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Cassazione civile, Sez. VI-1, sentenza n. 1740 del 28 gennaio 2014
«In tema di privilegio generale sui beni mobili dovuto sui compensi per le prestazioni professionali rese dall'avvocato, in caso di plurimi incarichi svolti dal professionista il termine temporale degli "ultimi due anni di prestazione" previsto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5628 del 12 marzo 2014
«In tema di espropriazione forzata promossa dal creditore ipotecario in danno del terzo acquirente del bene ipotecato, l'estinzione della garanzia reale (nella specie, per mancato rinnovo nel termine ventennale previsto dalla legge) comporta il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7708 del 2 aprile 2014
«Nella vendita forzata l'aggiudicatario del bene pignorato, in quanto parte del processo di esecuzione, ha l'onere di far valere l'ipotesi di "aliud pro alio" con il solo rimedio dell'opposizione agli atti esecutivi, che va esperita - nel limite...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 3537 del 14 febbraio 2014
«Nel regime della rilevazione della questione di competenza di cui all'art. 38 cod. proc. civ., nel testo sostituito dalla legge 18 giugno 2009, n. 69, ove il convenuto abbia sollevato un'eccezione di incompetenza territoriale inderogabile nella...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8131 del 27 febbraio 2007
«Non integra il delitto di minaccia la condotta di colui che mostri un'arma, non già al fine di restringere la libertà psichica del minacciato, bensì al fine di prevenirne un'azione illecita, rappresentandogli tempestivamente la legittima reazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7499 del 30 luglio 1982
«Il delitto previsto dall'art. 611 c.p. si consuma nel momento stesso della minaccia o violenza esercitata al fine di costringere o determinare altri a commettere un reato. A differenza dell'istigazione non interessa che il reato-fine venga poi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3186 del 5 aprile 1997
«La minaccia condizionata è punibile — tranne che con essa l'autore intenda non già restringere la libertà psichica del minacciato, bensì prevenire un'azione illecita dello stesso, rappresentandogli tempestivamente quale reazione legittima il suo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14423 del 23 dicembre 1986
«Il termine «palesemente armato», di cui all'ultimo comma dell'art. 614 c.p., deve essere inteso nel senso che le armi siano portate in maniera palese dagli autori della violazione di domicilio, a prescindere dalla percezione o meno delle stesse da...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4316 del 26 aprile 1996
«Ai fini della configurabilità dell'aggravante di cui all'art. 61 n. 11 c.p., la relazione di coabitazione (al cui abuso si ricollega l'aumento di pena) è data dalla circostanza oggettiva della convivenza più o meno protratta nel tempo - e,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 46369 del 3 dicembre 2003
«In tema di truffa, il momento consumativo del reato non può che corrispondere con quello in cui si è realizzato il danno, vale a dire con l'effettiva lesione del bene protetto dalla norma. Ne consegue che là dove il danno derivi dal mancato...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 25193 del 21 luglio 2002
«In tema di decorrenza del termine per la proposizione della querela, la «notizia del fatto che costituisce il reato», dalla cui data, ai sensi dell'art. 124 c.p., inizia la detta decorrenza, non può precedere la consumazione dell'illecito, Ove...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5579 del 13 maggio 1998
«In tema di truffa contrattuale, con riferimento all'inizio del termine di prescrizione, allorquando il momento perfezionativo del reato intervenga quando sia già in corso l'esecuzione del contratto, deve escludersi, ove la situazione antigiuridica...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1786 del 6 marzo 1996
«Il procedimento per la modificazione dei provvedimenti della separazione riguardanti i coniugi e la prole, regolato dall'art. 710 c.p.c., nel testo introdotto con la legge n. 331 del 1988, costituisce un procedimento camerale che si conclude con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 869 del 28 gennaio 1994
«I provvedimenti del tribunale sull'ammissibilità dell'azione di dichiarazione di paternità o maternità naturale ex art. 274 c.c. sono reclamabili, ai sensi dell'art. 739 c.p.c., entro dieci giorni dalla notificazione o, in difetto di questa, nel...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6136 del 30 maggio 1991
«Il decreto - reso nel vigore dell'art. 9 della L. 1 dicembre 1970, n. 898 - con il quale si sia disposta l'attribuzione della pensione al coniuge divorziato, al pari di tutti i decreti camerali, non è appellabile, ma reclamabile ai sensi e nel...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4198 del 19 settembre 1978
