-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7074 del 17 luglio 1996
«È possibile il concorso tra i reati di cui agli artt. 515 c.p. e 5 legge 30 aprile 1962, n. 283, poiché le due norme hanno diversa obiettività giuridica. (Fattispecie relativa a ritenuto concorso tra il reato di frode nell'esercizio del commercio...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6289 del 22 maggio 1976
«La frode in commercio, concretandosi nella consegna di cosa diversa da quella dichiarata o pattuita, presuppone un vinculum iuris liberamente costituitosi, cioè un negozio giuridico concluso tra le parti senza concorso di artifici o raggiri;...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6195 del 20 maggio 1976
«Poiché la sostituzione dello zucchero con la saccarina altera la genuinità del prodotto, privandolo di uno degli elementi nutritivi più caratteristici ed importanti, la messa in vendita o la consegna di bevande edulcorate con saccarina, invece che...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5353 del 23 aprile 1980
«Vietando e sanzionando l'attività di chi pone in vendita o mette altrimenti in commercio come genuine sostanze alimentari non genuine, il legislatore ha voluto reprimere ogni operazione che sia comunque diretta allo scambio ed allo smercio di cibi...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9643 del 21 marzo 2006
«Configura il reato di cui all'art. 516 c.p., vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, la vendita di un alimento prodotto senza il rispetto di tutte le modalità di produzione prescritte dal disciplinare, come nel caso di violazione...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 38671 del 1 ottobre 2004
«Configura il reato di cui all'art. 516 c.p., vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, la vendita come carne fresca di puro suino contenente anche carne bovina, atteso che per sostanza alimentare non genuina deve intendersi anche...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 181 del 29 gennaio 1974
«La produzione e la vendita di pane contenente umidità superiore al limite massimo consentito integra il reato di cui all'art. 516 cod. pen. (vendita di sostanze alimentari non genuine). Infatti, si ha la non genuinità del prodotto anche quando,...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 976 del 20 gennaio 2004
«In tema di reati alimentari, la detenzione a scopo di vendita di sostanze alimentari «comunque nocive» costituisce un reato di pericolo che deve essere però concreto ed attuale, sicché perché una sostanza alimentare possa qualificarsi nociva, non...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8662 del 25 luglio 1998
«Il delitto di cui all'art. 516 c.p. si consuma nel momento in cui la sostanza è messa in vendita o altrimenti in commercio, senza che sia richiesta la vendita effettiva. Tale commercializzazione coincide con il momento in cui la merce esce dalla...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6852 del 6 luglio 1996
«Poiché l'art. 516 c.p. contempla e punisce la semplice messa in commercio di sostanze alimentari adulterate, mutate nelle loro componenti naturali ed artificiosamente modificate o alterate nella loro essenza primaria ovvero commiste a sostanze...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 19625 del 28 aprile 2003
«Il delitto di cui all'art. 516 c.p., vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, rappresenta una forma di tutela avanzata rispetto al reato di frode in commercio di cui all'art. 515 c.p., in quanto relativo ad una fase preliminare ed...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8292 del 9 marzo 2006
«Il delitto di cui all'art. 516 c.p., vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, copre l'area della semplice immissione sul mercato ed è sussidiario rispetto a quello di cui all'art. 515 c.p., frode in commercio, atteso che...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7843 del 3 luglio 1998
«Il delitto di vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, di cui all'art. 516 c.p., rappresenta una forma di tutela avanzata rispetto al reato di frode in commercio, di cui all'art. 515 c.p., in quanto relativo ad una fase preliminare...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11258 del 10 novembre 1994
«Nell'ipotesi di esposizione per la vendita di salsicce confezionate con carne mista, mentre il cartellino indicava la composizione con carne di solo suino, non è configurabile il delitto tentato di frode in commercio, di cui agli artt. 56 e 515...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9077 del 12 ottobre 1985
«Il reato contravvenzionale, di cui all'art. 5, lett. a) della L. n. 283 del 1962, è assorbito in quello delittuoso di cui all'art. 516 c.p., sul presupposto che le operazioni di messa in commercio delle sostanze alimentari non genuine siano...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1850 del 23 febbraio 1985
