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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 35708 del 28 settembre 2007
«In tema di sequestro probatorio, il giudice del riesame non può integrare la motivazione del relativo decreto in ordine alla specifica esigenza probatoria che giustifica l'adozione del vincolo sul bene, in quanto è dovere del pubblico ministero...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4496 del 27 luglio 1999
«Il sequestro preventivo può avere ad oggetto anche beni che siano nella disponibilità di terzi non indagati, in quanto, in caso contrario, sarebbe precluso il soddisfacimento delle esigenze di prevenzione che impongono l'adozione della misura...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 23 del 14 luglio 1995
«È ammissibile il sequestro preventivo di cosa già soggetta a sequestro probatorio, purché sussista un pericolo concreto e attuale della cessazione del vincolo di indisponibilità impresso da quest'ultimo, che renda reale e non solo presunta la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12412 del 15 dicembre 1995
«L'adozione del nuovo rito per un procedimento che avrebbe dovuto proseguire, secondo l'art. 242 att. nuovo c.p.p., con quello precedentemente in vigore, non comporta nullità, stante il principio di tassatività delle nullità stesse, sancito da...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11189 del 22 marzo 2012
«In sede di legittimità è possibile prospettare una interpretazione del significato di una intercettazione diversa da quella proposta dal giudice di merito solo in presenza del travisamento della prova, ovvero nel caso in cui il giudice di merito...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 46056 del 12 dicembre 2008
«In tema di intercettazioni di conversazioni o comunicazioni, è legittima la motivazione "per relationem" dei decreti autorizzativi quando in essi il giudice faccia richiamo alle richieste del P.M. ed alle relazioni di servizio della polizia...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 42792 del 28 novembre 2001
«In tema di impugnazioni, allorché sia dedotto, mediante ricorso per cassazione, un error in procedendo ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. c) c.p.p., la corte di cassazione è giudice anche del fatto e, per risolvere la relativa questione, può...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10881 del 18 marzo 2005
«In tema di presupposti sulla cui base può essere adottato il provvedimento autorizzatorio delle intercettazioni, benché l'articolo 267, comma 1, del c.p.p. individui, tra questi, quello dei «gravi indizi di reato» (o dei «sufficienti indizi»,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 22 del 4 aprile 1998
«Non è viziato da mancanza di motivazione il decreto di autorizzazione all'effettuazione di intercettazioni di comunicazioni emesso dal giudice per le indagini preliminari ai sensi dell'art. 267, comma 1, c.p.p. per il solo fatto che la motivazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1106 del 27 marzo 2000
«Il giudice per le indagini preliminari ben può utilizzare e porre a base dell'ordinanza di adozione della misura della custodia cautelare in carcere le intercettazioni telefoniche anche se contenute in «brogliacci» ovvero se riportate in forma...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 12717 del 29 maggio 2009
«Al fine di riscontrare il presupposto dei “gravi elementi di fondatezza dell'azione disciplinare” per l'adozione della misura cautelare del trasferimento d'ufficio, nel corso di un procedimento disciplinare per addebiti punibili con una sanzione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13165 del 5 giugno 2007
«Condizione legittimante l'adozione dell'ordine di chiamata in causa di un terzo è la negazione da parte dell'originario convenuto della titolarità passiva della obbligazione azionata e della indicazione in capo al terzo di detta titolarità....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 18103 del 16 aprile 2003
«È configurabile il tentativo di favoreggiamento personale — il cui iter esecutivo è frazionabile — quando si pongono in essere atti preparatori ma l'azione diretta ad aiutare taluno ad eludere le investigazioni a sottrarsi alle ricerche della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 168 del 9 febbraio 1994
«Gli indizi richiesti dall'art. 273 c.p.p. ai fini dell'adozione di una misura cautelare non coincidono con quelli indicati dall'art. 192 stesso codice, che stabilisce i criteri di valutazione della prova logica indiziaria necessaria per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 35710 del 24 ottobre 2006
