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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2725 del 4 marzo 1994
«In materia di concussione, anche la richiesta di favori vale a concretizzare la condotta prevista dall'art. 317 c.p. quando sia fondata sulla preminenza del soggetto attivo. Cosicché il ruolo trainante dell'abuso rispetto all'induzione vale esso...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21991 del 22 giugno 2006
«Ai fini della configurabilità del delitto di concussione, nell'espressione «altra utilità» di cui all'art. 317 c.p. va ricompreso anche il vantaggio di natura politica, da non identificarsi con il vantaggio di natura istituzionale, che in quanto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2305 del 20 gennaio 2014
«Nel delitto di concussione di cui all'art. 317 cod. pen., come modificato dall'art. 1, comma 75 legge n. 190 del 2012, la costrizione consiste nel comportamento del pubblico ufficiale che, abusando delle sue funzioni o dei suoi poteri, agisce con...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3388 del 23 gennaio 2003
«In tema di corruzione propria sono atti contrari ai doveri d'ufficio non soltanto quelli illeciti (siccome vietati da atti imperativi) o illegittimi (perché dettati da norme giuridiche riguardanti la loro validità ed efficacia), ma anche quelli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1680 del 11 febbraio 1999
«In tema di corruzione, non v'è alcuna incompatibilità logica fra la sussistenza in capo ad un soggetto di un interesse privato ad un affare, e il ruolo dallo stesso rivestito di pubblico ufficiale corrotto (ad opera di altri cointeressati)...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10851 del 17 dicembre 1996
«Atteso il principio secondo il quale l'ufficio del procuratore della Repubblica si incarna in tutti i suoi componenti, senza che occorra, verso i terzi, una delega formale del titolare, è da escludere che costituisca causa di nullità del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5843 del 23 aprile 1990
«In tema di corruzione impropria anteriore all'atto prevista dall'art. 318, primo comma, c.p., l'atto, in vista del quale l'accordo criminoso viene stipulato, deve essere conforme ai doveri del funzionario. Ed invero l'interesse tutelato dalla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6038 del 13 maggio 1999
«Ai fini dell'integrazione dei reati di cui agli articoli 318 e 319 c.p., acquistano la qualità di pubblici ufficiali ai sensi dell'articolo 357 c.p., coloro che concorrono in qualità di organi a formare la volontà e ad attuare gli scopi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5114 del 29 aprile 1998
«In tema di distinzione fra corruzione e concussione, nella prima figura criminosa gli agenti trattano pariteticamente e si accordano nel pactum sceleris con convergenti manifestazioni di volontà, mentre nella concussione la par condicio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5579 del 27 maggio 1991
«In materia di reati contro la pubblica amministrazione, dopo la modifica introdotta dalla L. 26 aprile 1990, n. 86, risulta confermata la tradizionale distinzione tra concussione e corruzione: nella prima viene in evidenza lo stato di soggezione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7080 del 18 maggio 1990
«Il delitto di concussione si distingue da quello di truffa aggravata ai sensi dell'art. 61, n. 9 c.p. perché nel primo reato l'abuso della qualità di pubblico ufficiale o delle relative funzioni si atteggia, sulla determinazione della volontà del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11944 del 14 marzo 2013
«La costrizione, che costituisce l'elemento oggettivo del reato di concussione di cui all'art. 317 c.p., così come modificato dall'art. 1, comma 75 della l. n. 190 del 2012, sussiste quando il pubblico ufficiale agisca con modalità ovvero con forme...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7509 del 26 giugno 1992
«Il mandato di pagamento non appartiene alla competenza esclusiva e diretta del capo dell'amministrazione comunale ovvero di chi è legittimamente autorizzato a sostituirlo, ma rientra anche nelle funzioni del segretario del comune, che concorre...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41339 del 18 dicembre 2006
«Integra il delitto di cui all'art. 322, comma quarto, c.p. (istigazione alla corruzione attiva propria) — e non quello di cui all'art. 228 L. fall. (interesse privato del curatore negli atti del fallimento) — la condotta del pubblico ufficiale...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 34385 del 20 settembre 2011
«L'integrazione della fattispecie criminosa dell'omissione di atti d'ufficio, nella forma di cui all'art. 328, comma secondo, c.p., ha riguardo esclusivamente alle condotte della P.A. nei rapporti con i soggetti ad essa esterni, non anche a quelle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 46512 del 3 dicembre 2009
