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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16110 del 9 luglio 2009
«La costituzione in mora del conduttore - necessaria (art. 1219 c.c.) per gli obblighi risarcitori previsti dall'art. 1591 c.c. - si determina, sia nel caso di risoluzione giudiziale del contratto (art. 1458, primo comma c.c.), sia nel caso di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17844 del 22 agosto 2007
«In caso di risoluzione del contratto di locazione per impossibilità sopravvenuta (nella specie a seguito dei danni causati da evento sismico e della conseguente emanazione di ordinanze sindacali di sgombero e di inagibilità relative agli immobili...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10560 del 19 luglio 2002
«Il canone dovuto dal conduttore inadempiente per il periodo di ritardata restituzione dell'immobile locato, ai sensi dell'art. 1591 c.c., deve essere rapportato, in regime di equo canone, a quello fissato in modo cogente dalla legge, e quindi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15301 del 29 novembre 2000
«La disposizione sancita dall'art. 1591 c.c. (danni per ritardata restituzione) costituisce espressione di un principio applicabile a tutti i tipi di contratto con i quali viene concessa l'utilizzazione dei bene dietro corrispettivo, per l'ipotesi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1150 del 20 gennaio 2005
«Nel contratto in favore di terzi, che può essere costituito da un contratto di albergo, purché lo stipulante vi abbia un interesse, che può essere economico, istituzionale o anche morale, lo stipulante rimane parte contrattuale, mentre il terzo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9549 del 22 aprile 2010
«La responsabilità del conduttore per i danni cagionati dalla ritardata restituzione dell'immobile (art. 1591 c.c.) è di natura contrattuale, con la conseguenza che, ai fini dell'accertamento della stessa, il locatore è tenuto anzitutto a fornire...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2573 del 12 aprile 1983
«Nel contratto d'appalto il committente può rifiutare l'adempimento parziale (art. 1181 c.c.) oppure accettarlo, secondo la propria convenienza, sicché, quand'anche la parziale o inesatta esecuzione del contratto sia tale da giustificarne la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7546 del 23 maggio 2002
«Deve ritenersi nuova la domanda introdotta nel corso del giudizio di primo grado diretta ad ottenere la condanna di parte convenuta ai sensi dell'art. 1591 c.c. al risarcimento dei maggiori danni, rispetto ai canoni dovuti, per la mancata...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4484 del 25 febbraio 2009
«Il conduttore rimasto nella detenzione dell'immobile dopo la cessazione del contratto (nella specie, accertata giudizialmente) è tenuto al pagamento, da tale momento, dell'indennità di occupazione ai sensi dell'art. 1591 cod. civ., e non già del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8889 del 18 aprile 2011
«In tema di appalto, il risarcimento del danno che si aggiunge alla risoluzione del contratto ai sensi dell'art. 1453, primo comma, e 1668 c.c., non può avere natura di reintegrazione in forma specifica; nel senso che non può essere richiesto il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24948 del 29 novembre 2007
«In tema di appalto, il committente che, per difetti dell'opera, abbia esperito azione di risoluzione del contratto per inadempimento dell'appaltatore, può successivamente, sia in primo grado che in appello, modificare la domanda in quella di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9295 del 20 aprile 2006
«In materia di appalto, la disciplina dettata dell'art. 1668 in tema di difetti dell'opera, in deroga a quella stabilita in via generale in tema di inadempimento del contratto, concede al committente la possibilità di domandare la risoluzione del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 886 del 25 gennaio 2002
«In tema di contratto d'appalto, l'indagine circa l'esistenza di difformità o vizi dell'opera tali da renderla del tutto inadatta alla sua destinazione — ciò che, solo, legittima il committente a richiedere la risoluzione del contratto — va fatta...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1475 del 22 febbraio 1999
«In tema di appalto non è applicabile il principio stabilito per la vendita dal secondo comma dell'art. 1492 c.c. dell'irrevocabilità della scelta operata mediante domanda giudiziale, tra la risoluzione del contratto e la riduzione del prezzo, con...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3454 del 12 aprile 1996
«Anche in presenza dei presupposti per domandare la risoluzione del contratto di appalto, il committente può limitarsi a chiedere l'eliminazione, a spese dell'appaltatore, delle difformità o dei vizi da cui l'opera risulta affetta, pure se tale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4921 del 27 aprile 1993