«Ai fini dell'adozione di una misura di cautela personale, la chiamata in correità può costituire grave indizio di colpevolezza a carico del chiamato, purché risulti suffragata da riscontri esterni individualizzanti, sì da acquisire idoneità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 36767 del 25 settembre 2003
«In tema di valutazione dei gravi indizi di colpevolezza, richiesti per l'adozione di misure cautelari personali, la disposizione dell'art. 273 primo comma bis c.p.p., che rinvia ai criteri di valutazione della prova di cui all'art. 192 terzo e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3329 del 18 settembre 1997
«In tema di emissione delle misure cautelari, ai fini della verifica della sussistenza dei gravi indizi che ne giustificano l'adozione, l'elemento di riscontro di una chiamata in correità può essere costituita dalle convergenti dichiarazioni rese...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4140 del 21 agosto 1997
«In tema di misure cautelari, in ordine al valore di riscontro che una dichiarazione accusatoria resa da un collaboratore di giustizia assume nei confronti di altra chiamata in reità o correità, resa da altro o da altri soggetti parimenti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2923 del 21 settembre 1995
«In tema di applicazione di misure cautelari personali, è carente e manifestamente illogica la motivazione circa la sussistenza delle esigenze di cui all'art. 274 c.p.p. che si limiti a mere formule di stile, senza indicare, con specifico...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2803 del 2 settembre 1995
«Ai fini dell'adozione di una misura cautelare personale, l'art. 273 c.p.p. postula la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza quale minimum probatorio che deve inderogabilmente assistere l'adozione della misura, solo nel caso in cui sussista...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 655 del 29 aprile 1997
«In tema di partecipazione ad associazione di stampo mafioso la dichiarazione proveniente da un appartenente ad una famiglia mafiosa secondo la quale un soggetto è inserito nell'altra associazione contrapposta, rivale della propria, e svolge per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4480 del 6 febbraio 1995
«La mancata verbalizzazione, da parte della polizia giudiziaria, di atti che, ai sensi dell'art. 357, comma 2, c.p.p., dovrebbero essere verbalizzati comporta che tali atti, in quanto privi di documentazione, siano da considerare inesistenti e,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 107 del 27 marzo 1993
«Le dichiarazioni accusatorie, spontaneamente rese da un indagato a norma dell'art. 350, comma settimo, c.p.p., raccolte dalla polizia giudiziaria ma non documentate in verbale (né per esteso né riassunto), possono essere utilizzate in fase di...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1150 del 13 gennaio 2009
«Le dichiarazioni spontanee rese dall'indagato alla polizia giudiziaria, disciplinate dall'art. 350, comma settimo, c.p.p., sono pienamente utilizzabili nella fase delle indagini preliminari.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 43721 del 5 dicembre 2001
«In tema di valutazione dei gravi indizi di colpevolezza richiesti per l'adozione di misure cautelari personali, poiché la disposizione di cui all'art. 273, comma 1 bis c.p.p. si applica ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34534 del 24 settembre 2001
«In tema di valutazione dei gravi indizi di colpevolezza richiesti per l'adozione di misure cautelari personali, la disposizione dell'art. 273, comma 1 bis c.p.p. (introdotta dall'art. 11 della legge 1 marzo 2001, n. 63) che rinvia ai criteri di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 58 del 3 marzo 1997
«Ai sensi dell'art. 273 comma secondo c.p.p., la prospettiva di una possibile concessione della sospensione condizionale della pena non è impeditiva dell'adozione di una misura cautelare personale, poiché per l'applicazione delle norme occorre che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29082 del 18 luglio 2001
«In tema di impugnazioni de libertate, allorché sia accolta l'impugnazione proposta dal pubblico ministero avverso il diniego del giudice per le indagini preliminari di emissione dell'ordinanza cautelare per l'insussistenza dei gravi indizi di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2996 del 20 agosto 1992
«In tema di libertà personale, il «concreto» pericolo per l'acquisizione o la genuinità della prova, necessario per l'adozione della misura cautelare, deve essere ipotizzabile non in astratto, ma desunto da elementi di fatto esistenti nella...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3030 del 26 marzo 1996
«In base al principio di specialità deve escludersi concorso formale tra il reato di abuso di ufficio di cui all'art. 323 comma 2 c.p.p. e quello di corruzione di cui all'art. 319 c.p.; ciò peraltro non comporta che non possa aversi un concorso...»