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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 37978 del 16 settembre 2013
«La competenza per territorio a decidere sull' istanza di esecuzione domiciliare della pena presentata, ai sensi dell'art. 1 della legge n. 199 del 26 novembre 2010, dal condannato non detenuto, appartiene al magistrato di sorveglianza che ha...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2535 del 28 maggio 1996
«L'art. 62, comma 1, L. 24 novembre 1981, n. 689, secondo cui la competenza a determinare le modalità di esecuzione della semidetenzione e della libertà controllata spetta al magistrato di sorveglianza del luogo di residenza del condannato, si...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3303 del 17 luglio 1995
«L'individuazione del magistrato di sorveglianza competente quando l'interessato non è detenuto né internato deve operarsi con riferimento alla nozione tecnica degli elementi distintivi indicati nell'art. 677, comma 2, c.p.p.; relativamente al...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 845 del 31 marzo 1992
«Il tribunale di sorveglianza competente a decidere sulla richiesta di affidamento in prova al servizio sociale avanzata da soggetto che si trovi in stato di libertà è, in base al disposto di cui all'art. 47 comma terzo della L. 26 luglio 1975, n....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13011 del 31 maggio 2006
«L'art. 372 c.p.c., che consente la produzione nel giudizio di legittimità dei documenti relativi alla nullità della sentenza impugnata, si applica anche alla inesistenza o nullità della notificazione dell'atto di citazione introduttivo del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21133 del 10 ottobre 2007
«Nel giudizio di cassazione, la notifica dell'avviso di udienza effettuata agli eredi nel luogo di residenza del ricorrente deceduto, sulla scorta della dichiarazione del difensore del resistente, secondo cui sia la parte sia il difensore erano...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2016 del 8 febbraio 2001
«Il principio secondo cui, per il fatto che le decisioni della Corte di Cassazione non possono essere riformate, è inammissibile l'individuazione di un nuovo giudice in sostituzione di quello designato dalla precedente sentenza di annullamento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4412 del 2 luglio 1988
«Quando la parte, all'atto della notificazione della sentenza, abbia dichiarato la propria residenza, la notifica dell'impugnazione della controparte deve essere effettuata, a norma dell'art. 330 c.p.c., in via esclusiva presso tale luogo....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5651 del 23 settembre 1983
«La disciplina generale circa il luogo di notificazione della impugnazione, prevista dall'art. 330 c.p.c., si applica anche in tema di opposizione di terzo ex art. 404 c.p.c., ad esclusione della residenza dichiarata o del domicilio eletto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17882 del 22 agosto 2007
«Nelle controversie del lavoratore parasubordinato, nelle quali ai sensi dell'art. 413 comma quarto c.p.c. la competenza territoriale si determina in modo esclusivo in relazione al foro del domicilio del lavoratore, il domicilio stesso deve...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 3111 del 29 febbraio 2012
«Nelle controversie relative a rapporti di lavoro alle dipendenze della P.A., la competenza per territorio va determinata, secondo quanto previsto dall'art. 413 c.p.c., in coerenza con la finalità legislativa di rendere più funzionale e celere il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1086 del 3 febbraio 1994
«La mancata indicazione della residenza dell'attore nel ricorso proposto ai sensi dell'art. 414 c.p.c. non determina alcuna nullità dell'atto introduttivo se non si traduce nella impossibilità di identificare con certezza la parte ricorrente; in...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7827 del 15 luglio 1991
«L'indicazione, nel ricorso introduttivo della parte attrice, ovvero nella memoria di costituzione della parte convenuta, della sede, quando la parte medesima sia una persona giuridica, secondo le prescrizioni dettate per le cause di lavoro degli...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22746 del 3 dicembre 2004
«In tema di ricorso in appello nel processo del lavoro, il richiamo contenuto nell'art. 434 c.p.c. alle indicazioni contenute nell'art. 414 dello stesso codice non ne equipara totalmente la disciplina al ricorso introduttivo, in quanto la «ratio»...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7658 del 10 luglio 1991
«Nelle cause di lavoro ed al fine della decorrenza del termine breve per l'appello contro la sentenza del pretore, nei confronti della parte costituitasi a mezzo di procuratore, la sentenza medesima va notificata in cancelleria, indipendentemente...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10512 del 9 agosto 2000
