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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8692 del 6 marzo 2002
«La parte civile non è legittimata a proporre impugnazione anche agli effetti penali nei confronti del direttore responsabile, nel caso in cui questi sia imputato di diffamazione a mezzo stampa non a titolo di concorso in tale delitto, ma ai sensi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 24925 del 12 giugno 2014
«L'inasprimento della pena dell'ergastolo con l'isolamento diurno presuppone che la pena inflitta per il delitto concorrente sia superiore a cinque anni di reclusione, da intendersi con riferimento alla pena applicata in concreto.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13658 del 27 marzo 2009
«Il divieto di prevalenza, nel giudizio di comparazione, delle circostanze attenuanti nel caso di recidiva reiterata di cui all'art. 99, comma quarto, c.p., opera soltanto se il giudice in concreto ritenga di disporre l'aumento di pena per la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 18302 del 11 maggio 2007
«Il divieto di prevalenza delle circostanze attenuanti sulla recidiva reiterata trova applicazione, unitamente alle altre regole sul giudizio di comparazione, pur quando il giudice ritenga, dopo aver accertato la sussistenza della contestata...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 46243 del 11 dicembre 2007
«Il divieto di prevalenza, nel giudizio di comparazione, delle circostanze attenuanti nel caso di recidiva reiterata di cui all'art. 99, comma quarto, c.p. opera soltanto se il giudice in concreto ritenga di disporre l'aumento di pena per la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8346 del 10 ottobre 1984
«Ai fini di un corretto accertamento della recidiva è necessario che il giudice soffermi il suo esame sul rapporto esistente tra la precedente condanna e quella che va ad infliggere, onde stabilire se la precedente condanna criminosa esprima una...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 22619 del 29 maggio 2009
«La recidiva reiterata ha natura di circostanza aggravante a effetto speciale rilevante ai fini del tempo necessario alla prescrizione con conseguente allungamento dei termini prescrizionali; ciò, peraltro, non determina la violazione dell'art. 3...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 38625 del 3 novembre 2010
«La recidiva non è configurabile nel caso in cui il delitto, per il quale sia già intervenuta sentenza di condanna, rappresenti elemento costitutivo del reato successivamente contestato. (In applicazione di tale principio la Corte ha ritenuto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 36131 del 3 ottobre 2007
«Ai fini del riconoscimento della recidiva aggravata infraquinquennale il calcolo dei cinque anni va effettuato considerando come dies a quo non già la data di commissione dell'ultimo delitto antecedente a quello espressivo della recidiva, bensì...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 26556 del 28 luglio 2006
«La disposizione di cui all'art. 4 della legge n. 251 del 2005, (che ha modificato l'istituto della recidiva disponendo l'aumento di un terzo della pena solo nel caso in cui un soggetto, dopo essere stato condannato per un delitto non colposo,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 43768 del 25 ottobre 2013
«In tema di applicazione della continuazione, il giudice della cognizione, che, in sede di applicazione della continuazione, individui il reato più grave in quello al suo esame e i reati satelliti in quelli giudicati con sentenza irrevocabile, non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3435 del 29 settembre 1994
«Il reato di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.), pur costituendo delitto contro la pubblica amministrazione, è connotato nella sua esplicazione tipica da violenza o minaccia alla persona. Conseguentemente, ai fini della recidiva...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39567 del 25 settembre 2014
«In relazione al delitto di trasferimento fraudolento di valori, colui che si rende fittiziamente titolare di denaro, beni o altre utilità, al fine di eludere le norme in materia di prevenzione patrimoniale o di contrabbando, o di agevolare la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11592 del 12 marzo 2013
«In tema di concorso di persone nel reato, a fronte ad un quadro che si profila certo sul coinvolgimento dell'indagato ma equivoco sul reale contributo causale da questi offerto, in caso di non univocità degli indizi raccolti a suo carico, qualora...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 24895 del 26 giugno 2007
«Ai fini della configurabilità del concorso di persone nel reato, il contributo concorsuale assume rilevanza non solo quando abbia efficacia causale, ponendosi come condizione dell'evento lesivo, ma anche quando assuma la forma di un contributo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13885 del 3 dicembre 1999
