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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11408 del 14 novembre 1991
«In tema di continuazione, se l'aumento di pena per i reati in continuazione sia stato specificato in quantità correlative a ciascuno di essi ed il giudice dell'impugnazione dichiari estinto o assorbito taluno di detti reati, si ha l'automatica...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11941 del 22 novembre 1991
«In tema di appello, non sussiste l'obbligo per il giudice di motivare sulla mancata concessione della sospensione condizionale della pena non richiesta dall'imputato con i motivi di gravame o in sede di trattazione dell'impugnazione. L'art. 597,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11991 del 25 novembre 1991
«La gravità concreta del fatto considerato nelle specifiche circostanze storiche e i precedenti penali, assunti come elementi indicativi della personalità dell'imputato (da soli o insieme ad altri elementi), ben possono giustificare il diniego...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1219 del 19 dicembre 1991
«Il fatto che le precedenti condanne non costituiscono un ostacolo normativo alla reiterazione del beneficio della sospensione condizionale della pena non esclude che di esse il giudice di merito, possa tener conto come indici rivelatori della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12200 del 29 novembre 1991
«Quando l'appellante, nel dibattimento di appello, concorda con il procuratore generale la misura della pena, rinunciando a tutti gli altri motivi del gravame, la richiesta e la rinuncia ai motivi non hanno effetto soltanto se il giudice decida in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1287 del 11 aprile 1991
«È inammissibile il conflitto negativo di competenza denunciato dal pubblico ministero presso la Pretura circondariale di Santa Maria Capua Vetere, in relazione al rifiuto del giudice per le indagini preliminari presso la stessa pretura a prendere...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12903 del 20 dicembre 1991
«Il quarto comma dell'art. 597 del codice di rito vigente impone che, nella ipotesi di parziale riforma della sentenza di primo grado per la ritenuta non responsabilità dell'imputato per alcuno dei reati concorrenti, si debba diminuire la pena...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1937 del 22 maggio 1991
«La disposizione di cui alla seconda parte del secondo comma dell'art. 28 c.p.p., secondo la quale, allorché il conflitto insorga tra giudice dell'udienza preliminare e giudice del dibattimento, prevale la decisione dettata dalla prima parte del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2437 del 23 febbraio 1991
«Il giudice nel dichiarare estinto il reato ex art. 152, primo comma c.p.p. (1930) (idem, art. 129 nuovo codice di rito), non ha l'obbligo di esaminare in modo specifico e approfondito, tutte le emergenze processuali né di esporre dettagliatamente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2653 del 26 febbraio 1991
«L'art. 606, comma primo, lett. a), c.p.p., considera, quale motivo di ricorso per cassazione, che giustifica l'annullamento senza rinvio della sentenza (art. 620 c.p.p.), l'esercizio da parte del giudice di merito di una potestà riservata dalla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2662 del 26 febbraio 1991
«Il comportamento dell'imputato successivo alla commissione del reato può essere preso in considerazione dal giudice per il diniego della concessione delle attenuanti generiche né è necessaria una congrua motivazione allorché la concessione di tali...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2721 del 31 luglio 1991
«Una volta introdotta la possibilità di applicazione della disciplina del concorso formale o del reato continuato in sede esecutiva, deve riconoscersi al giudice dell'esecuzione il potere - dovere di rideterminazione completa delle pene in aumento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3018 del 8 marzo 1991
«Se, da una parte, l'imputato non ha il dovere di rispondere alle domande e di ammettere fatti rivelatori della sua responsabilità, dall'altra il giudice può trarre, dai suoi diversi possibili atteggiamenti di fronte alle contestazioni, le proprie...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3217 del 25 luglio 1991
«Nel caso in cui il Gip, richiesto dell'archiviazione, indichi al P.M. le ulteriori indagini da espletare costui è certamente tenuto ad adempiere a quanto richiesto dal giudice. A garanzia contro l'inerzia del P.M. è stato previsto il potere di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3503 del 27 marzo 1991
«L'esimente di cui all'art. 384 c.p., se ritenuta sussistente, elimina dal fatto il carattere di penale antigiuridicità, cosicché, come ulteriore conseguenza, non potrà dar luogo a responsabilità dell'agente in ordine ad un evento diverso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 354 del 2 aprile 1991
