-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7635 del 31 marzo 2006
«In tema di procedimento civile, l'interesse ad agire, comporta la verifica, da compiersi d'ufficio da parte del giudice, in ordine all'idoneità della pronuncia richiesta a spiegare un effetto utile alla parte istante, dovendo lo stesso escludersi...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10909 del 5 maggio 2010
«Poichè l'interesse all'impugnazione - quale manifestazione del generale interesse ad agire, di cui all'art 100 c.p.c. - è costituito dalla soccombenza rispetto alla domanda proposta, il creditore del simulato alienante, che abbia proposto in via...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17234 del 28 luglio 2006
«Presupposto indefettibile del potere di impugnazione della parte è la difformità della pronuncia rispetto alle conclusioni prese dalla stessa, e non anche la mera esigenza teorica di correttezza processuale, priva di utilità pratica in quanto non...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5702 del 18 aprile 2001
«È inammissibile, per difetto di interesse, un'impugnazione con la quale si deduca la violazione di norme giuridiche, sostanziali o processuali, che non spieghi alcuna influenza in relazione alle domande ed eccezioni proposte e che sia diretta...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4778 del 4 marzo 2005
«Poiché l'interesse all'impugnazione sussiste quando dalla decisione sfavorevole possa derivare alla parte soccombente un pregiudizio concreto e giuridicamente rilevante, che possa essere rimosso dal giudice ad quem l'attribuzione autoritativa del...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19937 del 6 ottobre 2004
«La decisione dell'impugnazione sulla questione principale può comportare la modificazione, in virtù del cosiddetto «effetto espansivo interno» anche della questione dipendente (nella specie, riguardante gli accessori del credito), pur se autonoma...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 596 del 24 gennaio 1980
«La domanda di revindica proposta con la connessa declaratoria di inefficacia nei confronti del rivendicante di un contratto di compravendita del bene rivendicato intercorso tra il convenuto ed un terzo, non importa un litisconsorzio necessario nei...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8452 del 2 agosto 1995
«Per il disposto dell'art. 110 c.p.c. gli eredi della parte deceduta nel corso del processo debbono tutti partecipare al giudizio, quali litisconsorti necessari, essendo irrilevante la trasmissione all'uno o all'altro di essi per effetto di...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8936 del 12 aprile 2013
«Il terzo che, in pendenza dell'esecuzione forzata e dopo la trascrizione del pignoramento immobiliare, abbia acquistato a titolo particolare il bene pignorato, soggiace alla disposizione di cui all'art. 2913 cod. civ., il quale, sancendo...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12305 del 17 luglio 2012
«La successione a titolo particolare nel diritto controverso, di cui all'art. 111 c.p.c., alla luce di un'interpretazione costituzionalmente orientata dal principio del giusto processo, coniugato con il diritto di difesa (artt. 111 e 24 Cost.), si...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6945 del 22 marzo 2007
«Il principio della corrispondenza fra il chiesto ed il pronunciato, la cui violazione determina il vizio di ultrapetizione, implica unicamente il divieto, per il giudice, di attribuire alla parte un bene non richiesto o, comunque, di emettere una...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13000 del 23 ottobre 2001
«Nel caso in cui il promittente venditore convenuto con l'azione personale ex art. 2932 c.c. alieni ad un terzo il medesimo bene, non si versa nella previsione dell'art. 111 c.p.c. sul trasferimento a titolo particolare del diritto controverso, e...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12402 del 28 maggio 2007
«Al giudice compete soltanto il potere-dovere di qualificare giuridicamente l'azione e di attribuire, anche in difformità rispetto alla qualificazione della fattispecie operata dalle parti, il nomen iuris al rapporto dedotto in giudizio, con la...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8128 del 28 aprile 2004
«Una corretta interpretazione della domanda giudiziale postula non solo la sua analisi letterale, ma anche e soprattutto la sua valutazione contenutistico-sostanziale, avuto riguardo alle finalità perseguite dalla parte, ond'è che un'istanza non...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15907 del 18 dicembre 2000
«La domanda giudiziale, per essere correttamente interpretata, deve esser considerata non solo nella sua formulazione letterale, ma anche nel suo contenuto sostanziale, avendo riguardo alle finalità perseguite dalla parte, sì che un'istanza non...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13945 del 3 agosto 2012
