-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4267 del 16 maggio 1990
«Ai fini della proposizione del reclamo alla Corte d'appello avverso il decreto reso dal tribunale sull'ammissibilità dell'azione per la dichiarazione di paternità o maternità naturale, il termine di dieci giorni decorre, in applicazione dell'art....»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4441 del 25 novembre 1976
«Il termine di dieci giorni per impugnare il provvedimento con il quale il tribunale in camera di consiglio, a norma dell'art. 9 della L. n. 898 del 1970, ha deciso sull'istanza di revisione delle disposizioni relative alla misura e alle modalità...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15151 del 18 luglio 2005
«Il reclamo alla Corte d'appello, ai sensi dell'art. 739 c.p.c., avverso il decreto emesso dal tribunale sulla richiesta di permesso di soggiorno per motivi familiari ex D.L.vo n. 286 del 1998, non postula la specifica articolazione dei motivi...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11503 del 12 maggio 2010
«È legittima la condanna alle spese giudiziali nel procedimento promosso in sede di reclamo, ex art. 739 c.p.c., avverso provvedimento reso in camera di consiglio, atteso che ivi si profila comunque un conflitto tra parte impugnante e parte...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4616 del 22 marzo 2012
«In tema di amministrazione della cosa comune, il decreto emesso ai sensi dell'art. 1105, quarto comma, c.c. ha natura di provvedimento di volontaria giurisdizione, che, essendo suscettibile di revoca e modifica ex art. 742 c.p.c., è privo del...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1466 del 15 maggio 1972
«È inammissibile il ricorso per cassazione qualora il ricorrente non abbia provveduto, in esecuzione del provvedimento emesso dalla stessa corte, all'integrazione del contraddittorio nei confronti degli eredi legittimi che siano stati parte del...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 880 del 23 gennaio 2012
«Nel procedimento di scioglimento della comunione, la comunicazione del deposito del progetto divisionale e dell'udienza fissata per la relativa discussione deve essere effettuata, a norma dell'art. 789, secondo comma, c.p.c., nei confronti di...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3612 del 11 aprile 1987
«Nel procedimento di scioglimento della comunione, la comunicazione del deposito del progetto di divisione e dell'udienza fissata per la sua discussione deve essere effettuata, a norma dell'art. 789 secondo comma c.c., nei confronti di tutti le...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7708 del 2 agosto 1990
«Il provvedimento ex art. 789 comma terzo c.p.c. con cui il giudice istruttore in difetto di contestazioni dichiara esecutivo il progetto divisionale predisposto in corso di causa ha forma e contenuto di ordinanza, in quanto si limita a dare atto...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1778 del 20 febbraio 1988
«Nel giudizio di divisione di comunione ereditaria nell'ipotesi in cui il giudice istruttore dopo avere, con la collaborazione di un ausiliare, predisposto il progetto di divisione, provveda alla convocazione dei condividenti (e degli eventuali...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 16727 del 2 ottobre 2012
«In tema di scioglimento di comunioni, l'ordinanza con cui il giudice istruttore, ai sensi dell'art. 789, comma terzo, cod. proc. civ., dichiara esecutivo il progetto di divisione, pur in presenza di contestazioni, ha natura di sentenza ed è quindi...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10798 del 11 maggio 2009
«In tema di scioglimento di comunioni, l'ordinanza con cui il giudice istruttore dichiara esecutivo il progetto di divisione, ai sensi dell'art. 789 c.p.c., non è impugnabile con ricorso straordinario per cassazione, ai sensi dell'art. 111, comma...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2913 del 4 aprile 1997
«Se un progetto di divisione, in cui sono stati inclusi altri beni rispetto a quelli indicati nella domanda giudiziale, è stato dichiarato esecutivo ai sensi dell'art. 789, terzo comma, c.p.c., mentre i condividenti sono rimasti contumaci - nella...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5824 del 14 giugno 1990
«Qualora nel corso del procedimento divisionale, i termini della divisione vengano modificati mediante inclusione nella massa da dividere di beni non compresi al momento della proposizione della domanda, la presunzione legale di adesione dei...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 19577 del 24 settembre 2007
«Qualora il progetto di divisione di una comunione ereditaria sia stato dichiarato esecutivo con l'ordinanza di cui all'art. 789 c.p.c., la quale ha posto le spese del procedimento a carico di tutti i condividenti pro quota tale provvedimento non...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7259 del 19 giugno 2000
«Nell'ipotesi in cui gli uffici comunali siano indotti al rilascio di una concessione edilizia mediante la falsa rappresentazione dei luoghi contenuta nel progetto e negli elaborati tecnici presentati dal soggetto richiedente, si configura il reato...»
