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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 17744 del 27 aprile 2009
«Il nocumento costituisce condizione oggettiva di punibilità del reato (art. 621 c.p.) rivelazione del contenuto di documenti segreti, pertanto, qualora dalla rivelazione del segreto documentale non derivi un nocumento - inteso come pregiudizio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8635 del 24 settembre 1996
«Il reato di rivelazione di segreto professionale previsto dall'art. 622 c.p., nel caso in cui la rivelazione del segreto sia compiuta al fine di aiutare taluno ad eludere le investigazioni dell'autorità a suo carico, coesiste con il reato di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7861 del 4 settembre 1985
«Commette il reato di cui all'art. 622 c.p., per il quale l'azione costitutiva consiste nel rivelare il segreto o nell'impiegarlo a proprio o altrui profitto, l'impiegato di una società, che trasmetta — nel caso di una gara di appalto — notizie...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 39656 del 10 novembre 2010
«In tema di rivelazione di segreti scientifici o industriali (art. 623 c.p.), la nozione di profitto comprende ogni sorta di utilità, anche non patrimoniale e, pertanto, può essere costituito anche dalla soddisfazione di un rancore nutrito, a...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 25008 del 20 giugno 2001
«In tema di rivelazione ed impiego di notizie destinate a rimanere segrete ai sensi dell'art. 623 c.p., la detta destinazione non può che provenire dall'avente diritto al segreto e cioè, dal titolare dell'impresa nella quale le stesse notizie...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10515 del 7 settembre 1999
«Il furto d'uso (art. 626 c.p.), ipotesi attenuata del reato di furto dal quale non si differenzia per la condotta di sottrazione o impossessamento e per la natura e tipologia delle cose apprensibili, può avere per oggetto qualsiasi cosa mobile...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32093 del 20 agosto 2010
«Integra il reato previsto dall'art. 624 bis c.p. la condotta di colui che, per commettere un furto, si introduca in una baracca adibita a spogliatoio di un cantiere edile, poiché il concetto di privata dimora è più ampio di quello di abitazione,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13582 del 12 aprile 2010
«Integra il reato di furto in abitazione (art. 624 bis c.p.), la condotta di colui che si impossessi - previamente sottraendoli al legittimo detentore - di beni mobili mediante l'introduzione nell'abitazione del soggetto passivo a seguito di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 37908 del 25 settembre 2009
«Integra il reato previsto dall'art. 624-bis c.p., la condotta del soggetto che, per commettere un furto, si introduca all'interno di una farmacia durante l'orario di apertura, poiché il concetto di privata dimora è più ampio di quello di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 36606 del 4 novembre 2006
«Il delitto previsto dall'art. 624 bis c.p. (furto in abitazione o con strappo) costituisce figura autonoma di reato rispetto a quella di furto semplice di cui all'art. 624 stesso codice e non ipotesi aggravata di quest'ultimo. (Fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 23402 del 21 giugno 2005
«Il reato di cui all'art. 624 bis c.p. è configurabile ogniqualvolta il soggetto attivo del furto, per commettere il reato, si introduca in un luogo, che sia destinato ad essere abitato. Non è però necessario che il locale lo sia anche...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 43671 del 14 novembre 2003
«L'ipotesi di reato delineata dall'art. 624 bis c.p. (introdotto dall'art. 2 secondo comma della L. n. 128 del 2001), in tema di furto in abitazione, esplicitamente amplia, attraverso la definizione del luogo come «destinato in tutto o in parte a...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 18810 del 18 aprile 2003
«Integra il reato previsto dall'art. 624 bis c.p., la condotta di colui che per commettere un furto si introduca nello spogliatoio di un ristorante, poiché il concetto di privata dimora è più ampio di quello di abitazione e vi rientra ogni luogo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 23938 del 11 luglio 2006
«La norma dell'art. 627 c.p. deve ritenersi applicabile a tutela della situazione di fatto qualificabile come possesso e\o detenzione che può coincidere con il diritto di proprietà, ma che prescinde dallo stesso, ed il codetentore è il soggetto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2954 del 2 agosto 1996
«Ai fini della configurabilità del delitto di sottrazione di cose comuni, l'indicazione del «socio» fra i soggetti attivi del reato, contenuta nel primo comma dell'art. 627 c.p., deve essere intesa come riferita esclusivamente ai soci delle società...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9980 del 22 novembre 1983
