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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 45025 del 4 dicembre 2007
«Il compimento di atti osceni in luogo pubblico o esposto al pubblico, punibile ai sensi dell'art. 527 c.p., non comporta anche la configurabilità del reato di violenza privata in danno dei soggetti che si trovino ad assistere agli stessi, senza...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 26608 del 12 luglio 2002
«Il delitto di cui all'art. 528, comma 1, c.p., pubblicazioni e spettacoli osceni, costituisce un reato di pericolo astratto, atteso che la soglia della rilevanza penale è anticipata sino a ricomprendere condotte solo astrattamente idonee ad...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3598 del 29 novembre 1995
«Non è configurabile il reato di cui all'art. 528 c.p. nell'esercizio di linee telefoniche a carattere erotico. Il colloquio e il contenuto della conversazione telefonica offerta dalla linea «144», indipendentemente dal suo contenuto, non integra...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4582 del 31 maggio 1986
«Ai fini della sussistenza del reato di esposizione al pubblico di manifesti contrari al pudore ed alla decenza, di cui all'art. 1, L. 12 dicembre 1960, n. 1591 — in relazione all'art. 528 c.p. — non vale, ad escludere l'offensività del normale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5308 del 7 giugno 1984
«In tema di spettacoli osceni, le riprese di un'opera cinematografica non possono in alcun modo costituire, prima del montaggio, l'elemento materiale del reato previsto dall'art. 528 c.p., in quanto ancora è ignoto se il regista le utilizzerà nella...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 34417 del 6 luglio 2005
«La causa di non punibilità prevista dall'articolo unico della L. 17 luglio 1975, n. 355 è inapplicabile a coloro che detengono videocassette a contenuto osceno allo scopo di farne commercio, essendo tale mezzo di comunicazione diverso dalle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2328 del 18 luglio 1992
«Il reato di rifiuto totale del servizio militare o del servizio civile sostitutivo (art. 8 comma secondo della L. 15 dicembre 1972 n. 772 e successive modificazioni), non ha carattere di irripetibilità, potendo al contrario esso configurarsi, dopo...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 135 del 10 gennaio 1998
«Integra il reato di spettacolo osceno, ai sensi dell'art. 528 c.p., lo spettacolo osceno non presentato come tale ed avvenuto senza alcuna riservatezza, venendo così a concretarsi l'offensività criminosa della condotta. Infatti la capacità...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 580 del 28 aprile 1993
«Nell'ipotesi in cui il reato di commercio di pubblicazioni oscene (nella specie videocassetta) sia estinto per amnistia, non può essere disposta la confisca, poiché degli oggetti predetti non è vietata in modo assoluto la detenzione o l'alienazione.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 18 del 13 gennaio 1992
«Il commercio di materiale osceno, purché realizzato con particolari modalità di riservatezza e di cautela nei confronti di acquirenti adulti, non integra il reato di cui all'art. 528 c.p., ove il giudice di merito accerti che in relazione alle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 14018 del 13 dicembre 1986
«La rappresentazione di pellicole cinematografiche, a contenuto intrinsecamente osceno, in speciali sale a ciò destinate (cosiddette a luce rossa) non concretizza il reato di cui all'art. 528 c.p. Infatti la società attuale parallelamente alla...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 16085 del 5 dicembre 1990
«La corruzione del minore diviene giuridicamente rilevante come reato autonomo (art. 530 c.p.) qualora il concorrente reato di violenza carnale (art. 519 c.p.) o di atti di libidine violenti (art. 521 c.p.) venga a perdere qualcuno dei suoi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10898 del 6 dicembre 1984
«Deve essere escluso l'assorbimento del delitto di atti osceni, di cui all'art. 527 c.p., da parte di quello di corruzione di minorenni, di cui all'art. 530 c.p.; non è configurabile, infatti, il necessario presupposto, costituito dal rapporto di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5480 del 29 aprile 1980
«La circostanza attenuante di cui all'art. 62 n. 5 non è applicabile al delitto di corruzione di minorenni perché il consenso dell'offeso è elemento costitutivo del reato.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 222 del 22 febbraio 1971
«La norma dell'art. 540 c.p. non può essere applicata per la ricerca degli elementi qualificanti un rapporto di filiazione illegittima, ai fini dell'accertamento di un presupposto del reato, ma può essere utilizzata solamente ai fini...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 43139 del 7 ottobre 2003
