.p. individui, tra questi, quello dei «gravi indizi di reato» (o dei «sufficienti indizi»,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1495 del 4 maggio 1998
«È legittimo il provvedimento del Gip di autorizzazione ad eseguire intercettazioni telefoniche che sia motivato per relationem rispetto alle richieste del P.M. o alle informazioni di polizia, purché il giudice non si limiti a un mero rinvio, ma,...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 17832 del 3 maggio 2001
«È legittimo e non abbisognevole di convalida il provvedimento con il quale il pubblico ministero, perdurando la validità del decreto con il quale il giudice abbia ritualmente autorizzato l'intercettazione di comunicazioni effettuate da taluno...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19675 del 15 maggio 2001
«In tema di intercettazione telefonica, la modifica del numero telefonico dell'utenza originariamente sottoposta ad intercettazione non rende illegittime ed inutilizzabili le intercettazioni effettuate dopo tale modifica, giacché il decreto di...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1015 del 23 settembre 1994
«La dichiarazione di delinquente abituale concerne una condizione personale del reo, come tale, non vietata, nell'ambito del rito di cui all'art. 444 e seguenti c.p.p., dall'art. 445 dello stesso codice, che fa divieto al giudice di applicare pene...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10166 del 14 marzo 2011
«In tema di limiti di utilizzazione di intercettazioni telefoniche in altri procedimenti, qualora le registrazioni non rappresentino una conversazione su circostanze relative al fatto reato per cui siano state disposte, ma una comunicazione che...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5141 del 1 febbraio 2008
«In tema di intercettazioni telefoniche da utilizzare in altri procedimenti, qualora la comunicazione intercettata costituisca essa stessa una condotta delittuosa, la sua acquisizione deve essere inquadrata nelle norme che regolano l'uso...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 31402 del 19 agosto 2005
«Ai fini dell'applicabilità della disciplina dettata dall'art. 270 c.p.p. per l'utilizzazione dei risultati di intercettazioni disposte nell'ambito di procedimenti diversi, debbono ritenersi tali solo quelli in cui le indagini non siano tra loro...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33187 del 4 settembre 2001
«In tema di limiti di utilizzazione di intercettazioni telefoniche in altri procedimenti, anche quando le registrazioni non rappresentano una conversazione su circostanze relative al fatto-reato per cui siano state disposte, ma una comunicazione...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1161 del 10 gennaio 2008
«L'inutilizzabilità delle intercettazioni nel giudizio di cognizione non preclude la loro utilizzabilità nel processo di prevenzione, se non in presenza di vizi tali da determinarne una patologica inutilizzabilità, come accade ad esempio quando...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3 del 31 maggio 1996
«L'inutilizzabilità dei risultati delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni ha rilievo anche nel procedimento cautelare, poiché la sanzione processuale colpisce i risultati viziati del mezzo di ricerca della prova in quanto tali, in...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6037 del 25 gennaio 1999
«Il reato di cui all'art. 468 c.p. si consuma nel momento e nel luogo in cui lo strumento contraffatto viene creato ad opera del suo autore, o di chi per lui, senza che occorra, ai fini della perfezione del reato stesso, che di tale strumento venga...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2852 del 30 ottobre 1998
«Alla luce della sentenza della Corte costituzionale del 15 marzo 1996, n. 71, pur dovendosi riconoscere l'autonomia del provvedimento de libertate, impositivo di una misura cautelare, ove intervenga una decisione sul merito (quale quella di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 752 del 1 aprile 1994
«Agli effetti dell'indagine in ordine alla sussistenza dei gravi indizi, necessari, ai sensi del primo comma dell'art. 273 c.p.p. per l'emissione della misura cautelare, si richiede che da essi possa trarsi il convincimento della elevata...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2803 del 2 settembre 1995
«Ai fini dell'adozione di una misura cautelare personale, l'art. 273 c.p.p. postula la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza quale minimum probatorio che deve inderogabilmente assistere l'adozione della misura, solo nel caso in cui sussista...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2416 del 4 agosto 1999
«In tema di esigenze cautelari, il concreto pericolo di recidivanza può esser desunto anche dalle specifiche modalità e circostanze del fatto-reato. Invero la negativa valutazione della personalità dell'indagato ben può fondarsi sugli specifici...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 36319 del 9 ottobre 2001
«In tema di presupposti per l'applicazione di misure coercitive personali, la prognosi negativa derivante dalla pregressa commissione di reati della stessa indole - art. 274, lett. c) del c.p.p. - sussiste anche in presenza di fattispecie criminose...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1993 del 20 aprile 2000
«In tema di esigenze cautelari, il concetto di «delitti della stessa specie», rilevante ai fini della configurabilità del pericolo di reiterazione dei reati di cui all'art. 274, lett. c), c.p.p., deve essere inteso - avendo il legislatore...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3030 del 26 marzo 1996
«In base al principio di specialità deve escludersi concorso formale tra il reato di abuso di ufficio di cui all'art. 323 comma 2 c.p.p. e quello di corruzione di cui all'art. 319 c.p.; ciò peraltro non comporta che non possa aversi un concorso...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3109 del 10 ottobre 1995
«Ai sensi dell'art. 292 comma 2 lett. c), quale modificato dalla L. 8 agosto 1995 n. 332, l'esposizione nell'ordinanza impositiva di una misura cautelare personale dei motivi per i quali gli elementi di fatto «assumono rilevanza» non può non...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1154 del 31 marzo 1994
«In materia di misure cautelari personali, l'indagine che il giudice di merito (quello che ha applicato la misura, ed il tribunale del riesame) è tenuto a compiere - che deve necessariamente riflettersi nella motivazione, per formulare il giudizio...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3091 del 7 ottobre 1992
«In materia di misure cautelari personali, la prognosi di pericolosità, di cui all'articolo 274, lett. c), c.p.p., quando è riferita a gravi delitti implicanti l'uso delle armi o di altri mezzi di violenza contro la persona, di attentato...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2402 del 17 marzo 1999
«La sosta di un'autovettura negli Spazi comuni condominiali configura una modalità di uso di detti beni, onde la controversia nella quale si discuta della legittimità o meno di tale forma di utilizzazione, perché contraria ad una espressa...»