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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 40774 del 12 ottobre 2015
«Quando si procede per il reato di omesso versamento dell'Iva, la non punibilità per particolare tenuità del fatto è applicabile solo se l'ammontare dell'imposta non corrisposta è di pochissimo superiore a quello fissato dalla soglia di punibilità,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39337 del 29 settembre 2015
«Integra il reato di rivelazione di segreti di ufficio la divulgazione, da parte di un ufficiale di polizia giudiziaria, del contenuto di una informativa di reato e delle indagini eseguite, essendo irrilevante che gli atti o i fatti segreti siano...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 37875 del 18 settembre 2015
«In tema di reati concernenti gli alimenti, il concetto di "non particolare gravità" che esclude l'applicazione delle pene accessorie previste dall'articolo 12-bis della legge n. 283 del 1962, non coincide con quello di "particolare tenuità" di cui...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 33821 del 31 luglio 2015
«Ai fini della rilevabilità della causa di esclusione della punibilità per particolari tenuità del fatto nel giudizio di legittimità, costituiscono elementi significativi sia le specifiche valutazioni espresse in sentenza dal giudice di merito...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 27959 del 26 giugno 2013
«L'irrogazione della pena in una misura prossima al massimo edittale rende necessaria una specifica e dettagliata motivazione in ordine alla quantità di pena irrogata, non essendo sufficienti a dare conto dell'impiego dei criteri di cui all'art....»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 978 del 5 febbraio 1997
«La determinazione della pena non va rapportata, in relazione al criterio indicato nell'art. 133 c.p., alla quantità del contributo causale della condotta dell'imputato nella produzione dell'evento, bensì al grado della colpa. Infatti, l'entità...»
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Cassazione penale, Sez. II, ordinanza n. 2692 del 15 luglio 1994
«Quando è remoto nel tempo il fatto delittuoso per il quale viene disposta la misura de libertate, la motivazione del provvedimento cautelare dev'essere svolta anche con riferimento ai criteri di cui all'art. 133 c.p., valutando la condotta tenuta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9116 del 4 agosto 1998
«La riabilitazione estingue le pene accessorie e ogni altro effetto penale della condanna ma non preclude la valutazione dei precedenti penali e giudiziari del riabilitato, e, in genere, della sua condotta e della sua vita, antecedenti al reato,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2439 del 4 luglio 1996
«In tema di esigenze cautelari per l'adozione di misure coercitive personali, la prognosi idonea a fondare il giudizio di probabile reiterazione della condotta criminosa risulta correttamente formulata quando il giudice abbia dato rilievo sia alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11355 del 10 novembre 1994
«Ai sensi del comma 2 dell'art. 133 c.p. i precedenti penali e giudiziari del reo rilevano ai fini della determinazione della capacità a delinquere del colpevole e possono essere presi in considerazione per la commisurazione della pena, nel senso...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6790 del 10 maggio 1990
«Per condotta successiva al reato, rilevante ai fini dell'art. 133 c.p., va considerato qualcosa di ulteriore e diverso rispetto alla mera cessazione della continuazione, che può essere dipesa anche da cause diverse dalla ridotta pericolosità del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10276 del 12 luglio 1989
«Nel determinare l'entità della pena si deve tener conto della capacità a delinquere del colpevole, desunta dai precedenti penali e giudiziari, e della condotta del reo antecedente, contemporanea e susseguente al reato. Pertanto, qualunque sentenza...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 40026 del 28 ottobre 2008
«Nel caso di reato permanente la cui condotta si sia interrotta e, successivamente, sia ripresa, la prescrizione inizia a decorrere dal momento di cessazione finale della condotta.»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 34505 del 1 settembre 2008
«In caso di reato continuato, qualora debba farsi applicazione della disciplina più favorevole dettata, per la prescrizione del reato, dall'art. 158 c.p., come modificato dalla L. 5 dicembre 2005 n. 251, il termine iniziale della prescrizione non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14589 del 27 aprile 2006
«In tema di reato associativo, la declaratoria di improcedibilità dell'azione penale in relazione ad una parte del periodo di adesione al vincolo associativo interrompe la permanenza del reato per il periodo corrispondente, precludendo la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 24527 del 1 luglio 2005
