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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7498 del 27 giugno 2000
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, con riferimento alla pubblicazione di un'intervista, il giornalista non può limitare il suo intervento a riprodurre esattamente e diligentemente quanto riferito dall'intervistato, soltanto perché le...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7393 del 23 gennaio 1997
«La prova dell'errore scriminante in materia di esercizio putativo del diritto di cronaca deve vertere sul fatto, e cioè sulla verità della notizia e non sull'attendibilità della fonte di informazione, dal momento che il giornalista può essere...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2329 del 24 febbraio 1994
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, per l'attività di scienza opera il principio di libertà fissato dall'art. 33 della Costituzione, senza lo specifico condizionamento della verità del fatto riconosciuto dalla giurisprudenza per la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1478 del 12 febbraio 1992
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, nel caso in cui l'articolo pubblicato non abbia di per sé un contenuto diffamatorio, ma sia il complesso dell'informazione, per le modalità di presentazione e, soprattutto, per i titoli che l'accompagnano,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 23805 del 24 giugno 2005
«In tema di diffamazione, l'applicazione della scriminante del diritto di critica, pur nell'ambito della polemica tra avversari di contrapposti schieramenti od orientamenti di per sé improntata ad un maggior grado di virulenza, presuppone che la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11928 del 17 novembre 1998
«Le critiche rivolte ad un magistrato, cui si addebiti un atteggiamento di parzialità e di «reggenza o supplenza politica», nonché una concezione del procedimento penale come strumento di difesa sociale possono avere una diversa valenza a seconda...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40256 del 28 ottobre 2008
«In tema di ingiuria, il fatto ingiusto altrui idoneo ad integrare la causa di non punibilità della provocazione di cui all'art. 599, comma secondo, c.p. può essere costituito anche dall'esercizio di un diritto che si svolga con modalità ,le quali,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13942 del 9 dicembre 1986
«Per l'applicabilità dell'esimente della provocazione, prevista per i reati di ingiuria e di diffamazione del secondo comma dell'art. 599 c.p., occorre che la reazione sia conseguenza di un fatto che per la sua intrinseca illegittimità o per la sua...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 35923 del 6 ottobre 2010
«Integra il delitto di riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù (art. 600) c.p., la condotta di coloro che, considerandolo alla stregua di una cosa che possa essere oggetto di scambio commerciale, acquistino il minore previa...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43868 del 1 dicembre 2005
«Nel reato di riduzione in schiavitù, la finalità di sfruttamento, che distingue la fattispecie di cui all'art. 600 c.p. da ogni altra forma di inibizione della libertà personale, non è esclusa dall'eventualità che un margine degli introiti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7260 del 10 aprile 2015
«In tema di azioni di nunciazione, il procedimento cautelare termina con l'ordinanza di accoglimento o rigetto del giudice monocratico o del collegio in caso di reclamo, mentre il successivo processo di cognizione richiede un'autonoma domanda di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 23893 del 24 novembre 2015
«Il Governo ed i Ministeri della Repubblica dell'Iraq non possono invocare alcuna immunità per le domande giudiziali di risoluzione contrattuale e risarcimento danni, proposte nei loro confronti, riguardanti una compravendita di armi (nella specie,...»