«Non è ipotizzabile il concorso formale tra il reato di cui all'art. 516 c.p., che punisce la vendita di cose non genuine come genuine, e la contravvenzione relativa alla preparazione e vendita di sostanze adulterate, di cui all'art. 5, L. 30...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2003 del 15 gennaio 2008
«In tema di vendita di prodotti industriali con segni mendaci, deve escludersi la natura di reato di pericolo del delitto di cui all'art. 517 c.p., in quanto il bene tutelato non è l'interesse dei consumatori o quello degli altri produttori, ma è...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9584 del 5 luglio 1989
«L'oggetto giuridico del reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci, di cui all'art. 517 c.p., non consiste nella tutela del marchio, bensì in quella dell'ordine economico, che deve essere garantito contro gli inganni tesi ai...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2499 del 11 dicembre 1969
«Il delitto di cui all'art. 517 c.p. è un reato di pericolo, nel quale l'obiettività giuridica è data dalla tutela dell'ordine economico, che deve essere garantito dagli inganni tesi ai compratori mediante l'uso di nomi, marchi e segni distintivi,...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 39093 del 23 settembre 2013
«Integra il reato previsto dall'art. 517 cod. pen. la vendita di oggetti realizzati con materie prime italiane, ma completamente rifiniti all'estero e corredati dalla dicitura "Made in Italy" per la potenzialità ingannatoria dell'indicazione sul...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 28905 del 8 luglio 2013
«Il reato di cui all'art. 517 c.p. è integrato dalla somiglianza del segno distintivo tale da creare confusione nel consumatore mediamente diligente sulla provenienza del prodotto, non essendo necessaria né la registrazione o il riconoscimento del...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2975 del 24 gennaio 2012
«Non è configurabile il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.), qualora la vendita abbia per oggetto magliette aventi scritte uguali a quelle apposte sui propri prodotti da una società, in quanto ai fini...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 28740 del 19 luglio 2011
«Integra il reato previsto dall'art. 517 c.p., in relazione all'art. 4, comma 49, della L. 24 dicembre 2003, n. 350, la commercializzazione di prodotti agroalimentari con marchio "d.o.p." (denominazione di origine protetta) non corrispondente al...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6254 del 21 febbraio 2011
«Il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci è configurabile anche con riferimento a prodotti qualificabili come "oggetti di design". (La Corte ha precisato che sono "oggetti di design" quelli che si connotano per il profilo...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8734 del 4 marzo 2010
«Il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci non è configurabile nel caso di merce in transito nel territorio nazionale, non destinata all'immissione in consumo o alla libera pratica in Italia. (Nella specie, l'impugnato sequestro...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 27986 del 9 luglio 2008
«La riproduzione di una figura o di un personaggio di fantasia che costituisce esso stesso marchio o segno distintivo del prodotto (c.d. marchio figurativo) impone, ai fini della configurabilità del reato di vendita di prodotti industriali con...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8684 del 1 marzo 2007
«In tema di vendita di prodotti industriali con segni mendaci, di cui agli artt. 517 c.p. e 4, comma 49, L. 24 dicembre 2003 n. 350 (mod. dal D.L. 14 marzo 2005 n. 35, conv. in L. 14 maggio 2005 n. 80), con l'espressione origine e provenienza del...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23514 del 6 luglio 2006
«In tema di vendita di prodotti industriali con segni mendaci, l'espressione «mette altrimenti in circolazione» comporta la configurabilità del reato di cui all'art. 517 c.p. a seguito di qualsiasi attività con la quale si miri a fare uscire a...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 21797 del 22 giugno 2006
«Non integra il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci (artt. 517 c.p. e 4, comma quarantanovesimo, legge 24 dicembre 2003 n. 350) la messa in vendita di occhiali da sole recanti la dicitura “conceived by” accompagnata dalla...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2648 del 20 gennaio 2006
«Integra il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci la commercializzazione di beni del settore abbigliamento con la dicitura «Italy», che pur essendo prodotti da una ditta italiana su disegno e tessuto italiano siano confezionati...»