«Ai fini della configurabilità della continuazione dei reati, venuto meno con la riforma del 1974, il requisito dell'omogeneità delle violazioni, rilevanza decisiva ha acquistato l'identità del disegno criminoso, che si orienta ancora più...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 383 del 16 gennaio 1991
«La concessione o il diniego del beneficio della sospensione condizionale della pena sono rimessi alla valutazione discrezionale del giudice di merito, il quale, nell'esercizio del relativo potere, deve formulare la prognosi di ravvedimento di cui...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3909 del 6 aprile 1991
«In tema di motivazione sulla mancata concessione delle attenuanti generiche, il richiamo al comportamento processuale dell'imputato improntato al diniego è legittimo, in quanto — se è vero che il medesimo ha la facoltà di mentire — non si può...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3922 del 4 dicembre 1991
«Il vigente ordinamento processuale, al pari di quello precedente, pur attribuendo al pubblico ministero nella fase esecutiva poteri di notevole rilevanza e di immediata incidenza sulla libertà personale (quale quello di disporre l'esecuzione di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 403 del 16 gennaio 1991
«La possibilità per il giudice di merito di calcolare gli aumenti di pena, per i reati ritenuti in continuazione di quello più grave, anziché in modo unitario, in quantità correlative a ciascuno di tali reati entro il limite massimo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5161 del 9 maggio 1991
«Le attenuanti generiche, negate dal primo giudice, non impongono al giudice d'appello, che le concede, di diminuire la pena precedentemente inflitta quando, nel procedere al giudizio di comparazione imposto dal concorso di circostanze di segno...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5247 del 15 maggio 1991
«La possibilità, riconosciuta dall'art. 620 lett. l) c.p.p. alla Corte di cassazione, di procedere direttamente alla determinazione della pena, deve ritenersi circoscritta alle ipotesi in cui alla situazione da correggere possa porsi rimedio senza...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5464 del 17 maggio 1991
«Ai fini del riconoscimento della sussistenza dell'attenuante di cui all'art. 62, n. 6, c.p. l'accertamento del requisito dell'integralità del risarcimento deve essere obbligatoriamente compiuto dal giudice, con la conseguenza che sono del tutto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5633 del 27 maggio 1991
«Nell'ambito del rito previsto dall'art. 599, quarto comma, c.p.p. — verificandosi una sorta di temporanea devoluzione alle parti del potere discrezionale di graduazione della pena — non è consentito al giudice di procedere ex officio a rettifica,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 619 del 19 marzo 1991
«Nel caso in cui a carico di un imputato pendano per gli stessi fatti due procedimenti penali, ognuno in fase diversa, dei quali il primo, instaurato nella vigenza del codice di procedura penale del 1930 e che deve proseguire secondo quel rito,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6598 del 13 giugno 1991
«A norma dell'art. 581 nuovo c.p.p. le impugnazioni sono proposte con un unico atto che deve contenere tutti gli elementi tassativamente richiesti dalla legge processuale. Ne consegue, pertanto, che l'eventuale carenza di tali requisiti e la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6934 del 28 giugno 1991
«In materia di attenuanti generiche, tra i positivi elementi che possono suggerire la necessità di attenuare la pena comminata per il reato rientrano la confessione spontanea del colpevole e il corretto comportamento processuale o la collaborazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6939 del 28 giugno 1991
«In tema di impugnazione, il giudice di appello — come espressamente impone l'art. 605 nuovo c.p.p., fuori dell'ipotesi dell'art. 604 stesso codice (sentenze di annullamento) — emette sentenze che confermano o riformano in tutto o in parte quelle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 704 del 11 aprile 1991
«La disposizione dell'art. 28 cpv. c.p.p. che prevede la prevalenza della decisione del giudice dibattimentale, in caso di contrasto insorto tra esso e il giudice dell'udienza preliminare, è applicabile in qualunque altra ipotesi di conflitto tra...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8721 del 6 agosto 1991
«Ai fini della sospensione condizionale della pena, il giudice viola l'art. 163 c.p. se non tiene conto anche dell'equivalente della pena pecuniaria in termini di pena detentiva con il metro stabilito dall'art. 135 c.p., così come sostituito...»