«In tema di concorso di persone nel reato, integra il concorso di cui all'art. 110 c.p. non solo il vero e proprio «mandato», ma anche la «autorizzazione» al delitto, pur se da altri progettato, per quel tanto che la stessa autorizzazione comporta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9575 del 27 luglio 1999
«Ai fini della sussistenza del concorso di persone nel reato, non basta un comune interesse accompagnato da vincoli interpersonali o un ruolo di virtuale adesione al delitto ma occorre un contributo concreto alla realizzazione dello stesso. (Nella...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6382 del 25 giugno 1996
«In tema di concorso di persone nel reato, la disposizione di cui all'art. 114, comma 2, c.p., che esclude l'applicabilità dell'attenuante della minima partecipazione nelle ipotesi di aggravamento del reato ai sensi dell'art. 112 c.p. (numero dei...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6211 del 27 maggio 1994
«Ricorre il concorso di persone nel reato nell'ipotesi di presenza, non casuale, di un soggetto sul luogo del delitto da cui la risoluzione criminosa dell'esecutore materiale abbia tratto motivo di rafforzamento. (Fattispecie relativa ad...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8389 del 24 luglio 1992
«Ai fini della configurazione del concorso di persone nel reato, è necessario e sufficiente che taluno partecipi all'altrui attività criminosa anche con la semplice volontà di adesione, estrinsecantesi nel caldeggiare e rafforzare il proposito...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8017 del 16 luglio 1992
«Di fronte ad un comportamento meramente omissivo o alla presenza dell'imputato alla ideazione, preparazione o esecuzione del delitto, il giudice deve valutare con rigore logico il comportamento dell'imputato onde cogliere gli aspetti sintomatici...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2260 del 16 gennaio 2015
«In tema di concorso di persone, la partecipazione psichica sotto forma di istigazione richiede la prova che il comportamento tenuto dal presunto concorrente morale abbia effettivamente fatto sorgere il proposito criminoso ovvero lo abbia anche...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4612 del 5 maggio 1993
«In tema di concorso morale, la partecipazione psichica può estrinsecarsi sotto forma o di istigazione, col provocare o rafforzare deliberatamente l'altrui proposito criminoso, o di agevolazione, facilitando la preparazione o la consumazione del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9612 del 1 ottobre 1988
«Rientra nell'attività costitutiva del concorso nel reato non solo quella che si concretizza nella partecipazione all'esecuzione materiale del reato stesso, ma anche quella morale che esplicandosi, sotto il profilo soggettivo, nella consapevole...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2148 del 18 febbraio 1988
«In tema di concorso morale la partecipazione psichica consiste nell'aver provocato o rafforzato l'altrui proposito criminoso e cioè l'attività del partecipe deve influenzare la commissione del reato o perché provoca o rafforza il proposito...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 12777 del 7 dicembre 2000
«In tema di detenzione di stupefacenti, la distinzione tra connivenza non punibile e concorso nel delitto va individuata nel fatto che, mentre la prima postula che l'agente mantenga un comportamento meramente passivo, nel concorso è richiesto un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 751 del 26 gennaio 1996
«In tema di detenzione di sostanze stupefacenti a fine di spaccio, la distinzione tra connivenza non punibile del coniuge e concorso nel delitto va individuata nel fatto che mentre la prima postula che l'agente mantenga un comportamento meramente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 949 del 1 aprile 1999
«Il criterio distintivo del delitto di associazione per delinquere rispetto al concorso di persone nel reato (e in specie nel reato continuato) consiste essenzialmente nel carattere dello stesso accordo criminoso; infatti, nel concorso, esso si...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5649 del 13 giugno 1997
«In tema di concorso esterno materiale nel delitto di cui all'art. 416 bis c.p., la differenza tra l'ipotesi della partecipazione e l'ipotesi del concorso esterno va ravvisata nel fatto che chi pone in essere un comportamento nell'interesse...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8291 del 22 luglio 1995
«Il criterio distintivo del delitto di associazione per delinquere rispetto al concorso di persona, è nel vincolo associativo, tendenzialmente stabile o permanente nel primo, col quale tre o più persone si organizzano per commettere più delitti; e,...»