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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 4326 del 19 marzo 2012
«Ne consegue che, ove il presidente del collegio, che ha emesso la sentenza, venga successivamente a cessare dal servizio o rifiuti per qualsiasi motivo di porre in essere gli adempimenti di competenza in ragione delle funzioni già esercitate...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15298 del 29 novembre 2000
«Il principio della immutabilità del giudice istruttore sancito dall'art. 374 c.p.c. non trova applicazione nei procedimenti collegiali (come i procedimenti in camera di consiglio), nei quali, mancando una fase istruttoria, non viene nominato un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9218 del 23 ottobre 1996
«L'esigenza di assicurare l'esercizio del diritto di difesa dell'imprenditore prima della dichiarazione di fallimento comporta l'obbligo del tribunale fallimentare di disporne la previa comparizione in camera di consiglio (come previsto dall'art....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26773 del 18 dicembre 2009
«Il rispetto del diritto fondamentale ad una ragionevole durata del processo (derivante dall'art. 111, secondo comma, Cost. e dagli artt. 6 e 13 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali) impone al giudice (ai...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 440 del 12 gennaio 2009
«Al verbale di udienza, sia essa pubblica o camerale, deve attribuirsi fede privilegiata, fino a querela di falso, sia della provenienza dal cancelliere che lo redige e degli atti da questi compiuti, sia dei fatti che egli attesta essere avvenuti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10539 del 9 maggio 2007
«A tal fine resta irrilevante che il giudice (nella specie la Corte d'appello in una controversia celebrata con il rito del lavoro) si sia ritirato in camera di consiglio e abbia dato lettura dell'ordinanza al termine della stessa, in assenza dei...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4327 del 19 settembre 1995
«In tema di proroga della custodia cautelare, l'art. 305, comma 2, c.p.p. non prevede un particolare modulo procedimentale per realizzare il contraddittorio tra il pubblico ministero e il difensore dell'interessato, i quali, peraltro, debbono...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2848 del 23 agosto 1994
«Ai fini della decisione della richiesta di proroga della custodia cautelare il giudice non è tenuto all'osservanza delle forme e dei termini previsti dall'art. 127 c.p.p. per il procedimento in camera di consiglio, che va seguito solo ove la legge...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14479 del 19 novembre 2001
«Poiché la disposizione dell'art. 186 c.p.c., che consente al giudice istruttore di riservarsi di pronunciare sulle domande ed eccezioni delle parti, non è applicabile nelle controversie con il rito del lavoro, deve considerarsi pronunciata in...»
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Cassazione civile, sentenza n. 1595 del 7 marzo 1984
«La presenza in camera di consiglio del consulente tecnico non è prescritta in maniera inderogabile ma è sufficiente che egli esprima per iscritto il suo parere, che va unito al processo verbale di udienza.»
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Cassazione civile, sentenza n. 1668 del 29 aprile 1957
«La convocazione del consulente tecnico in camera di consiglio perché fornisca chiarimenti ed esprima pareri in presenza delle parti costituisce oggetto di facoltà meramente discrezionale del presidente del collegio giudicante, il cui mancato...»