«Nelle controversie promosse nei confronti dell'Inail per il conseguimento di prestazioni assicurative il ricorso introduttivo deve ritenersi validamente indirizzato e notificato al direttore della sede dell'Istituto nel capoluogo della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4995 del 1 marzo 2011
«In tema di controversie in materia di previdenza e assistenza obbligatoria, il diritto ad ottenere l'assegno di inabilità ex art. 13 della legge n. 118 del 1971 presuppone, quale requisito, la residenza in Italia dell'interessato, la cui verifica,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7141 del 9 maggio 2003
«L'indennizzo ai soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni ed emoderivati, di cui alla L. n. 210 del 1992, ha natura non già risarcitoria, bensì assistenziale in senso lato, riconducibile agli articoli 2 e 32 Cost., ed alle...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 28745 del 23 dicembre 2011
«In tema d'incompetenza per territorio inderogabile, l'onere della prova a carico dell'attore sussiste solo nei limiti in cui egli faccia riferimento a fori speciali, e non al residuale foro generale. Ne consegue che nella controversia...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 21354 del 15 ottobre 2011
«In tema di controversia pensionistica instaurata contro l'INPS da un soggetto residente all'estero, l'art. 444, primo comma, c.p.c., nella formulazione successiva alla legge 18 giugno 2009 n. 69, prevede espressamente che la competenza sia del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1941 del 19 febbraio 2000
«L'art. 444, comma primo c.p.c. (secondo cui, nel testo modificato dall'art. 86, lett. A D.L.vo n. 51 del 1998, «le controversie in materia di previdenza e di assistenza obbligatorie indicate nell'art. 442 sono di competenza del tribunale, in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4541 del 16 maggio 1996
«Le controversie relative al diritto dei lavoratori, passati, in conseguenza della riforma sanitaria, dagli enti mutualistici soppressi alle Unità sanitarie locali, di ottenere, in occasione della conversione della indennità di fine rapporto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3114 del 9 febbraio 2009
«La domanda proposta dal lavoratore nei confronti del datore di lavoro per l'accertamento dell'obbligo contributivo appartiene, ove il datore di lavoro (in forza di speciale rapporto convenzionale( sia onerato della gestione diretta del rapporto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1494 del 10 febbraio 2000
«La competenza territoriale per le controversie previdenziali ex art. 444 c.p.c. è attribuita al «pretore che ha sede nel capoluogo della circoscrizione del tribunale nella quale risiede l'attore» (e ora, dopo l'entrata in vigore del decreto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6706 del 15 maggio 2001
«È regola vigente nel codice di rito che le nullità formali, cioè derivanti dall'inosservanza delle forme prescritte per il compimento di un atto, si sanino se non sono dedotte dalla parte interessata nei tempi e nei modi previsti dalla legge, in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15901 del 20 luglio 2011
«L'interpretazione costituzionalmente orientata dell'art. 480, terzo comma, c.p.c. - come individuata dalla Corte Cost. nella sentenza n. 480 del 2005 - richiede che l'opposizione a precetto debba essere notificata dal debitore presso la residenza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13219 del 31 maggio 2010
«Il Comune nel quale il creditore, con l'atto di precetto, abbia dichiarato la propria residenza od eletto il proprio domicilio, ai sensi dell'art. 480, comma terzo, c.p.c., deve ritenersi coincidente con quello in cui ha sede il giudice...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12540 del 28 maggio 2009
«Alla stregua di un'interpretazione costituzionalmente orientata (come individuata dalla Corte cost. nella sentenza n. 480 del 2005), l'art. 480, comma terzo, c.p.c. consente al debitore di notificare l'opposizione all'esecuzione nel luogo in cui...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5621 del 15 marzo 2005
«La norma dell'art. 480, terzo comma, c.p.c., attribuisce alla parte che intende promuovere l'esecuzione forzata la facoltà di dichiarare la propria residenza o di eleggere domicilio in uno, a sua scelta, tra i possibili luoghi dell'esecuzione....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7505 del 16 luglio 1999
«La norma dell'art. 480, terzo comma, c.p.c., attribuisce alla parte che intende promuovere l'esecuzione forzata una facoltà, che consiste nel dichiarare la propria residenza o nell'eleggere domicilio, ma, nel contempo le impone un onere, che...»