«In materia di appalto, le domande di risoluzione del contratto e quelle di riduzione del prezzo o di eliminazione dei vizi non sono reciprocamente incompatibili, onde ne è ammissibile la cumulativa proposizione in un unico giudizio, poiché l'...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9613 del 20 settembre 1990
«Ai fini della risoluzione del contratto di appalto per i vizi dell'opera si richiede un inadempimento più grave di quello richiesto per la risoluzione della compravendita per i vizi della cosa, atteso che, mentre per l'art. 1668 secondo comma c.c....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15621 del 7 novembre 2002
«In tema di locazione di immobili urbani, la dichiarazione di incostituzionalità in parte qua dell'art. 6 della legge n. 431 del 1998, — che, interpretando autenticamente la norma di cui all'art.l bis della legge n. 61 del 1989 (a mente della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 936 del 20 gennaio 2010
«In tema di inadempimento del contratto di appalto, le disposizioni speciali dettate dal legislatore attengono essenzialmente alla particolare disciplina della garanzia per le difformità ed i vizi dell'opera, assoggettata ai ristretti termini...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3302 del 15 febbraio 2006
«Nel caso in cui l'appaltatore non abbia portato a termine l'esecuzione dell'opera commissionata, restando inadempiente all'obbligazione assunta con il contratto, la disciplina applicabile nei suoi confronti è quella generale in materia di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7364 del 9 agosto 1996
«Le disposizioni speciali in tema di inadempimento del contratto di appalto (artt. 1667, 1668, 1669 c.c.) integrano, ma non escludono, l'applicazione dei principi generali in materia di inadempimento contrattuale che sono applicabili quando non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10390 del 30 luglio 2001
«In tema di locazione d'immobili adibiti ad uso di locazione, l'art. 1 bis della legge n. 61 del 1989 (la cui disposizione, nel convertire con modifiche il D.L. n. 551 del 1988, ha disposto che, per i comuni ad alta tensione abitativa,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9698 del 28 settembre 1998
«In tema di locazione abitativa, il conduttore in ritardo nella riconsegna dell'immobile è tenuto a norma dell'art. 1591 c.c. dalla data di cessazione legale del contratto, oltre al pagamento del corrispettivo convenuto, anche al risarcimento del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13245 del 31 maggio 2010
«In tema di locazione ad uso non abitativo, non altera di per sé l'equilibrio contrattuale, in modo da configurare una elusione dell'art. 79 della legge 27 luglio 1978, n. 392, la previsione pattizia che pone a carico del conduttore, quali...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7627 del 24 maggio 2002
«Poiché la mancanza di una giusta causa dell'attribuzione patrimoniale, ai fini dell'indennizzo per ingiusto arricchimento ai sensi dell'art. 2041 c.c., non si identifica con il danno soggettivamente ingiusto sofferto dalla parte «depauperata», ma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6871 del 17 novembre 1983
«L'art. 1593 c.c. — nel disciplinare le addizioni eseguite dal conduttore sulla cosa locata — non enuncia una facoltà di costui, ma regola soltanto le conseguenze della sua iniziativa — consentita o meno — prescindendo dalla sua legittimità e dalla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1891 del 19 giugno 1971
«L'art. 939 c.c. regola, in via generale, soltanto l'unione e la commistione fra cose appartenenti a diversi proprietari verificatesi in assenza di precedenti rapporti giuridici fra i medesimi. L'ipotesi di addizioni eseguite dal conduttore...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16111 del 8 luglio 2010
«La violazione del divieto di sublocazione dell'immobile, pur costituendo inadempimento, non è di per sé sufficiente a giustificare la risoluzione del contratto di locazione, ove non rivesta il carattere di gravità richiesto dall'art. 1455 c.c., da...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14454 del 22 giugno 2006
«La mancata comunicazione della cessione del contratto, nel caso di immobile destinato ad uso diverso da quello abitativo, rende solo inopponibile l'avvenuta cessione al locatore, il quale, peraltro, non può considerare di per sé inadempiente il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 861 del 11 febbraio 1989
«Mentre nell'ipotesi di sublocazione si ha la nascita di un ulteriore rapporto, la cui sorte dipende da quello principale che permane, nel caso di cessione del contratto di locazione, per il cui perfezionamento è necessaria la partecipazione di...»