-
Cassazione civile, Sez. VI-2, ordinanza n. 3855 del 18 febbraio 2014
«La regola dettata dall'art. 157, terzo comma, cod. proc. civ., secondo cui la nullità non può essere opposta dalla parte che vi ha dato causa, si riferisce solo ai casi nei quali la nullità non possa pronunciarsi che su istanza di parte, e non...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3657 del 8 aprile 1998
«L'art. 192, comma secondo c.p.c., nel prevedere che l'istanza di ricusazione del consulente tecnico d'ufficio dev'essere presentata con apposito ricorso depositato in cancelleria almeno tre giorni prima dell'udienza di comparizione, preclude...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2125 del 26 marzo 1985
«I motivi di ricusazione del consulente tecnico conosciuti dalla parte dopo la scadenza del termine per proporre l'istanza di ricusazione prevista dall'art. 192 c.p.c., o sopravvenuti al suindicato termine, non possono di per sè stessi giustificare...»
-
Cassazione civile, Sez. VI-2, ordinanza n. 4217 del 21 febbraio 2014
«Il principio di ultrattività identifica il rito da seguire nell'impugnazione, in base all'apparenza della natura del provvedimento impugnato, ma la relativa inosservanza non determina, di per sé, l'inammissibilità del gravame, che, in quanto...»
-
Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 10723 del 15 maggio 2014
«Nel caso in cui l'appello venga dichiarato inammissibile per carenza di ragionevole probabilità di accoglimento ai sensi dell'art. 348 bis cod. proc. civ., il ricorso per cassazione avverso la sentenza di primo grado proposto, ex art. 348 ter,...»
-
Cassazione civile, Sez. VI-2, ordinanza n. 7273 del 27 marzo 2014
«L'ordinanza di inammissibilità dell'appello ex art. 348 ter cod. proc. civ., se emanata nell'ambito suo proprio, cioè per manifesta infondatezza nel merito del gravame, non è ricorribile per cassazione, non avendo carattere definitivo, giacché il...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11308 del 22 maggio 2014
«Il ricorso per cassazione in cui manchi completamente l'esposizione dei fatti di causa e del contenuto del provvedimento impugnato è inammissibile; tale mancanza non può essere superata attraverso l'esame delle censure in cui si articola il...»
-
Cassazione civile, Sez. VI-lav., sentenza n. 6085 del 17 marzo 2014
«In materia di accertamento tecnico preventivo ai sensi dell'art. 445 bis cod. proc. civ., il giudice, in mancanza di contestazioni e salvo non intenda rinnovare le operazioni o sostituire il consulente, deve omologare l'accertamento sulla...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1984 del 29 gennaio 2014
«Qualora il soggetto nei cui confronti sia minacciata o esercitata la pretesa esecutiva, in forza di un titolo giudiziale privo di definitività in quanto ancora "sub iudice" nel processo di cognizione, ponga in dubbio la ricorrenza dei caratteri...»
-
Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 5060 del 4 marzo 2014
«Qualora il giudice dell'esecuzione, con il provvedimento positivo o negativo della tutela sommaria, emesso nelle opposizioni di cui agli artt. 615, secondo comma, 617 e 619 cod. proc. civ., ometta di fissare il termine per l'introduzione del...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6335 del 29 gennaio 1999
«Poiché la struttura del delitto di truffa non postula l'identità tra la persona offesa dal reato e quella indotta in errore e, quindi, il reato sussiste pur in assenza di tale identità, sempre che gli effetti dell'inganno e della condotta...»
-
Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 679 del 15 gennaio 2014
«In materia di ricusazione del giudice della esecuzione, poiché i suoi atti sono suscettibili di controllo con lo specifico rimedio dell'opposizione ai sensi dell'art. 617 cod. proc. civ., la mancata impugnabilità in via autonoma dell'ordinanza di...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4467 del 15 maggio 1997
«Il delitto di truffa si perfeziona non nel momento in cui il soggetto passivo assume un'obbligazione per effetto degli artifici o raggiri subiti, bensì in quello in cui si verifica l'effettivo conseguimento del bene economico da parte dell'agente...»
-
Cassazione civile, Sez. VI-2, ordinanza n. 3629 del 17 febbraio 2014
«È inammissibile il ricorso straordinario per cassazione avverso l'ordinanza sul reclamo nel procedimento possessorio a struttura eventualmente bifasica, delineata dall'art. 703 cod. proc. civ., come modificato dal d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv....»