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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4964 del 8 febbraio 2010
«Il delitto di promozione, direzione od organizzazione di un'associazione di tipo mafioso aggravato ai sensi dell'art. 416-bis, comma quarto, c.p. (associazione armata), appartiene alla competenza della Corte d'Assise e non a quella del Tribunale,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5400 del 8 maggio 2000
«A seguito della modifica dell'art. 5 c.p.p., apportata con il D.L. 22 febbraio 1999, n. 29, convertito in legge 21 aprile 1999, n. 109, i delitti di rapina aggravata appartengono alla competenza del tribunale, e quindi della corte d'appello in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3407 del 18 marzo 1994
«In materia di reati concernenti carte di credito e documenti ad esse assimilati, quali attualmente previsti dall'art. 12 del D.L. 3 maggio 1991, n. 143, convertito con modificazione in L. 5 luglio 1991, n. 197, la competenza a conoscere del fatto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9986 del 8 novembre 1993
«In materia di reati dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione, l'art. 19 della L. 26 aprile 1990 n. 86, integrando l'art. 6 c.p.p., attribuisce al tribunale la competenza di delitti previsti dal capo I del titolo II del libro II...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 128 del 11 marzo 1994
«I fatti previsti dall'art. 73, n. 5, L. 22 dicembre 1975, n. 685, nel testo sostituito dall'art. 14, L. 26 giugno 1990, n. 162, non costituiscono ipotesi autonome di reato ma elementi aventi carattere di circostanze attenuanti oggettive ad effetto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2125 del 25 giugno 1993
«Il mancato adempimento delle obbligazioni civili nascenti dal reato non è ostativo alla concessione della riabilitazione quando derivi dall'impossibilità di prestare le dette obbligazioni, ossia quando il condannato dimostri di non essere in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 912 del 6 aprile 1993
«Poiché il reato permanente costituisce un'entità giuridicamente unitaria che non può essere scissa, esso, se attribuito a persona che all'epoca di inizio dell'attività criminosa era minore d'età, rientra per intero nella competenza per materia del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4147 del 20 febbraio 1992
«La competenza per materia, determinata in base al fatto contestato in relazione al momento della commissione dello stesso, per il principio generale del tempus regit actum, applicabile alle norme processuali, resta radicata presso il giudice della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21063 del 26 maggio 2011
«La competenza per tutte le ipotesi di reato contenute nell'art. 416-bis c.p., a prescindere dalla pena edittale prevista in riferimento alla violazione contestata, appartiene al Tribunale anche con riguardo ai procedimenti avviati precedentemente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6458 del 10 febbraio 2003
«Il tribunale del riesame può pronunciarsi sulla propria competenza — in sede di giudizio de libertate — solo entro i limiti dei fatti sottoposti alla sua valutazione e, pertanto, non può accertare la connessione con altri reati sottoposti alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10373 del 12 marzo 2002
«...competente al momento in cui è stata formulata la richiesta di rinvio a giudizio, non rilevando che una legge successiva ne abbia modificato la competenza (nella specie istituendo il nuovo ufficio giudiziario del Tribunale di Torre Annunziata).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2296 del 18 settembre 1997
«È inammissibile l'impugnazione del provvedimento del tribunale della libertà nella parte in cui conferma la dichiarazione di incompetenza territoriale del Gip, così come in nessun caso sono impugnabili i provvedimenti negativi di competenza, in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6095 del 31 gennaio 1996
«...la circostanza che, essendo intervenuta siffatta dichiarazione, il processo sia stato rinviato a nuovo ruolo non vale ad escludere la perpetuatio jurisdictionis . (Fattispecie relativa alla legge istitutiva del Tribunale di Nocera Inferiore).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3089 del 8 marzo 1999
«In tema di associazione per delinquere di tipo mafioso, relativmente alla individuazione del giudice territorialmente competente a giudicare del reato associativo, data la natura permanente del delitto occorre fare riferimento al luogo in cui ha...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6648 del 2 febbraio 1996
«Ai fini della individuazione del luogo di consumazione del reato associativo, determinante la competenza per territorio del tribunale, e, più esattamente, del luogo in cui ha avuto inizio la consumazione — trattandosi di reato permanente — pur in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 993 del 31 marzo 1992