«Il bene giuridico tutelato dall'art. 632 c.p. è l'integrità dell'altrui proprietà immobiliare e del possesso contro ogni arbitraria modificazione dello stato dei luoghi che possa renderne incerta la posizione giuridica o alterarne le condizioni di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 24503 del 12 giugno 2009
«Non integra il reato di deviazione di acque l'appropriazione o distrazione di acque piovane, in quanto si tratta di acque qualificabili come "res nullius" rispetto alle quali non è invocabile la tutela penale, prevista solo nel caso in cui la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 25274 del 4 giugno 2004
«Il reato di deviazione di acque consiste, quanto alla sua obiettiva materialità, in una immutazione dello stato dei luoghi che comporti l'alterazione fisica del corso — naturale o artificiale, fluente o stagnante, perenne o periodico — di acque...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 20178 del 5 maggio 2003
«Per la configurabilità del reato di cui all'art. 632 c.p. non si richiede un radicale mutamento della fisionomia del luogo, ma un'alterazione del loro stato tale che essi vengano ad assumere forme e condizioni diverse da quelle originarie ed...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4832 del 3 febbraio 2003
«Integra esclusivamente il reato di cui all'art 632 c.p. la deviazione di una frazione o quantità di un complesso di acque, la sua mobilizzazione attraverso il distacco dalla massa originaria e la sua sottrazione al possessore, nel caso in cui non...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9628 del 15 novembre 1983
«Il reato di deviazione di acque richiede, per la sua materialità obiettiva, che le acque, intese nell'accezione di massa complessiva dell'elemento liquido quale cosa immobile, nel suo stato naturale o artificiale, fluente o stagnante, perenne o...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5559 del 11 giugno 1983
«Sussiste il reato di deviazione di acque, considerate come massa immobiliare dal nostro sistema giuridico ai sensi dell'art. 812 c.c., siano esse acque correnti delle quali venga mutato il corso, siano acque stagnanti che vengano spostate in altro...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6128 del 24 giugno 1982
«Deviazione delle acque ai sensi dell'art. 632 c.p. deve qualificarsi qualsiasi modificazione, comunque ottenuta, dell'equilibrio idrico di un corso d'acqua, incluse le acque stagnanti delle zone barenose. (Nella fattispecie la Corte ha ravvisato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8464 del 29 settembre 1981
«Ai fini della prova della condotta del reato di cui all'art. 632 c.p. non si richiede un radicale cambiamento della fisionomia del luogo, ma un apprezzabile mutatio loci.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12684 del 19 ottobre 1978
«Ai fini della sussistenza del reato di cui all'art. 632 c.p., costituisce modificazione dello stato dei luoghi la trasformazione di un terreno di natura boschiva altrui in terreno seminativo, eseguita al fine di lucro.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6555 del 27 giugno 1985
«Il delitto di modificazione dello stato dei luoghi mediante costruzione non autorizzata su demanio marittimo costituisce una ipotesi di reato istantaneo, che si consuma nel momento del compimento delle opere abusive. Infatti, in detto caso, i...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11690 del 8 novembre 1980
«Il delitto di cui all'art. 632 c.p. è di regola reato istantaneo perché si consuma nel momento stesso in cui si attua la modificazione dello stato dei luoghi, tuttavia, può assumere carattere permanente qualora necessiti, perché perdurino gli...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 767 del 23 marzo 2000
«Poiché l'elemento che connota il reato di deviazione di acque è la modificazione del naturale equilibrio idrico di un corso d'acqua con il mutamento della precedente destinazione che si attua spostandone il corso in altro invaso o distogliendone...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11008 del 8 novembre 1995
«La deviazione del corso di un fiume a fine di trarre ingiusto profitto non integra solo il reato previsto dall'art. 632 c.p., ma anche quello del furto continuato dell'acqua che vi scorre poiché nella distinzione tra cosa mobile e immobile non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8555 del 5 marzo 2012
«Il reato di danneggiamento di dati informatici previsto dall'art. 635 bis c.p. deve ritenersi integrato anche quando la manomissione ed alterazione dello stato di un computer sono rimediabili soltanto attraverso un intervento recuperatorio postumo...»