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Cassazione civile, Sez. VI-1, ordinanza n. 16454 del 5 agosto 2015
«Due cause pendenti tra le stesse parti e con identità di "causa petendi" e di "petitum" sono in rapporto di litispendenza e non di continenza anche nel caso in cui una di esse abbia ad oggetto più domande, una sola delle quali identica a quella...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, ordinanza n. 17443 del 31 luglio 2014
«Ai fini della dichiarazione di litispendenza, occorre avere riguardo esclusivamente al criterio della prevenzione, mentre è irrilevante ogni indagine sull'effettiva competenza del giudice preventivamente adito a conoscere della controversia pur se...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7632 del 12 luglio 1993
«Il pubblico dipendente che abbia già ottenuto il riconoscimento del proprio credito per stipendi ed accessori, quali gli interessi e la rivalutazione monetaria, dal giudice amministrativo, in sede di giurisdizione esclusiva sul rapporto di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5369 del 22 ottobre 1984
«In pendenza di opposizione all'esecuzione, promossa ai sensi dell'art. 615 c.p.c., non è esperibile il regolamento preventivo, per sostenere che il provvedimento, costituente il titolo esecutivo, sia stato erroneamente reso dal giudice ordinario...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 274 del 28 aprile 1999
«Nell'ambito del sistema delineato dall'art. 21 della Convenzione di Bruxelles del 27 settembre 1968 ratificata in Italia con legge 21 giugno 1971, n. 804, come modificato dall'art. 8 della Convenzione di San Sebastian, mirante ad evitare la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4185 del 2 marzo 2015
«Il provvedimento che dispone una consulenza tecnica di ufficio rientra nel potere discrezionale del giudice del merito, insindacabile in sede di legittimità, se adeguatamente sostenuto dalla necessità di risolvere questioni implicanti specifiche...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 267 del 12 gennaio 1984
«Il sistema del patrocinio a spese dello Stato, escludendo ogni rapporto fra il difensore della parte non abbiente assistita e la parte soccombente non assistita, è incompatibile con l'istituto della distrazione delle spese previste dall'art. 93...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2728 del 17 aprile 1986
«Nel giudizio di rinvio a seguito di cassazione della sentenza con la quale sia stata disposta la condanna del soccombente — in favore del difensore dichiaratosi antistatario — al pagamento delle spese e degli onorari, facendo in tal modo sorgere...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1580 del 8 marzo 1986
«Il difensore munito di procura, che abbia chiesto ed ottenuto il provvedimento di distrazione, è titolare di un diritto autonomo nei confronti della parte a cui carico sono state poste le spese del giudizio. Egli, è, pertanto, personalmente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4383 del 23 febbraio 2009
«Le condanne alle spese ed al risarcimento dei danni per responsabilità processuale aggravata, ai sensi, rispettivamente, degli artt.91 e 96 c.p.c., integrando pronunce accessorie e conseguenziali alla decisione della causa, presuppongono che nei...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7620 del 26 marzo 2013
«La domanda di risarcimento da responsabilità aggravata, di cui all'art. 96, primo comma, cod. proc. civ., si atteggia diversamente a seconda dei gradi del giudizio, atteso che, mentre in primo grado essa è volta a sanzionare il merito di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24645 del 27 novembre 2007
«L'accoglimento della domanda di condanna al risarcimento del danno ex art. 96, comma 1, c.p.c. presuppone l'accertamento sia dell'elemento soggettivo (mala fede o colpa grave) sia dell'elemento oggettivo (entità del danno sofferto). Il primo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10196 del 3 agosto 2000
«Con riguardo alla domanda di responsabilità aggravata ex art. 96 c.p.c., ove non sia precisata l'ipotesi che si invoca, se quella di cui al primo (mala fede o colpa grave) o quella di cui al secondo comma (inesistenza del diritto) dello stesso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3941 del 18 marzo 2002
«La domanda di risarcimento del danno per responsabilità aggravata a norma dell'art. 96 c.p.c. non attiene al merito della controversia, (i cui termini, con riferimento all'oggetto ed alla causa petendi delle domande rispettivamente proposte dalle...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9934 del 15 maggio 2015
«L'interesse ad agire ex art. 100 c.p.c. deve valutarsi alla stregua della prospettazione operata dalla parte, sicché non può negarsene la sussistenza nell'impugnazione proposta contro il decreto reiettivo del reclamo avverso la pronuncia...»
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Cassazione civile, Sez. VI-5, ordinanza n. 19372 del 29 settembre 2015
«In tema di contraddittorio, le questioni di esclusiva rilevanza processuale, siccome inidonee a modificare il quadro fattuale ed a determinare nuovi sviluppi della lite non presi in considerazione dalle parti, non rientrano tra quelle che, ai...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11404 del 17 ottobre 1992
«I due tipi di intervento adesivo, dipendente ed autonomo, sono tra loro inconciliabili, fondandosi su presupposti del tutto diversi e tra loro collidenti, atteso che col primo l'interveniente tende a sostenere, sulla base di un proprio interesse...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6309 del 4 luglio 1994
«L'intervento adesivo dipendente, previsto dall'art. 105, comma 2, c.p.c., dà luogo ad un giudizio unico con pluralità di parti nel quale la pronuncia che lo definisce non può che essere la stessa rispetto alla parte principale e all'interveniente,...»