«Integra il delitto di cui all'art. 328, comma primo c.p. il rifiuto di procedere al ricovero ospedaliero di un malato, opposto dal medico responsabile del reparto, esclusivamente se il ricovero doveva ritenersi indifferibile per la sussistenza di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2351 del 23 febbraio 1998
«In materia di omissione di atti d'ufficio, l'ipotesi prevista dall'art. 328 cpv. c.p. è diretta a disciplinare esclusivamente i rapporti tra la pubblica amministrazione e i soggetti ad essa esterni, fornendo a questi ultimi uno specifico e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10219 del 29 settembre 1998
«In tema di omissione di atti d'ufficio, ai fini dell'art. 328, comma secondo, c.p., la richiesta del privato deve atteggiarsi sostanzialmente come una diffida, non potendosi assegnare il valore di una formale richiesta alla mera segnalazione di un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 18423 del 5 maggio 2014
«Il concorso apparente di norme tra le previsioni di cui all'art. 334 cod. pen. e di cui all'art. 213, comma quarto, cod. strada, con conseguente applicazione al responsabile della sola sanzione amministrativa prevista dal codice della strada,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 17837 del 5 maggio 2008
«Deve escludersi la configurabilità del reato previsto dall'art. 334 c.p. nel caso di circolazione abusiva con veicolo sottoposto a sequestro amministrativo a norma dell'art. 213, D.L.vo 30 aprile 1992, n. 285, in quanto, sussistendo un rapporto di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6864 del 9 luglio 1993
«L'esimente di cui all'art. 4, D.L.vo Lgt. 14 settembre 1944, n. 288, postulando che il pubblico ufficiale «abbia dato causa al fatto ... eccedendo con atti arbitrari i limiti delle sue attribuzioni», presuppone, da un lato, un rapporto causale tra...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3657 del 15 aprile 1993
«Pure se, alla stregua dell'art. 358, secondo comma, c.p., nel testo modificato dall'art. 18 della L. 26 aprile 1990, n. 86, la nozione di incaricato di pubblico servizio risulta più restrittiva di quella del precetto originario, nel senso che in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8797 del 24 febbraio 2003
«Con la trasformazione dell'ente pubblico economico «Poste Italiane» in società per azioni, non è più configurabile l'aggravante inerente alla natura pubblica della persona offesa dal reato di truffa, in quanto la natura eventualmente pubblica del...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1806 del 13 settembre 1993
«Anche alla stregua della nozione fornita dall'art. 17 della L. 26 aprile 1990, n. 86, che ha sostituito l'art. 357 c.p., deve considerarsi pubblico ufficiale il presidente di una società per azioni concessionaria di autostrade nell'esercizio...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 45 del 10 gennaio 1986
«In caso di truffa ai danni di un ente locale gestore diretto di una casa da gioco, pur avendo l'attività inerente alla gestione natura esclusivamente privatistica, è ravvisabile l'aggravante del fatto commesso a danno dello Stato o di un altro...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6687 del 9 luglio 1997
«In tema di nozione della persona incaricata di un pubblico servizio, i dipendenti di un ente o di una società cessionari, anche in via non esclusiva, di un servizio di interesse pubblico, debbono essere considerati incaricati di un pubblico...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 23465 del 22 giugno 2005
«La qualità di incaricato di pubblico servizio del dipendente di Trenitalia S.p.A. va accertata, da parte del giudice di merito, esclusivamente sulla base della disciplina della attività oggettivamente considerata ed indipendentemente dal fatto che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 24572 del 4 luglio 2005
«Non è idonea a rendere configurabile il delitto di calunnia ma solo quello di false generalità (eventualmente aggravato ove si realizzi la condizione di cui al terzo comma, n. 2, dell'art. 495 c.p.), la condotta di chi, nell'ambito di un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6587 del 18 febbraio 2010
«Non sussiste alcuna incompatibilità tra la circostanza aggravante prevista dall'art. 61 n. 11 c.p. (abuso di autorità o di particolari relazioni) e quella specifica di cui all'art. 577 n. 1 dello stesso codice (abuso del rapporto di paternità),...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5797 del 18 maggio 1995
«L'aggravante teleologica di cui all'art. 61 n. 2 c.p. ha carattere esclusivamente soggettivo ed il suo fondamento sta sulla maggiore insensibilità etica e nella più marcata pericolosità dimostrata dall'agente: per la sua sussistenza è quindi...»