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Cassazione civile, sentenza n. 2386 del 10 ottobre 1967
«Esse non vanno confuse con le riproduzioni e gli esperimenti disposti dal giudice istruttore, a norma dell'art. 261 del codice di procedura civile, che sono prove che si formano nel corso dello stesso processo e vanno assunte con le forme e le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4661 del 9 luglio 1983
«Nel procedimento di correzione degli errori materiali di cui all'art. 287 c.p.c. non è ammessa alcuna pronuncia sulle spese processuali, in quanto trattandosi di procedimento in Camera di Consiglio (art. 742 bis c.p.c.) in materia di giurisdizione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30967 del 30 luglio 2007
«In tema di termini di impugnazione, poiché l'art. 585 c.p.p. ne regola la decorrenza con riferimento ad ogni tipo di provvedimento giurisdizionale e non alla sola sentenza dibattimentale, anche all'impugnazione avverso la sentenza di non luogo a...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 21039 del 26 maggio 2011
«Il termine di impugnazione della sentenza di non luogo a procedere, pronunciata all'esito dell'udienza preliminare, è quello di quindici giorni previsto dall'art. 585, comma primo, lett. a), c.p.p. per i provvedimenti emessi in seguito a...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3453 del 2 febbraio 2005
«I «motivi nuovi» a sostegno dell'impugnazione, previsti tanto nella disposizione di ordine generale contenuta nell'articolo 585, comma 4, del c.p.p., quanto nelle norme concernenti il ricorso per cassazione in materia cautelare (articolo 311,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2223 del 23 maggio 1996
«In applicazione dei principi generali in materia di inammissibilità delle impugnazioni e, segnatamente, dell'art. 591, comma 2, c.p.p., il tribunale del riesame, qualora debba dichiarare l'inammissibilità di una richiesta avanzata ai sensi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4347 del 21 gennaio 1993
«E ciò in quanto la disciplina stabilita da tale precetto non è applicabile a tutti i casi nei quali il giudice delibera in camera di consiglio, operando, invece, solo per quelli in ordine ai quali sia espressamente prevista l'utilizzazione di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13900 del 19 settembre 2003
«In tema di fallimento, il combinato disposto degli artt. 124, comma secondo e 137 legge fall. va interpretato nel senso che l'obbligatorietà della convocazione in camera di consiglio, in ipotesi di risoluzione del concordato fallimentare, si...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1251 del 6 maggio 1994
«Il procedimento per l'applicazione in sede di esecuzione della disciplina del reato continuato, previsto dall'art. 671 c.p.p., deve svolgersi secondo le forme stabilite dall'art. 666, terzo comma, c.p.p., che prevede la fissazione dell'udienza in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5569 del 16 dicembre 1998
«E invero, in materia di applicazione dei provvedimenti di generale clemenza, il giudice dell'esecuzione ha la facoltà di provvedere de plano quando si tratti di attività di mera constatazione della rispondenza tra la fattispecie astratta di reato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21864 del 25 ottobre 2010
«In tema di esdebitazione, istituto previsto dagli artt. 142 a 144 della legge fall., nel testo novellato dal d.l.vo n. 5 del 2006 e dal d.l.vo n. 169 del 2007, la domanda con cui il debitore chiede di essere ammesso a tale beneficio va notificata,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1225 del 6 febbraio 1998
«In tema di fallimento, l'accertamento della esistenza di una società di fatto successivo alla dichiarazione di fallimento di uno solo dei presunti soci e la conseguente estensione del fallimento stesso a tutti i soci illimitatamente responsabili...»
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Cassazione civile, Sez. VI-1, ordinanza n. 21800 del 24 settembre 2013
«La motivazione del decreto, ove necessaria, come nel caso in cui tale provvedimento sia emesso per definire un procedimento in camera di consiglio, non dev'essere ampia come quella della sentenza, né succinta, come quella dell'ordinanza, ma può...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4972 del 19 gennaio 1994
«Il procedimento di sorveglianza si svolge in camera di consiglio, secondo lo schema del procedimento di esecuzione, a norma degli artt. 678 e 666 c.p.p., che prevedono la partecipazione necessaria del difensore. Ciò significa che il difensore (di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1859 del 26 febbraio 1993
«Nel giudizio di appello riguardante la sentenza pronunziata a seguito di giudizio abbreviato, il richiamo alle forme del procedimento in camera di consiglio contenuto nell'art. 599, comma primo, c.p.p., non comporta alcuna deroga a quanto dispone...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11113 del 7 maggio 2010
«Il debitore che abbia presentato istanza di ammissione al concordato preventivo in pendenza della procedura fallimentare a suo carico, non deve essere sentito in camera di consiglio per l'esercizio del suo diritto di difesa qualora ne sia stata...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2167 del 29 gennaio 2010
«Ne consegue che, qualora l'istanza di ammissione al concordato preventivo sia proposta in sede di convocazione del debitore in camera di consiglio a seguito della dichiarazione di inammissibilità dell'amministrazione controllata - e quindi al di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5673 del 14 febbraio 2006
«In tema di revisione, ai fini della declaratoria di inammissibilità, non è previsto il procedimento in camera di consiglio nelle forme di cui all'art. 127 c.p.p., con conseguenti avvisi, notifiche ed intervento delle parti, né alcuna forma di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4521 del 13 febbraio 1992
«La valutazione dell'ammissibilità dell'impugnazione risponde alle esigenze generali di impedire spreco di attività giurisdizionale e si svolge de plano, e non è previsto che sia dato avviso al difensore o all'imputato della data fissata per la...»