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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 25336 del 7 giugno 2004
«Sussiste il delitto di falsità ideologica del privato in atto pubblico (art. 483 c.p.), qualora un esperto qualificato, iscritto in un albo speciale, riversi — così assumendo spontaneamente responsabilità attestativa — in un atto pubblico redatto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 34815 del 26 settembre 2001
«La falsità delle dichiarazioni rese al pubblico ufficiale nella domanda di sanatoria edilizia, è punita ai sensi dell'art. 26 della legge 4 gennaio 1968 n. 15, con la sanzione prevista dall'art. 483 c.p. (falsità ideologica commessa da privato in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10524 del 7 settembre 1999
«Le false dichiarazioni rese da un privato nella domanda di condono non integrano il reato di cui all'art. 483 c.p. (falsità ideologica del privato in atto pubblico) atteso che la concessione edilizia in sanatoria, al pari della concessione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21209 del 20 giugno 2006
«Il privato che falsamente attesti il completamento delle eseguite opere edilizie entro i termini utili per la concessione in sanatoria risponde del reato di cui all'art. 483 c.p., in ordine alla falsa attestazione resa al pubblico ufficiale, ma...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38453 del 26 ottobre 2001
«In tema di falsità in atti, quando il pubblico ufficiale inconsapevolmente raccolga dal privato una falsa attestazione relativa a fatti dei quali essa è destinata a provare la verità e quando detta attestazione venga poi utilizzata dal soggetto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5338 del 4 febbraio 2015
«Il delitto di falso in scrittura privata (art. 485 cod. pen.) si consuma nel momento in cui, per la prima volta, si fa uso della scrittura falsificata, ossia quando essa esce dalla sfera di disponibilità dell'agente, producendo i suoi effetti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 477 del 16 gennaio 1988
«Non è configurabile il delitto di ricettazione nel caso in cui il reato presupposto, nella specie di falso in assegno, non sia punibile per mancanza di querela. Ciò anche, per la operatività dell'art. 2, terzo comma, c.p. (successione di legge più...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4531 del 13 aprile 1988
«In caso di falsa dichiarazione o attestazione sull'identità o su qualità proprie o di altri, fatta a un pubblico ufficiale in un atto pubblico o destinata ad essere riprodotta in atto pubblico, per la concessione della diminuzione di pena prevista...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1290 del 31 gennaio 1989
«Il principio per cui motivi di incompatibilità logica impediscono di applicare la continuazione tra reati colposi e reati dolosi non fa venir meno la possibilità di ritenere la continuazione fra il reato di detenzione e cessione di modica quantità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6335 del 16 maggio 1987
«Nell'ipotesi di morte conseguente ad altro delitto (nella specie cessione di sostanza stupefacente) si applicano le disposizioni sul concorso formale dei reati da qualificare come concorso formale improprio — e non quelle sul concorso materiale.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 22676 del 29 maggio 2009
«In tema di morte o lesioni come conseguenza di altro delitto, la morte dell'assuntore di sostanza stupefacente è imputabile alla responsabilità del cedente sempre che, oltre al nesso di causalità materiale, sussista la colpa in concreto per...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3347 del 18 marzo 1994
«Poiché l'esercizio del diritto di precedenza non può considerarsi illimitato, dovendo essere sempre subordinato al principio del neminem laedere, ove un pedone attraversi la carreggiata fuori delle apposite strisce, il conducente del veicolo è...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 106 del 5 gennaio 1996
«In caso di cessione di lavori in appalto, non possono assumere rilievo, agli effetti dell'osservanza delle norme antinfortunistiche, le clausole di trasferimento del rischio e del conseguente onere di tutela della sicurezza dei lavoratori dal...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6247 del 24 giugno 1982
«In caso di pluralità di omicidi colposi, commessi con un'unica azione, l'implicazione nei vari reati ai sensi dell'art. 589, terzo comma c.p., così come modificato dalla L. 11 maggio 1966, n. 296, riguarda soltanto l'applicazione della pena,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 32447 del 29 agosto 2001
«In tema di diffamazione con il mezzo della stampa, perché sia integrato il dolo in capo a chi ha concesso un'intervista non è necessario un consenso specifico alla pubblicazione della notizia diffamatoria in quanto la stessa concessione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6675 del 6 giugno 1988