«Il giudice ha il potere-dovere di qualificare giuridicamente l'azione e di attribuire al rapporto dedotto in giudizio un "nomen juris" diverso da quello indicato dalle parti, purché non sostituisca la domanda proposta con una diversa,...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 25140 del 13 dicembre 2010
«In materia di procedimento civile, sussiste vizio di "ultra" o "extra" petizione ex art. 112 c.p.c. quando il giudice pronunzia oltre i limiti della domanda e delle eccezioni proposte dalle parti, ovvero su questioni non formanti oggetto del...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 23490 del 5 novembre 2009
«Non sussiste violazione del principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato allorché il giudice, qualificando giuridicamente in modo diverso rispetto alla prospettazione della parte i fatti da questa posti a fondamento della domanda, le...»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 17610 del 1 settembre 2004
«Al giudice compete soltanto il potere-dovere di qualificare giuridicamente l'azione e di attribuire, anche in difformità rispetto alla qualificazione della fattispecie operata dalle parti, il nomen iuris al rapporto dedotto in giudizio, con la...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14734 del 17 ottobre 2002
«Il principio della corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato fissato dall'art. 112 c.p.c. non osta a che il giudice renda la pronuncia richiesta in base ad una ricostruzione dei fatti autonoma rispetto a quella prospettata dalle parti nonché...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15496 del 11 luglio 2007
«Il principio della corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato come il principio del tantum devolutum quantum appellatum che importano il divieto per il giudice di attribuire alla parte un bene della vita diverso da quello richiesto (petitum...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10542 del 19 luglio 2002
«Il principio della corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato non osta a che il giudice d'appello operi una ricostruzione dei fatti diversa da quella prospettata dalle parti, o renda una qualificazione giuridica autonoma rispetto a quella...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14773 del 3 ottobre 2003
«Poiché la violazione dell'art. 112 c.p.c. ricorre quando il giudice di merito, pronunciando oltre i limiti delle domande dalle parti, ovvero su questioni estranee all'oggetto del giudizio e non rilevabili d'ufficio, attribuisce o nega un bene...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5131 del 3 marzo 2009
«In tema di rivendicazione, il giudice di merito è tenuto innanzitutto a verificare l'esistenza, la validità e la rilevanza del titolo dedotto dall'attore a fondamento della pretesa, e ciò a prescindere da qualsiasi eccezione del convenuto,giacchè,...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8225 del 29 aprile 2004
«Nell'esercizio del potere di interpretazione e qualificazione della domanda il giudice di merito, non condizionato dalle espressioni adoperate dalla parte, ha il potere-dovere di accertare e valutare il contenuto sostanziale della pretesa, quale...»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 7653 del 16 maggio 2012
«Il vizio di omessa pronuncia su una domanda o eccezione di merito, che integra una violazione del principio di corrispondenza tra chiesto pronunciato ex art. 112 c.p.c., ricorre quando vi sia omissione di qualsiasi decisione su di un capo di...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 455 del 11 gennaio 2011
«Il giudice di merito ha il potere-dovere di inquadrare nella esatta disciplina giuridica i fatti e gli atti che formano oggetto della contestazione; tale potere incontra peraltro il limite del rispetto dell'ambito delle questioni proposte in modo...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11455 del 19 giugno 2004
«Il principio della corrispondenza tra il chiesto ed il pronunciato, fissato dall'art. 112 c.p.c. — che implica il divieto per il giudice di attribuire alla parte un bene non richiesto o comunque di emettere una statuizione che non trovi...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8636 del 24 giugno 2000
«Il vizio di ultra o extra petizione ricorre quando il giudice pronuncia oltre i limiti delle pretese e delle eccezioni fatte valere dalle parti ovvero su questioni estranee all'oggetto del giudizio e non rilevabili d'ufficio, attribuendo un bene...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 258 del 12 gennaio 1999
«Il vizio di ultra o extra petizione ricorre soltanto quando il giudice, interferendo nel potere dispositivo delle parti, alteri qualcuno degli elementi obiettivi dell'azione (petitum o causa petendi), attribuendo o negando a taluna delle parti un...»