-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8957 del 18 aprile 2006
«La concessione di un termine per la formulazione delle indicazioni relative ai capitoli di prova testimoniale ed alle persone da interrogare, - costituente tanto in primo che in secondo grado una facoltà meramente discrezionale del giudice non...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3060 del 18 maggio 1999
«In tema di impugnazione di sentenza contumaciale, ai fini della decorrenza del termine di impugnazione e della formazione del giudicato, la notifica dell'avviso di deposito con l'estratto della sentenza all'imputato contumace non può essere...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4374 del 8 aprile 1999
«L'esistenza dello specifico mandato ad impugnare rilasciato al difensore dall'imputato rimasto contumace nel precedente giudizio (art. 571, comma 3, c.p.p.) costituisce una condizione di legittimazione a proporre il gravame, sicché l'atto di...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3863 del 10 febbraio 1998
«In caso di impugnazioni di sentenze contumaciali da parte del difensore, questi deve essere munito di specifico mandato rilasciato dall'interessato con la nomina, o anche successivamente, ma comunque entro il termine utile per proporre la detta...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5478 del 9 giugno 1997
«In tema di impugnazione di sentenze contumaciali, al fine di non vanificare la tassatività dei termini fissati dalla legge, si considera valida l'impugnazione presentata dal difensore non munito di specifico mandato solo quando essa sia ratificata...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1324 del 28 maggio 1996
«In tema di impugnazione della sentenza contumaciale, è valida l'impugnazione presentata dal difensore non munito del mandato specifico previsto dall'art. 571 comma 3 c.p.p. quando essa sia ratificata dall'imputato, purché la ratifica intervenga...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5754 del 30 ottobre 1981
«In materia di prova testimoniale, il potere del giudice di dichiarare inammissibile una prova irritualmente dedotta, in luogo di assegnare alla parte un termine perentorio per formulare od integrare le indicazioni volute dalla legge (art. 244...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2521 del 1 marzo 1987
«Con riferimento al modo di deduzione della prova per testi nel rito del lavoro, trova applicazione il disposto dell'art. 244 c.p.c. cui implicitamente rinvia l'art. 414, n. 5, c.p.c. col fatto di prescrivere l'indicazione, già in ricorso, dei...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3608 del 21 aprile 1997
«È inammissibile sia l'impugnazione proposta dall'imputato, che si limiti a richiamare semplicemente i motivi dedotti in appello o presentati dal coimputato o dal responsabile civile o, fuori termine, dal suo difensore; sia dall'impugnazione...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8024 del 7 luglio 1998
«La presentazione dell'impugnazione prima del deposito della motivazione della sentenza non è di per sè causa di inammissibilità del gravame per mancata specificità dei motivi, dovendo valutarsi la specificità sulla base delle censure in concreto...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7477 del 11 agosto 1997
«Non incorre in alcuna decadenza la parte che intima un teste a comparire (art. 250 c.p.c.) in un termine inferiore ai tre giorni previsti dall'art. 103 att. c.p.c.»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18607 del 5 dicembre 2003
«L'azione revocatoria ordinaria prevista dall'art. 66, l. fall., e l'azione revocatoria fallimentare ex art. 67, l. fall., benché siano entrambe dirette a tutelare i creditori nei confronti di atti di disposizioni pregiudizievoli delle loro...»