«Con riferimento al reato continuato, l'inizio del termine di prescrizione coincide con l'esaurimento della condotta, come previsto dall'art. 158 c.p. anche nell'ipotesi in cui il vincolo della continuazione non sia stato formalmente contestato, ma...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6840 del 18 febbraio 2004
«Qualora, con riferimento ad un reato permanente, nel capo di imputazione risulti indicata soltanto la data della denuncia e non anche quella di cessazione della condotta illecita, deve ritenersi che la consumazione del reato si sia protratta sino...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2843 del 27 gennaio 2004
«Il termine di prescrizione, nel caso di reato permanente la cui condotta costitutiva non risulti cessata in precedenza, decorre dalla data della sentenza di condanna in primo grado. (Fattispecie in tema di violazione degli obblighi di assistenza...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7878 del 18 giugno 1999
«In tema di prescrizione dei reati, l'articolo 158, primo comma, c.p. ricollega l'inizio del decorso della prescrizione alla cessazione della continuazione e della permanenza, da un canto considerato il reato continuato come un'unità reale, non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8830 del 15 giugno 1990
«L'oblazione introdotta dall'art. 162 bis c.p. è subordinata all'inesistenza di elementi ostativi, tra cui la qualità di recidivi reiterati, contravventori abituali, delinquenti o contravventori professionali. In tal caso e cioè quando ricorra...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 39860 del 23 aprile 2014
«Ai fini della integrazione del reato di cui all'art. 726 cod. pen. non è sufficiente che l'agente indossi un abbigliamento trasgressivo e spinto per arrecare offesa alla pubblica decenza, occorrendo invece che lo stesso accompagni all'uso di tali...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11176 del 17 marzo 2015
«La contravvenzione prevista dall'art. 679 cod.pen. si distingue da quella di cui all'art. 678 cod.pen., perché, mentre quest'ultima è diretta a salvaguardare la pubblica incolumità in relazione ai pericoli che possono derivare dalla fabbricazione,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 739 del 21 gennaio 1998
«Ai fini della sussistenza della contravvenzione di cui all'art. 674 c.p. — getto pericoloso di cose (nel caso di specie, emissioni di vapori) — non si richiede un effettivo nocumento alle persone, in dipendenza della condotta contestata, essendo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9458 del 16 settembre 1986
«La contravvenzione, di cui all'art. 674 c.p., ha ad oggetto la polizia di sicurezza, in quanto concerne l'interesse di prevenire pericoli più o meno gravi alle persone, dipendenti del getto o versamento di cose atte ad offendere, imbrattare o...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 37495 del 17 ottobre 2011
«Il reato previsto dall'art. 674 c.p. non prevede due distinte ed autonome ipotesi di reato ma un reato unico, in quanto la condotta consistente nel provocare emissioni di gas, vapori o fumo rappresenta una "species" del più ampio "genus"...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 971 del 13 gennaio 2015
«Ai fini della configurabilità del reato di getto pericoloso di cose non si richiede che la condotta contestata abbia cagionato un effettivo nocumento, essendo sufficiente che essa sia idonea ad offendere, imbrattare o molestare le persone, nè tale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 44362 del 29 novembre 2007
«Integra il reato di getto pericoloso di cose (art. 674 c.p.) il versamento incontrollato di una notevole quantità di acqua piovana da un edificio privo di grondaia, recante molestia e disturbo al proprietario del fondo limitrofo, non dipendente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 32063 del 31 luglio 2008
«Il reato di getto pericoloso di cose è configurabile anche in presenza di una condotta omissiva che può essere integrata dalla omessa custodia di animali qualora sia derivato il versamento di deiezioni animali atte ad offendere, imbrattare o...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6419 del 11 febbraio 2008
«In tema di getto pericoloso di cose, poiché è configurabile il concorso formale tra il reato di cui all'art. 674 c.p. e le norme speciali in materia ambientale, non sussiste rapporto di specialità tra la predetta fattispecie penale e la norma di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35885 del 26 ottobre 2006
«Il reato di cui all'art. 674 c.p. - getto pericoloso di cose - è configurabile anche nel caso in cui la condotta abbia come oggetto diretto le cose e indiretto le persone.»