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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7302 del 17 luglio 1990
«L'accertamento della sussistenza di una causa d'impossibilità delle prestazioni relative al rapporto di lavoro e della non imputabilità della stessa al datore di lavoro non può dal giudice del merito essere fondato sulla pretesa natura...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8229 del 7 ottobre 1994
«L'efficacia piena ed incondizionata della confessione, superabile solo con la prova dell'errore di fatto o della violenza (art. 2732 c.c.), postula che essa non abbia avuto ad oggetto diritti indisponibili, atteso che, a norma dell'art. 2731 c.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11851 del 26 novembre 1997
«Il valore confessorio di una dichiarazione resa al di fuori di un giudizio in cui essa rileva come mezzo di prova, può essere opposto dalla persona favorita al successore universale, perché questi in tale qualità subentra nella medesima situazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15494 del 6 dicembre 2001
«Il giuramento deferito da una parte all'altra conserva il carattere della decisorietà anche se, da esso, possa dipendere la decisione soltanto parziale della causa, cioè quando venga deferito per decidere un punto particolare della controversia,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9912 del 7 ottobre 1998
«Il giuramento decisorio, che ha natura di prova legale in ordine alla quale è esclusa qualsiasi discrezionalità da parte del giudice, è ammissibile anche quando verta su fatti già accertati o esclusi dalle risultanze di causa e, in particolare,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9582 del 25 settembre 1998
«Il giuramento è decisorio quando da esso dipende la decisione totale o parziale della causa e, cioè, quando verte su tutti o anche soltanto su alcuni capi della domanda e non anche quando concerne uno dei momenti necessari dell'iter logico da...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4330 del 9 aprile 1993
«Il giuramento decisorio è una solenne dichiarazione di verità (quando si riferisce ad un fatto proprio del giurante) o di scienza (quando attiene alla conoscenza che il giurante abbia di un fatto altrui) circa l'esistenza di un determinato fatto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8846 del 7 settembre 1998
«La natura di prova legale attribuita, dall'art. 2736 n. 1 c.c., al giuramento decisorio, volto — in quanto tale — a far dipendere dalla sua prestazione la decisione totale o parziale della causa, comporta che il giudice di merito non possa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11853 del 26 novembre 1997
«L'ordinanza che ammette il giuramento decisorio può essere revocata, ai sensi dell'art. 177 c.p.c., dallo stesso giudice che la ha pronunziata, ove egli, riesaminate le risultanze di causa, si convinca che non sussistevano le condizioni per il suo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1862 del 21 febbraio 1995
«Se la parte a cui è stato deferito il giuramento decisorio ha giurato apportando delle aggiunte alla formula del giuramento, il giudice, essendo decisivo il contenuto della formula, deve verificare, ai fini della decisione della causa, se le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19270 del 8 settembre 2006
«Il giudice di merito che ritenga la causa giunta ad un stato di semiplena probatio ha la facoltà (ma non anche l'obbligo) di deferire il giuramento suppletorio ai sensi del disposto dell'art. 2736 n. 2 c.c., mentre alla parte che abbia assolto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6601 del 4 dicembre 1982
«Ai sensi del combinato disposto degli artt. 2737 e 2731 c.c., il giuramento decisorio può essere deferito (sia pure con i limiti di efficacia di cui agli artt. 2731 e 1398 c.c.) a colui che rappresenta la parte del processo, non già a colui che si...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 631 del 22 gennaio 1997
«In materia di giuramento decisorio, le disposizioni dell'art. 2738, primo comma, c.c., sono indicative della volontà del legislatore di impedire, anche prima del passaggio in giudicato della sentenza, ogni possibilità di rimettere in discussione,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12277 del 16 novembre 1992
«L'art. 2738, ultimo comma, c.c., a norma del quale, in caso di litisconsorzio necessario, il giuramento prestato da alcuni soltanto dei litisconsorti è liberamente apprezzato dal giudice, esclude l'efficacia di prova legale del giuramento sia nei...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2614 del 28 marzo 1988
«In conseguenza della prestazione del giuramento, il giudice, essendo vincolato alle risultanze di esso, non può procedere ad altre valutazioni probatorie; tuttavia l'espletamento di tale mezzo istruttorio non impedisce al terzo d'intervenire nel...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4791 del 2 aprile 2001