-
Cassazione civile, sentenza n. 2173 del 21 ottobre 1965
«La disposizione dell'art. 268 c.p.c. va intesa nel senso che il termine finale per spiegare intervento è rappresentato dal provvedimento mediante il quale il giudice istruttore rimette le parti al collegio, fissando l'udienza collegiale per la...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10682 del 24 aprile 2008
«La chiamata in causa del terzo ad istanza dell'attore non può essere chiesta, né autorizzata, dopo la prima udienza, nemmeno nell'ipotesi in cui l'interesse alla chiamata sia sorto successivamente a tale momento. La violazione del termine in esame...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12490 del 28 maggio 2007
«Il convenuto per poter legittimamente formulare, ai sensi del combinato disposto degli artt. 167, comma terzo, e 269 c.p.c., l'istanza di chiamata in causa di un terzo deve necessariamente costituirsi tempestivamente, ovvero nel rispetto del...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 776 del 20 gennaio 2004
«La parte che non abbia provveduto alla chiamata del terzo in giudizio nelle forme e nei termini fissati dall'art. 269, comma I c.p.c. non può denunciare, in sede di gravame (appello o cassazione), la mancata concessione di un termine per...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1206 del 13 febbraio 1999
«La parte che, in ottemperanza all'ordine del giudice di integrare il contraddittorio con il litisconsorte necessario, cita il terzo, deve, a pena di estinzione del giudizio, rispettare il termine previsto dall'art. 163 bis c.p.c., senza che...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7341 del 12 dicembre 1983
«Nel caso di chiamata di un terzo in causa (ad integrazione del contraddittorio) il termine di dieci giorni entro il quale, ai sensi dell'art. 269 c.p.c., deve essere depositata la citazione integrativa, ha natura ordinatoria e se non rispettato...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3441 del 26 maggio 1980
«Il termine (di dieci giorni dalla notificazione) stabilito dall'ultimo comma dell'art. 269 c.p.c. per il deposito dell'atto di citazione del terzo chiamato in causa ha, a differenza di quello previsto per la costituzione dell'attore, natura...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3815 del 9 giugno 1986
«In appello non è ammissibile l'intervento coatto, né a istanza di parte né iussu iudicis, ancorché sia stato sollecitato al riguardo il potere discrezionale del giudice di primo grado.»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2127 del 27 maggio 1975
«Data la natura del contratto di riporto quale negozio giuridico complesso, comprendente una vendita a pronti di titoli di credito dal riportato al riportatore ed una retrovendita a termine di altrettanti titoli della stessa specie, l'art. 76 della...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 396 del 12 gennaio 2001
«In materia fallimentare, l'art. 74 della legge fallimentare - là ove stabilisce che il curatore che subentra nel contratto di somministrazione deve pagare integralmente il prezzo anche delle consegne già avvenute - prevedendo la possibilità di...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4303 del 19 marzo 2012
«In caso di contratti ad esecuzione continuata o periodica (nella specie somministrazione) pendenti al momento della dichiarazione di fallimento ed in presenza di esercizio provvisorio dell'impresa fallita, disposto ex art. 104 legge fall., i...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9237 del 12 luglio 2000
«La fissazione di un'udienza (ai sensi dell'art. 270 c.p.c.) per la chiamata di un terzo, disposta dal giudice (ex art. 107 c.p.c.) per ragioni di opportunità, non comporta fissazione di alcun termine perentorio, trattandosi dell'indicazione...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4000 del 2 luglio 1985
«Per attribuire la qualità di parte all'interventore iussu iudicis non è necessario che egli proponga domande o che queste siano proposte contro di lui.»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16135 del 9 luglio 2009
«L'ordinamento processuale ammette sentenze di condanna condizionate, quanto alla loro efficacia, al verificarsi di un determinato evento futuro ed incerto, alla scadenza di un termine prestabilito o ad una controprestazione specifica, sempre che...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6329 del 12 luglio 1996
«Nell'ordinamento processuale vigente sono ammesse sentenze nelle quali l'efficacia della condanna è subordinata al verificarsi di determinati eventi futuri ed incerti o al sopravvenire di un termine o al preventivo adempimento di una...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2587 del 27 febbraio 1998
«Ai fini della ravvisabilità del tentativo, i requisiti della idoneità e della univocità degli atti devono potersi rilevare obiettivamente dalla condotta degli agenti e dalle modalità degli atti da loro posti in essere, senza che, a tal fine, possa...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2409 del 26 settembre 1997
«È pienamente legittimo il nuovo provvedimento di sequestro probatorio emesso dal Pubblico Ministero ex art. 253 c.p.p. sui medesimi oggetti già sequestrati e restituiti all'indagato, allorquando l'annullamento del precedente provvedimento di...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4225 del 13 aprile 1995
«Al fine di stabilire se un provvedimento abbia o meno carattere di ordinanza o di sentenza e sia quindi o meno soggetto ai mezzi di impugnazione previsti per quest'ultima deve aversi riguardo non alla sua forma esteriore o alla denominazione...»