«La causa di non punibilità prevista dal comma primo dell'art. 599 c.p. è rimessa al potere discrezionale del giudice di merito che può non esercitarlo anche se ricorrono le condizioni richieste dalla legge; invero la concessione del beneficio non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12574 del 18 marzo 2013
«Risponde del delitto di riduzione o mantenimento in schiavitù colui che sfrutta la prostituzione della persona offesa eccedendo il normale rapporto di meretricio. (Fattispecie in cui la Suprema Corte ha ritenuto sussistente il reato in relazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7198 del 19 giugno 2000
«In tema di induzione, agevolazione e sfruttamento della prostituzione, per effetto della novella di cui alla legge 3 agosto 1998, n. 269 — che ha inserito nel codice penale l'art. 600 bis — si è verificato un fenomeno di successione di leggi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19883 del 6 ottobre 2015
«La diligenza esigibile dalla P.A. nel compimento dei propri atti, ivi compresa l'adozione di provvedimenti amministrativi, va valutata col criterio dettato dagli artt. 1176, comma 2, c.c., applicabile anche alle ipotesi di responsabilità...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20160 del 3 settembre 2013
«In tema di transazione, poiché dalla normativa codicistica sulle obbligazioni si evince la regola generale che l'adempimento di una obbligazione pecuniaria, anche se relativa ad un rapporto di lavoro, deve essere eseguito in un'unica soluzione,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7820 del 16 aprile 2015
«In ipotesi di cessione di cambiali in luogo dell'adempimento, la volontà di conferire ai titoli efficacia "pro soluto", con conseguente immediata estinzione dell'obbligazione di pagamento, deve essere espressa in modo univoco ed inequivocabile,...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 10097 del 9 maggio 2014
«L'art. 22, primo comma, n. 3, cod. proc. civ., nel prevedere la competenza del giudice dell'aperta successione per le controversie relative a crediti verso il defunto o legati dovuti dall'erede, si riferisce anche ad ogni azione personale per...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10941 del 14 maggio 2007
«Il provvedimento di concessione della provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto, ai sensi dell'art. 648 c.p.c., non ha carattere definitivo e decisorio ed è inidoneo a contenere una statuizione sulla giurisdizione su cui possa formarsi...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4220 del 7 maggio 1996
«Il regolamento preventivo di giurisdizione non è ammissibile in riferimento ai procedimenti cautelari, poiché contro i provvedimenti di natura provvisoria e strumentale emessi a conclusione degli stessi, sia in caso di concessione della misura...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 16143 del 30 luglio 2015
«In materia di regolamento di competenza d'ufficio, il giudice indicato come competente da quello originariamente adito, ed innanzi al quale la causa sia stata riassunta, può rilevare, a sua volta, la propria incompetenza non oltre la prima udienza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 22223 del 20 ottobre 2014
«Il figlio che aziona in giudizio un diritto del genitore, del quale afferma essere erede "ab intestato", ove non sia stato contestato il rapporto di discendenza con il "de cuius", non deve ulteriormente dimostrare, al fine di dare prova della sua...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 26089 del 11 dicembre 2014
«In tema di spese processuali, il capo della sentenza che ne dispone la compensazione può essere impugnato dalla parte e non anche dal difensore distrattario, che è legittimato a proporre impugnazione soltanto ove sorga controversia sulla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17523 del 23 agosto 2011
«Non è configurabile un concorso tra l'azione generale risarcitoria, di cui all'art. 2043 c.c., e quella speciale di risarcimento del danno per responsabilità processuale aggravata, ai sensi dell'art. 96, secondo comma, c.p.c., il quale disciplina,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 22503 del 23 ottobre 2014
«La successione per atto tra vivi a titolo particolare nel diritto controverso, disciplinata all'art. 111 cod. proc. civ., concerne la titolarità attiva e passiva dell'azione, e non già la capacità di agire applicata al processo, con la conseguenza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15107 del 2 luglio 2014
«Il trasferimento "inter vivos" del diritto controverso determina, agli effetti dell'art. 111 cod. proc. civ., la prosecuzione del processo tra le parti originarie, non venendo meno la "legittimatio ad causam" della parte cedente, sicché, in caso...»