«Sia nell'ipotesi regolata dall'art. 2742 c.c. sia nella diversa fattispecie della stipulazione a favore del creditore assistito da privilegio, pegno o ipoteca, della clausola di cosiddetto «vincolo di polizza», il creditore munito di causa di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5740 del 10 marzo 2011
«La procura a vendere un immobile, conferita dal mutuatario al mutuante contestualmente alla stipulazione del mutuo, può integrare la violazione del divieto del patto commissorio, qualora si accerti che tra il mutuo e la procura sussista un nesso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5426 del 5 marzo 2010
«In tema di patto commissorio, l'automatismo del vietato trasferimento di proprietà del bene costituisce un connotato della figura tipica di cui alla previsione dell'art. 2744 c.c., mentre nelle ipotesi in cui non vi sia stata la concessione di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1233 del 10 febbraio 1997
«Il divieto di patto commissorio sancito dall'art. 2744 c.c. si estende a qualsiasi negozio, ancorché lecito e quale ne sia il contenuto, che venga impiegato per conseguire il risultato concreto, vietato dall'ordinamento, dell'illecita coercizione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1611 del 3 aprile 1989
«La vendita con patto di riscatto o di retrovendita, stipulata fra il debitore ed il creditore, la quale risponda all'intento delle parti di costituire una garanzia, con l'attribuzione irrevocabile del bene al creditore solo in caso di inadempienza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4082 del 15 giugno 1988
«L'indicazione del grado di uno dei privilegi generali sui beni mobili, di cui agli artt. 2751 ss. c.c., non fa parte del petitum della domanda diretta al riconoscimento del relativo credito, essendo l'ordine dei privilegi sottratto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2957 del 9 novembre 1973
«Il privilegio, come diritto di prelazione che la legge accorda in riguardo alla causa del credito, (art. 2745 c.c.), non comporta alcuna deroga al principio generale dettato dall'art. 2740 c.c. Secondo cui il debitore risponde dell'adempimento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14646 del 30 luglio 2004
«Il credito assistito da privilegio generale e vantato nei confronti di una società di persone conserva la prelazione anche qualora venga fatto valere nel fallimento in proprio del socio illimitatamente responsabile, non sussistendo diversità di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2901 del 25 luglio 1975
«Ai fini dell'identificazione dell'oggetto del privilegio speciale (nella specie, quello derivante dall'art. 2778 n. 5 c.c., per tributi doganali), non può ritenersi che cose di genere non possano essere individuate attraverso le risultanze di un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8765 del 18 giugno 2002
«Con riferimento al privilegio generale sui mobili accordato ai crediti collegati al rapporto di lavoro subordinato dall'art. 2751 bis, n. 1, c.c., la sentenza n. 326 del 1983 della Corte cost., che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6849 del 24 marzo 2011
«Ai compensi dovuti ad un avvocato per lo svolgimento della sua attività professionale in materia giudiziale civile è applicabile il privilegio generale sui mobili a norma dell'art. 2751 bis , n. 2, c.c. con riferimento alle voci qualificabili...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 840 del 24 gennaio 1995
«La causa, intanto privilegia il credito, in quanto sussistano, in concreto, le ragioni per accordare il trattamento preferenziale che, per contro, non ha ragion d'essere non solo quando si è del tutto fuori dello schema tipico previsto dal...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11930 del 17 maggio 2010
«Il privilegio generale sui mobili, istituito dall'art. 2752, ultimo comma, c.c. a favore dei crediti per le imposte, tasse e tributi dei Comuni previsti dalla legge per la finanza locale, deve essere riconosciuto anche per i crediti relativi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4861 del 1 marzo 2010
«Le spese d'insinuazione al passivo, sostenute dal concessionario incaricato della riscossione dei tributi erariali, devono essere ammesse al passivo fallimentare, in virtù dell'applicazione estensiva dell'art. 17 d.l.vo n. 112 del 1999 che prevede...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12821 del 23 dicembre 1998
«La causa del credito in considerazione della quale la legge accorda il privilegio generale sui mobili del datore di lavoro per i contributi di previdenza sociale di cui agli artt. 2753 e 2754 c.c. va individuata nell'interesse pubblico al...»