«Ai sensi degli artt. 9 della L. 1 dicembre 1970, n. 898, sulla disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio, 737, 738 e 739 c.p.c., la revisione, per fatti sopravvenuti, delle disposizioni concernenti l'affidamento dei figli ed i rapporti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14818 del 15 novembre 2000
«Il provvedimento emesso dal tribunale adito in sede di impugnazione avverso la radiazione dal ruolo nazionale dei periti assicurativi, pronunciata nei confronti di un iscritto ai sensi degli artt. 7 e 11 legge 17 febbraio 1992, n. 166 ha natura di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5493 del 5 aprile 2012
«In tema di impugnazione, nei procedimenti attivati su istanza di parte, ove un termine sia prescritto per il compimento di attività, la cui omissione si risolva in un pregiudizio per la situazione tutelata, deve essere assicurata all'interessato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12983 del 5 giugno 2009
«Nei procedimenti camerali indicati nell'art. 38 disp. att. c.c., tra i quali rientra quello disciplinato dall'art. 262 c.c., relativo alla domanda di attribuzione del cognome paterno in via aggiuntiva o sostitutiva a quello materno, il reclamo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4482 del 26 marzo 2003
«Nei procedimenti in camera di consiglio che si svolgono nei confronti di più parti, la notificazione del decreto è idonea a far decorrere — tanto per il destinatario della notifica che del notificante — il termine di dieci giorni per la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13772 del 20 settembre 2002
«In tema di decadenza dal diritto di impugnazione dei decreti del tribunale (impugnazione che, secondo il combinato disposto degli artt. 739, 285 c.p.c., va proposta, sotto forma di reclamo, nel termine di «dieci giorni dalla notifica qualora il...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3670 del 29 aprile 1997
«A norma del secondo comma dell'art. 739 c.p.c., nei procedimenti in camera di consiglio svolgentisi nei confronti di più parti, la notificazione del provvedimento che abbia definito il relativo procedimento è idonea a far decorrere il termine di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5629 del 19 giugno 1996
«Il giudizio di merito relativo alla dichiarazione di paternità o maternità naturale di minori innanzi al tribunale per i minorenni oppure, in sede di gravame, innanzi alla Sezione per i minorenni della Corte d'appello, a norma dell'art. 38 disp....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10833 del 17 ottobre 1995
«L'art. 739 c.p.c. — secondo cui, il provvedimento emesso in camera di consiglio dal tribunale, se è pronunziato in confronto di più parti, è reclamabile entro dieci giorni dalla sua notificazione — non deroga alla regola generale dettata dall'art....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 74 del 5 gennaio 1994
«Il principio secondo cui, quando — come nel procedimento per l'accertamento della paternità naturale di minori (art. 38 att. c.c.) — la pronuncia conclusiva di un procedimento camerale consiste in una sentenza, l'impugnativa di questa non è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9695 del 25 settembre 1990
«Con riguardo al decreto reso al tribunale in esito al procedimento camerale per la concessione al coniuge divorziato della quota di pensione che sarebbe spettata al coniuge superstite (ex art. 9 L. n. 898 del 1970), il termine di dieci giorni per...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4267 del 16 maggio 1990
«Ai fini della proposizione del reclamo alla Corte d'appello avverso il decreto reso dal tribunale sull'ammissibilità dell'azione per la dichiarazione di paternità o maternità naturale, il termine di dieci giorni decorre, in applicazione dell'art....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4705 del 8 novembre 1989
«L'appello avverso la pronuncia di divorzio, ancorché soggetto al rito camerale (art. 4, dodicesimo comma della L. 1 dicembre 1970, n. 898, sostituito dall'art. 8 della L. 6 marzo 1987, n. 74), deve ritenersi proponibile negli ordinari termini di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4441 del 25 novembre 1976
«Il termine di dieci giorni per impugnare il provvedimento con il quale il tribunale in camera di consiglio, a norma dell'art. 9 della L. n. 898 del 1970, ha deciso sull'istanza di revisione delle disposizioni relative alla misura e alle modalità...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8547 del 28 maggio 2003
«Nel rito camerale in appello l'acquisizione dei mezzi di prova, e segnatamente dei documenti, è ammissibile sino all'udienza di discussione in camera di consiglio, sempre che sulla produzione si possa considerare instaurato un pieno e completo...»