«Il reato di allontanamento illecito previsto dal secondo comma dell'art. 147 c.p.m.p. ha natura di reato permanente, la cui consumazione inizia con la mancata presentazione del militare al corpo di appartenenza. Conseguentemente la competenza per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 41333 del 30 ottobre 2003
«Il difensore d'ufficio del latitante, rappresentando quest'ultimo ad ogni effetto di legge, ai sensi dell'art. 165, comma terzo, c.p.p., ed essendo abilitato, in base al disposto di cui all'art. 99, comma 1, stesso codice, ad esercitare in sua...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3481 del 20 giugno 2000
«La disciplina dettata dall'art. 11 c.p.p. in materia di competenza per i procedimenti riguardanti magistrati trova applicazione anche con riguardo ai componenti privati chiamati a far parte, ai sensi dell'art. 2 del R.D.L. 20 luglio 1934 n. 1404,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3516 del 20 giugno 1996
«L'attribuzione delle funzioni della pubblica accusa alla Procura distrettuale antimafia, e, conseguentemente, di quelle di Gip ad un magistrato del tribunale del capoluogo di distretto, ex art. 328, comma 2, c.p.p., non è necessariamente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5363 del 1 dicembre 1995
«La connessione configurabile, ai sensi dell'art. 12, lettera c), c.p.p., fra un reato di tentato omicidio, per il quale si proceda a carico di ignoti, e quello di favoreggiamento personale, per il quale si proceda a carico di soggetto noto, cui si...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 19831 del 9 giugno 2006
«L'attribuzione delle funzioni inquirenti per taluni reati all'ufficio del P.M. presso il tribunale del capoluogo del distretto (tra cui il delitto di associazione per delinquere di tipo mafioso), nel cui ambito ha sede il giudice competente,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1940 del 7 luglio 1993
«L'art. 51 comma terzo bis c.p.p. che prevede una deroga assoluta ed esclusiva alle regole sulla competenza per territorio, limitata ai reati in esso contemplati, è entrato a far parte del sistema normativo sulla competenza in generale, con la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 48357 del 15 dicembre 2004
«Allorché nei confronti della stessa persona siano emesse più ordinanze che dispongono la medesima misura cautelare per fatti diversi, i termini di durata delle misure disposte con le ordinanze successive alla prima sono retrodatati al momento di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1399 del 4 febbraio 2000
«La norma di cui all'art. 13, secondo comma, c.p.p., che prevede, in caso di concorso tra reato comune e reato militare, la giurisdizione unica dell'autorità giudiziaria ordinaria allorché il primo sia più grave del secondo, non trova applicazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6780 del 23 gennaio 1998
«In materia di giurisdizione non opera il principio, valido invece riguardo alla competenza, secondo cui la connessione può produrre effetti soltanto a condizione che i procedimenti connessi si trovino nella stessa fase. (Nella specie, in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 48516 del 18 dicembre 2003
«È competente il tribunale ordinario a conoscere del delitto di associazione per delinquere, di cui debba rispondere, tra gli altri, anche un associato che era minorenne all'epoca in cui il sodalizio criminoso iniziava ad operare, in quanto la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4787 del 3 febbraio 1994
«A norma dell'art. 305, secondo comma, c.p.p., il provvedimento con il quale sono prorogati i termini di durata della custodia cautelare può essere ritualmente emesso dal giudice per le indagini preliminari dopo aver sentito le parti. Ciò...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1911 del 21 maggio 1992
«Non è qualificabile come abnorme, e non è quindi suscettibile, come tale, di dar luogo a ricorso per cassazione (attesa l'assenza di altri possibili mezzi di gravame), il provvedimento con il quale il presidente del tribunale, ai sensi dell'art. 2...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 40824 del 31 ottobre 2008
«In tema di riunione di processi, la regola per la quale il tribunale in composizione collegiale, pur dopo che sia disposta la separazione, conosce anche dei processi del tribunale in composizione monocratica vale esclusivamente per il caso in cui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3259 del 8 luglio 1995
«La c.d. «connessione interprobatoria», se può giustificare, nella fase propriamente processuale, ai sensi dell'art. 17, lett. d), c.p.p., la riunione dei processi, non può però avere effetto alcuno sulla competenza, non rientrando fra le ipotesi...»