«Ai fini della perseguibilità senza querela dei delitti di violenza sessuale, la connessione con un reato procedibile d'ufficio cui si riferiva l'art. 542 c.p. — e si riferisce oggi l'art. 609 septies dello stesso codice — non si connota in senso...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 16060 del 20 aprile 2001
«Ai fini della perseguibilità d'ufficio dei delitti contro la libertà sessuale, la connessione richiesta dall'art. 542 c.p., ed ora dall'art. 609 septies, comma terzo, c.p., fra due o più fatti costituenti reato si produce in ogni caso in cui...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7138 del 15 giugno 1998
«Ai fini della perseguibilità d'ufficio dei delitti contro la libertà sessuale, la connessione richiesta dall'art. 542 c.p., ed ora dall'art. 609 septies, comma terzo, c.p., fra i due o più fatti costituenti reato non si identifica con l'istituto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12468 del 20 dicembre 1995
«Ai fini della perseguibilità d'ufficio dei delitti contro la libertà sessuale, la connessione richiesta dall'art. 542 c.p. fra i due o più fatti costituenti reato non può identificarsi con l'istituto processuale della connessione, essendo...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 29543 del 22 luglio 2011
«Il reato di uccisione di animali può essere integrato anche da una condotta omissiva. (Nella specie il soggetto agente, dopo avere accidentalmente investito un gatto all'interno della sua proprietà, aveva impedito, senza necessità e...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 44822 del 30 novembre 2007
«In materia di delitti contro il sentimento per gli animali, la fattispecie di maltrattamento di animali (art. 544 ter c.p.) configura un reato a dolo specifico nel caso in cui la condotta lesiva dell'integrità e della vita dell'animale è tenuta...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 38034 del 17 settembre 2013
«L'utilizzo di collare elettronico, che produce scosse o altri impulsi elettrici trasmessi al cane tramite comando a distanza, integra il reato di cui all'art. 727 cod. pen., concretizzando una forma di addestramento fondata esclusivamente su uno...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 32837 del 29 luglio 2013
«Nel reato di maltrattamento di animali, il requisito della crudeltà o della assenza di necessità non è richiesto qualora la condotta determini una conseguenza diversa dalle lesioni, quale la sottoposizione dell'animale a comportamenti, a fatiche o...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5979 del 7 febbraio 2013
«In tema di maltrattamento di animali, i "comportamenti insopportabili" imposti all'animale idonei ad integrare il reato sono quelli incompatibili con il comportamento proprio della specie di riferimento dello stesso così come ricostruito dalle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 15061 del 13 aprile 2007
«L'abuso nell'uso del collare coercitivo di tipo elettrico «antiabbaio» integra il reato di maltrattamento di animali, di cui all'art. 544 ter c.p., atteso che ogni comportamento produttivo nell'animale di sofferenze che non trovino adeguata...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 46784 del 21 dicembre 2005
«Ai fini della configurabilità del reato di maltrattamento di animali, di cui all'art. 544 ter c.p., non assumono effetto esimente le disposizioni di cui alla L. 11 febbraio 1992 n. 157 di disciplina della caccia, atteso che tale L. non esaurisce...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 21744 del 9 giugno 2005
«La detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura è produttiva di gravi sofferenze, prevista come reato dal nuovo testo dell'art. 727 c.p., diversamente dall'ipotesi di incrudelimento, può essere integrata anche con una...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23249 del 27 maggio 2003
«Il reato di bigamia ha natura permanente. La permanenza si protrae per tutta la durata della coesistenza dei due matrimoni e cessa allorché, indipendentemente dalla causa estintiva costituita dalla dichiarazione di nullità del primo matrimonio o...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3579 del 3 aprile 1982
«L'erronea opinione dell'imputato di bigamia di essere libero di contrarre nuovo matrimonio, avendo ottenuto il divorzio all'estero, non costituisce errore su legge diversa da quella penale, ai sensi dell'art. 47 comma terzo c.p. bensì errore sulla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1706 del 16 luglio 1969
«Il delitto di bigamia consiste nel contrarre, in costanza di matrimonio produttivo di effetti giuridici, un altro matrimonio avente anche esso effetti civili. Il reato può essere escluso soltanto dalla giuridica inesistenza o del matrimonio...»